L’ufficio stampa di Matteo Renzi replica piuttosto seccamente all’articolo su Repubblica di ieri che scriveva di una avvenuta svolta nei rapporti tra lo stesso ex premier e Luigi Di Maio dopo la clamorosa apertura fatta dal leader M5s (proprio in una intervista a Repubblica) nei confronti dell’odiato segretario dimissionario del Pd. «L’articolo di Repubblica di oggi che parla di una svolta di Matteo Renzi sulla trattativa con i 5 Stelle è completamente privo di fondamento», scrive la nota di Renzi che smorza i toni di chi ritiene possibile un accordo tra i renziani, i dem e i Cinque Stelle. Dopo l’invito di ieri al Partito Democratico, oggi in piazza ad Aosta Luigi Di Maio ha ribadito che non vi possono essere cambiamenti e novità da chi si riunisce oggi ad Arcore (oggi è previsto incontro e vertice del Centrodestra unito da Berlusconi, con Salvini e Meloni) «Da Arcore non può partire nessun cambiamento», il che rilancia ancora di più la possibilità di un accordo di Governo tra Pd e M5s.
Ma finora i dem non ci sentono, con il segretario reggente Martina – che pure è stato elogiato da Di Maio – spiega «”L’autocritica nei toni e’ apprezzabile, resta evidente l’ambiguita’ politica. Noi continuiamo a pensare che la differenza la fanno i contenuti. Da questo punto di vista non vedo novita’. Il tempo dell’ambiguita’ e’ finito». Nel frattempo Salvini si muove prima del vertice di Centrodestra e si allontana ancora di più dal giovane leader a Cinque Stelle, «Governo DI Maio-Renzi, 5Stelle-Pd? Mamma mia… Sto facendo e farò tutto il possibile per cambiare questo Paese, con coerenza, serietà e onestà, ascoltando tutti. Una cosa è certa: o nasce un governo serio, per ridare lavoro, sicurezza e speranza all’Italia, oppure si tornerà a votare, e noi stravinciamo», afferma il leader della Lega. (agg. di Niccolò Magnani)
IL DIKTAT DI MATTARELLA
Luigi Di Maio appare tranquillo, ma il fatto che il centrodestra si presenterà unito al prossimo giro di consultazioni al Quirinale non può far stare tranquillo il capo politico del Movimento 5 Stelle. Il rischio è di restare in balia del Pd, che al suo interno vive problemi di “funzionamento”, essendo spezzettato in diverse fazioni, di cui solo alcuni aperti ad un eventuale accordo coi grillini. Per questo Di Maio nelle ultime ore ha incalzato Matteo Salvini sulla necessità di un incontro ravvicinato prima di tornare dal capo dello Stato Sergio Mattarella. Potrebbe anche non essere necessariamente ravvicinato, visto che – come riportato da Libero Quotidiano – l’incontro potrebbe avvenire in diretta streaming, quindi con i due leader non nello stesso posto. Dal canto suo Mattarella non ha fretta e non ne vuole mettere ai leader, pur avendo chiarito che si debba arrivare a una qualche mediazione. Il piano A – secondo il Giornale – è un governo politico che coinvolga il Movimento 5 Stella, Lega o entrambi. Il piano B è un governo del presidente con una maggioranza composita e allargata. (agg. di Silvana Palazzo)
L’APPELLO M5S CREA PROBLEMI NEL PARTITO DEMOCRATICO
Com’era prevedibile, le parole di Luigi Di Maio stanno creando problemi soprattutto all’interno del Partito Democratico. L’apertura del leader del Movimento 5 Stelle a un’alleanza con i dem, fanno dire a Dario Franceschini che si è di fronte a una “novità politica”. Il ministro chiede comunque di fermarsi a riflettere dando una risposta unitaria. “Serve riflettere e tenere comunque unito il Pd nella risposta. L’opposto di quanto sta accadendo: rispondiamo affrettatamente e ci dividiamo tra noi”, ha detto. Per Maurizio Martina, non ci sono novità nei contenuti in quanto detto da Di Maio. E via Twitter il Presidente del partito, Matteo Orfini, ha fatto sapere: “Siamo alternativi al M5s per cultura politica, programmi e visione sul futuro del Paese. Non sarà certo un appello strumentale a cancellare tutto questo. Parleremo con chi riceverà l’incarico e daremo il nostro contributo da forza di minoranza parlamentare”. (aggiornamento di Bruno Zampetti)
DI MAIO AL PD: DIAMO UN GOVERNO AL PAESE. LE REAZIONI
L’apertura di Luigi Di Maio al Partito democratico riporta in primo piano la questione dei rapporti tra il Movimento 5 Stelle e i dem e agita le acque al Nazareno. Le prime reazioni sono infatti sfumate. «L’autocritica nei toni è apprezzabile, l’ambiguità politica rimane evidente. Quel che è certo è che centrodestra e M5s devono dire chiaramente cosa intendono fare. Il tempo dell’ambiguità è finito», la replica del segretario reggente Maurizio Martina. Eppure per il capo politico M5S è comunque «un passo avanti». E poi si è rivolto direttamente a Matteo Salvini: «Sappia che, al Quirinale o ci vai con il 17% o con il 37% in ogni caso non hai il 51% e quindi la maggioranza». In ogni caso attende delle evoluzioni da una apre e dall’altra: «Sono molto fiducioso per questa soluzione del contratto di governo alla tedesca». E Matteo Salvini che ne pensa? È il primo a prendere posizione: «Esecutivo Di Maio-Renzi, mamma mia. Una cosa è certa: o nasce un governo serio, per ridare lavoro, sicurezza e speranza all’Italia, oppure si tornerà a votare, e noi stravinciamo». (agg. di Silvana Palazzo)
