Avanza da qualche ora un’ipotesi inquietante e che ribalta completamente la dinamica dietro all’incidente avvenuto a Torino Porta Susa il 4 aprile mattina, con una 15enne finita sotto i binari del treno che avrebbe dovuta portarla nella sua scuola di Vercelli. L’aspirante soprano infatti potrebbe non essersi impigliata con lo zaino in una parte del treno in arrivo, come veniva raccontato due giorni fa dopo le prime testimonianze, ma potrebbe invece aver scelto volontariamente di buttarsi sotto il convoglio: secondo quanto ha riportato TorinoToday, le immagini di videosorveglianza in mano agli inquirenti mostrerebbero come Beatrice Inguì sia arretrata volontariamente e non per una distrazione quando è arrivato il treno in stazione al maledetto binario 4. Non ci sarebbe stato nessun aggancio alla locomotiva ma “semplicemente” Beatrice si sarebbe lasciata cadere sotto i binari del treno senza che nessuno riuscisse a fermarla o ad accorgersi di quanto stava accadendo. Come riporta il Corriere della Sera, durante il sopralluogo avvenuto a casa della ragazzina, la polizia ha trovato il diario su cui oltre ai vari sogni scritti da Beatrice per diventare soprano, nelle ultime pagine si trovavano i vari disagi per il proprio corpo sovrappeso, «Sono troppo grassa». Infine, nell’ultima pagina, una scritta di scuse ai suoi genitori e una sola altra parola: «addio».



L’APPELLO DEL MOIGE

Le probabilità che a questo punto l’incidente di Porta Susa sia effettivamente un incidente sono sempre più basse: il suicidio è ora la pista principale e come se non bastasse, nei due giorni successivi ignobili e deleteri commenti sono apparsi sui social di ragazzi che conoscevano probabilmente Beatrice e che confermerebbero i timori di attacchi da cyberbulli negli ultimi mesi. «Non sapevo che farsi mettere sotto da un treno fosse un metodo rapido di dimagrimento» o ancora «Lei voleva solo farsi assottigliare dall’impatto»: si sentiva bene con alcuni amici a scuola, quelli stessi che ieri hanno dedicato a lei un piccolo concerto in sua memoria nel cortile della scuola di Vercelli. Ma non bastava probabilmente: la solitudine, la depressione per quella condizione personale e forse gli attacchi subiti sui social hanno reso insostenibile e fragilissima la condizione psicologica della povera Beatrice. Non è riuscita a chiedere aiuto e ha deciso di farla finita: un dramma incommentabile forse, che pure apre reazioni e conseguenze nella società anche in queste ore. Ad esempio il Moige ha lanciato un appello in una lunga nota pubblica: «Siamo sconvolti e indignati perché è inaccettabile che ai minori venga consentito di accedere ai social, firmando dei veri contratti, senza alcun consenso da parte dei genitori. Per questo chiediamo al nuovo Parlamento di sostenere da subito la nostra proposta, presentata oggi all’Autorità Garante per l’infanzia, che prevede un espresso consenso dei genitori per l’iscrizione ai social dei propri figli. È inaccettabile che sui social network non ci sia alcun filtro vero ed efficace contro la violenza e il cyber bullismo ed è ancora più grave che si consenta l’iscrizione ai social anche ai minori dai 13 anni in su, senza il consenso formale dei genitori ed in piena violazione delle norme italiane a tutela dei minori, che vietano loro di sottoscrivere contratti».

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