Indro Montanelli è un pezzo del nostro paese, lo dice la storia anche se qualcuno non è d’accordo, infatti un gruppo di femministe hanno colpito con una frase choc la statua a lui dedicata a Milano. Sopra di questo è stato scritto ”Stupratore di bambine’‘. Su un lungo articolo de Il Giornale possiamo leggere come però tra le parole delle attiviste ci siano anche degli errori abbastanza pesanti. Tra questi anche uno di pronuncia della città Asmara, capitale dell’Eritrea del tempo, con l’accento sulla prima sillaba mentre si parla di una parola piana. Si sottolinea poi che Indro Montanelli era stato ”corrispondente del fronte per la propaganda fascista”, quando invece tutti sappiamo a fare un semplice approfondimento essere invece inviato di guerra dal fronte russo-finlandese. Una serie di errori difficili da accettare che fanno pensare non conoscessero bene il personaggio e che forse le accuse siano leggermente affrettate e basate magari su dicerie che non sono state verificate con la dovuta attenzione. (agg. di Matteo Fantozzi)
RICCARDO DE CORATO INDIGNATO
“Stupratore di bambine”, questa è la frase choc scritta ai piedi della statua dedicata ad Indro Montanelli nei giardini di Porta Venezia a Milano. Gli insulti portano la firma del collettivo femminista delle “Indecorose”, attiviste Lgbt che hanno anche rinominato il parco in “Giardini per le vittime del colonialismo di ieri e di oggi”. «Vergognoso, indecente, intollerabile», il commento indignato di Riccardo De Corato, ex vicesindaco di Milano e assessore alla Sicurezza in Regione Lombardia. «Al di là del rilievo penale di questa azione, che non potrà rimanere impunita, ci aspettiamo una dura condanna da parte di Sala e della giunta, sempre in prima linea a difendere la comunità Lbgt e che più volte hanno espresso vicinanza a un certo mondo», ha proseguito, come riportato dal Giornale. «Per chi si è macchiato di una colpa così grave, ossia deturpare un giardino dedicato alla memoria del più grande giornalista italiano del Novecento, passato dal Corriere alla fondazione de Il Giornale nel 1974, non può esserci la benché minima attenuante». (agg. di Silvana Palazzo)
LA MOGLIE BAMBINA DEL GIORNALISTA
Inaugurata il 22 aprile 2006, quasi cinque anni dopo la sua scomparsa avvenuta nel luglio 2001, la statua di Indro Montanelli non è la prima volta che viene imbrattata da graffiti realizzati con lo spray. Allora si era trattato del classico graffittista, quelli che lasciano ipotetiche firme un po’ ovunque, questa volta si è trattato di un gesto di rivendicazione politica da parte di un gruppo femminista che contesta, peraltro non a torto, la violenza su donne minori effettuate dal giornalista quando era militare in Etiopia sempre rivendicate con la scusa “si trattava degli usi e costumi di quel paese”. Fu lo stesso Montanelli a rivelare l’episodio in una trasmissione televisiva del 1969. Montanelli, personaggio sempre legato alla destra, ebbe un momento di gloria quando si oppose a Silvio Berlusconi lasciando la guida del Giornale da lui fondato per poter rimanere indipendente. (Agg. Paolo Vites)
STUPRATORE DI BAMBINE
La statua di Indro Montanelli, presente nei giardini di Porta Venezia a Milano, è stata imbrattata dal collettivo femminista delle “Indecorose”, che ne hanno anche giustificato le motivazioni. Le attiviste di ispirazione Lgbt hanno aggiunto sotto il nome del giornalista la scritta ‘stupratore di bambine’ riferendosi ad un fatto accaduto durante la presenza dell’intellettuale in Africa durante l’occupazione della Seconda Guerra Mondiale. Secondo questo gruppo, Montanelli avrebbe stuprato una bambina di 12 anni e successivamente non ne avrebbe neppure fatto mistero: “Montanelli è stato un fascista. In Eritrea ha comprato e stuprato una ragazzina di 12 anni in nome della superiorità della razza bianca attraverso il madamato. Negli anni a seguire si è affermato come giornalista conservatore, razzista e omofobo e non ha mai rinnegato le violenze su quella ragazzina. Una figura come la sua non merita una statua e un parco milanese dedicato al suo nome”.
LA RISPOSTA DELL’EX VICESINDACO DI MILANO
Le attiviste di Lgtb non si sono limitate ad imbrattare la statua di Indro Montanelli a Milano, ma hanno anche rinominato il parco, intitolato proprio al fondatore de Il Giornale, chiamandolo “Giardini per le vittime del colonialismo di ieri e di oggi”. Tale azione è stata commentata da Riccardo De Corato, ex vicesindaco di Milano e assessore alla Sicurezza nella Regione Lombardia, che ha auspicato un’immediata risposta da parte del Comune. “Vergognoso, indecente, intollerabile” , ha esordito il politico, “Non sappiamo che parole usare dopo aver saputo del blitz con cui il sedicente gruppo delle Indecorose, a quanto pare persone di ispirazione Lgbt che afferma di credere nelle lotte degli sfruttati, degli emarginati, degli esclusi di questo mondo, ha deturpato i giardini intitolati a Indro Montanelli che definiscono un fascista, un revisionista, un conservatore e un colonialista”. De Corato ha chiesto che la Giunta Sala, prenda posizione e difenda l’importante giornalista del secolo scorso: ” Per chi si è macchiato di una colpa così grave, ossia deturpare un giardino dedicato alla memoria del più grande giornalista italiano del Novecento, passato dal Corriere alla fondazione de Il Giornale nel 1974, non può esserci la benché minima attenuante”.