DI MAIO APRE PURE A RENZI: “MAI POSTO VETI”
Nell’intervista concessa a La Repubblica che passerà alla storia come l’abboccamento ufficiale del Movimento 5 Stelle al Pd, Luigi Di Maio concede un’apertura di apre credito anche al nemico di sempre, quel Matteo Renzi col quale i rapporti sono stati da sempre tesissimi. Pure con l’ex segretario, lascia intendere Di Maio, si può aprire un dialogo sui temi:”Se rimaniamo ognuno sulle proprie posizioni non si va da nessuna parte. Renzi stesso ha ammesso che la buona scuola non ha funzionato del tutto e doveva essere migliorata. Io credo che ci potranno essere molte più convergenze di quel che si crede”. Di Maio spende parole d’apprezzamento nei confronti dell’attuale segretario Martina:”E’ una persona con cui si può parlare e spero che il Pd si sieda al tavolo”, spiega. Ma le parole che destano maggiore impressione sono quelle su Renzi:”Non ho mai posto veti o parlato di Pd ‘derenzizzato‘ come qualcuno ha scritto. Quello che abbiamo sempre contestato è la linea di totale chiusura decisa dal Pd all’indomani delle elezioni. Oggi il nostro appello sincero a mettere da parte le asperità per il bene del Paese è il segnale che gli italiani ci chiedono per dimostrare che siamo una forza politica all’altezza della situazione complessa nella quale ci troviamo e capace di governare”. (agg. di Dario D’Angelo)
SALVINI AL PD, “SOTTERRIAMO ASCIA DI GUERRA”
Preso atto che Salvini non pare intenzionato – ad oggi – a spaccare la coalizione di centrodestra abbandonando Berlusconi, Luigi Di Maio chiama il Pd. E’ proprio al nemico di questi anni, il Partito Democratico, che il candidato premier del Movimento si rivolge dalle colonne de La Repubblica:”Io non sto rinnegando le nostre idee né le critiche che in più momenti abbiamo espresso anche aspramente nei confronti del Pd, e che anche il Pd non ci ha risparmiato. Credo però che ora il senso di responsabilità nei confronti del Paese ci obblighi tutti, nessuno escluso, a sotterrare l’ascia di guerra”.
Dalle parole di Di Maio sembra che adesso l’interlocutore privilegiato del M5s non sia più Salvini:”Salvini sta scegliendo la restaurazione invece della rivoluzione. Il segretario della Lega in questo modo sta chiudendo tutto il centrodestra nell’angolo. E rischia di condannarsi all’irrilevanza”. Secondo Di Maio, è arrivato il momento per Salvini di “dimostrare la sua autonomia politica da Berlusconi”. Ma con le sue parole Di Maio sembra ormai guardare al Pd:”Sediamo intorno a un tavolo, per ragionare e trovare insieme una sintesi che serva a dare risposte e non a scontrarsi muro contro muro (…). Oggi il nostro appello sincero a mettere da parte le asperità per il bene del Paese è il segnale che gli italiani ci chiedono per dimostrare che siamo una forza politica all’altezza della situazione complessa nella quale ci troviamo e capace di governare”. (agg. di Dario D’Angelo)
IL NO DI SALVINI A DI MAIO
Una giornata nera quella di ieri per il leader dei 5 Stelle, Luigi Di Maio. Il candidato Premier ha infatti ricevuto solo due di picche, a cominciare da quello di Matteo Salvini, che ha chiaramente spiegato, senza troppi giri di parole, di non essere intenzionato a mollare Silvio Berlusconi, il grande nemico dei pentastellati: «L’unico governo possibile – le parole del numero uno del Carroccio, come riporta IlGiornale.it – è quello del centrodestra insieme con il M5s». Di Maio sperava che alla fine Salvini abbandonasse il Cavaliere, assecondando quindi le sue richieste, ma così non sembra. Si prospettano ore difficili per il 31enne di Avellino, che oggi sarà a Ivrea per la kermesse annuale della Casaleggio, e che nel contempo ha ricevuto una porta in faccia anche dal Partito Democratico.
“TROPPO COSTOSO IL REDDITO DI CITTADINANZA”
Maurizio Martina, il candidato a ruolo di segretario del PD, ha infatti risposto così ai 5 Stelle: «Leggo che il capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle (Toninelli ndr) ritiene il Pd responsabile del fallimento delle politiche di questi anni. È chiaro che queste parole dimostrano l’impossibilità di un confronto con noi». E non finisce qui perché nel frattempo è arrivata anche una bocciatura da parte dell’Unione Europea, con il vice presidente della Commissione, Jyrki Katainen, che ha spiegato: «Il reddito di cittadinanza? Troppo costoso. I sistemi di sicurezza sociale devono ovviamente essere riformati rispetto ai cambiamenti del mercato del lavoro, ma il reddito di cittadinanza potrebbe essere molto costoso». Insomma, un fine settimana decisamente nero per Di Maio, come confermato anche dai sondaggi più recenti, con gli elettori che puntano al 40% su Salvini come Premier, e al 35% proprio sul leader 5 Stelle.