Münster in ginocchio dopo che un camion ha travolto la folla attraverso le modalità tipiche di un attentato terroristico. Ma prima di lanciarsi in un’analisi sterile dei fatti è bene capire il contesto in cui il presunto attacco ha avuto luogo. Parliamo di una comunità situata nella regione nord-occidentale della Germania: Münster appartiene infatti alla Renania Settentrionale-Vestfalia, il più popoloso dei sedici Lander tedeschi. Non parliamo di una metropoli: a Münster risiedono circa 300mila persone, ma siamo di fronte ad una città importante dal punto di vista storico della Germania. Una comunità agricola ma colta, come dimostra la presenza all’interno del centro storico – lo stesso interessato dal presunto attentato – di diversi tesori d’arte. Vi è poi un altro aspetto da non sottovalutare, che ha a che vedere con il contesto sociale della cittadina. Tra il 9 e il 13 maggio, infatti, avrà luogo proprio a Münster il 101° Katholikentag, ovvero la festa dei cattolici tedeschi. C’è la volontà di colpire il cattolicesimo dietro questo attentato?



IL GIRO D’ITALIA A MUENSTER

La città di Münster è legata anche al nostro Paese da una storia recente in comune. Correva l’anno 2002 quando il Giro d’Italia di ciclismo fece tappa proprio nella comunità che oggi piange morti e feriti. Ad imporsi, in quella frazione tedesca della Corsa Rosa, fu Mario Cipollini in un arrivo allo sprint. Münster vanta una storia importante e carica di richiami alla religione: dal 1534 al 1535 divenne la città-Stato anabattista di Giovanni di Leida, un’esperienza caratterizzata dall’instaurazione di un regno proto-socialista e teocratico in cui prese piede un regime del terrore. Münster torna sui libri di storia come una delle due sedi delle trattative della pace di Vestfalia del 1648, che pose fine alla guerra dei Trent’Anni. Fino ad oggi di Münster  si è parlato come di città aperta al turismo ed evoluta sotto tutti i punti di vista.

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