San Vincenzo Ferreri, la storia

Vincenzo Ferrer (o Ferreri) era un domenicano, autore del “Trattato sulla vita spirituale”, insegnante di filosofia e di teologia a Valencia e Lérida. Nacque a Valencia nel 1350. Il suo nome si fece sentire soprattutto in occasione dello scisma d’Occidente, che svelò la crisi dell’autorità papale all’interno della Chiesa occidentale: papa Gregorio nel marzo del 1378 morì e i cardinali, per la maggior parte di origine francese, elessero Bartolomeo Prignano, Papa Urbano VI. La nuova elezione però si fece presto “contro.conclave” e gli stessi elettori di Urbano VI elessero un altro papa, Roberto di Ginevra, Papa Clemente VII. Con Clemente VII, il capo della Chiesa fece il suo ritorno ad Avignone e lo scisma d’Occidente, che durerà 39 anni, ebbe inizio. All’inizio dello scisma infatti, Vincenzo Ferrer collaborò strettamente con il cardinale Pedro de Luna, futuro successore, nel 1394, del Papa di Avignone con il nome di Benedetto XIII. Vincenzo Ferrer diventò suo confessore. La situazione si complicò ulteriormente con la presenza di tre Papi. Il Concilio di Costanza, tenutosi in Germania nel 1414, decise così la dimissione dei tre capi della Chiesa e l’elezione di un unico Papa.



San Vincenzo Ferreri nell’iconografia

Ferrer non fu solo uno dei principali autori della restaurazione dell’unità della Chiesa: in tante città è ricordato come predicatore attivo nei luoghi pubblici, come chiese e piazze, cercando di mantenere l’unità dei fedeli in un momento in cui, tra le gerarchie, mancava un punto di unione. La sua predicazione era apocalittica, con prediche sul Giudizio Universale e annunci di castighi imminenti. La morte lo colpì mentre era in uno dei suoi viaggi per la predicazione, in Bretagna, a Vannes. Fu canonizzato da Callisto III, il 3 giugno 1455 nella chiesa domenicana di Santa Maria sopra Minerva a Roma. Il suo culto fu confermato da papa Pio II con una bolla del 1458. Nell’iconografia San Vincenzo è raffigurato con l’abito domenicano, con l’indice della mano rivolto verso il cielo e la fiamma dello Spirito Santo ardente sul capo. Spesso stringe una croce o regge un giglio. Nei dipinti vien anche raffigurato come angelo dell’apocalisse: ha, quindi, le ali, e regge la tromba e a volte il libro della Bibbia aperto al versetto “Temete Dio e dategli onore poiché è giunta l’ora del suo giudizio”, dell’Apocalisse.

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