Emergono ulteriori quanto inquietanti dettagli circa il fermo del minorenne italiano di origini algerine, che sfruttava l’app messaggistica Telegram per diffondere la propaganda dell’Isis. Come fa sapere la Polizia di Stato, nelle molteplici chat ritrovate dalle forze dell’ordine, il giovane terrorista faceva chiari riferimenti all’attacco di Berlino, quello avvenuto il 19 dicembre del 2016, ai mercatini di Natale. In particolare, è stato trovato il testo di rivendicazione dell’Isis dell’attentato di cui sopra, tradotto completamente in italiano. Il gruppo di chat che era gestito dal minore, poteva contare su ben 200 membri, e fra gli hashtag più frequenti usati nelle conversazioni vi era califfatoIT, che serviva sia per i contatti italiani, quanto per quelli a livello internazionale. Sul canale Telegram denominato Khalifah News Italy, venivano inoltre pubblicati i link di condivisione di Youtube, Google Photos e Drive, attraverso cui si potevano vedere video in lingua araba, sottotitolai in italiano. Un nuovo importante colpo delle forze dell’ordine del nostro paese, nei confronti dell’Isis. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



PREPARAVA ATTENTATO ALLA PROPRIA SCUOLA

Un terrorista in erba di “seconda generazione”, un giovane nato in Italia da genitori algerini pronto a compiere un attentato nell’istituto scolastico: è questo il profilo del minorenne arrestato nell’ambito dell’operazione ANSAR portata avanti dagli uomini della sezione cyberterrorismo della polizia postale di Trieste e della Digos del capoluogo friulano e di Udine. Stando alle informazioni fatte filtrare dagli inquirenti, il minore – che svolgeva l’attività di propaganda su Telegram – si accreditava con autorevolezza rispetto ai suoi interlocutori, dimostrando una “forte determinazione a svolgere un ruolo da leader e da punto di riferimento per tutti coloro che intendevano partecipare attivamente alla causa jihadista”. Il canale utilizzato a tale scopo, in arabo “Stato Islamico frontiera d’Europa” vantava circa 60 membri, ai quali il giovane affidava “la traduzione in lingua spagnola, francese e italiana delle notizie da lui reperite, allo scopo di diffonderle nel modo più capillare possibile”. Insomma, una vera e propria organizzazione retta da un minore che al netto della sua età è risultato essere in “possesso di elevate capacità tecnico-informatiche, padronanza linguistica non comune e approfondita conoscenza dei principali testi sacri dell´Islam”. (agg. di Dario D’Angelo)



MINORENNE ARRESTATO, “ERA FORTEMENTE RADICALIZZATO”

Giungono ulteriori dettagli circa il fermo del giovane italiano di origini algerine, per aver diffuso attraverso l’app messaggistica Telegram, propaganda in favore dell’Isis. Stando a quanto fanno sapere gli inquirenti, come si legge sul comunicato ufficiale della Polizia di Stato: «Il ragazzo era fortemente radicalizzato, al punto da potersi ritenere che fosse pronto a realizzare un dispositivo rudimentale per compiere un’azione presso l’istituto scolastico da lui frequentato». Nello zaino del minorenne  sono stati trovati vari documenti in lingua araba, e soprattutto, una bandiera dello Stato Islamico realizzata in maniera artigianale dallo stesso giovane fermato, a conferma ancor di più dei forti sospetti delle forze dell’ordine. L’operazione che ha portato al fermo del ragazzo, iniziata a fine 2016, è stata denominata Ansar, e presenta «Profili di rilevanza sia giudiziaria che sociale, in quanto viene riconosciuta la pericolosità reale delle iniziative adottate dell’indagato, le quali, lungi da esaurire i propri effetti nella ‘dimensione virtuale’ della rete, sono risultate concretamente rilevanti». Al minore si contesta il reato di istigazione a delinquere attraverso strumenti di propaganda dell’Isis. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



FERMATO UN MINORENNE PER PROPAGANDA ISIS

Nuovo caso di antiterrorismo in Italia. Nelle scorse ore le forze dell’ordine hanno bloccato un minorenne italiano di origini algerine, colpevole di fare propaganda Isis attraverso Telegram. Sulla nota app messaggistica, la seconda più diffusa dopo WhatsApp, il ragazzo in questione aveva aperto due chat e diversi canali, per diffondere appunto messaggi inerenti lo Stato Islamico. L’indagine è partita circa un anno e mezzo fa, nel dicembre del 2016, ed è stata portata avanti dagli uomini della sezione cyberterrorismo della polizia postale di Trieste e delle Digos del capoluogo friulano e di Udine. Il canale in questione si chiamava Khalifah News Italy, e il suo responsabile, il giovane algerino, è stato denunciato. L’obiettivo di tale chat era cercare di spingere altre persone ad affiliarsi all’Isis attraverso propaganda e atti di proselitismo.

SARA’ AFFIANCATO DA UN IMAM

Nel dettaglio il ragazzo italiano originario dell’Algeria traduceva i messaggi più significativi dell’Isis, per poi diffonderli in rete appunto attraverso Telegram, cercando quindi di intercettare quelli che vengono chiamati lupi solitari, ovvero, persone che si auto-indottrinano e che spesso e volentieri divengono poi protagonisti di atti di terrorismo. C’erano alcune chat scoperte dalle forze dell’ordine, alquanto inquietanti, come ad esempio quando si chiedeva come si poteva far passare una cintura esplosiva attraverso le porte automatiche. Nei confronti del ragazzo sarà avviato, per la prima volta in Italia, un percorso di deradicalizzazione, un processo di recupero che permetta allo stesso di allontanarsi dal mondo Isis. Affinché ciò avvenga, all’italo-algerino verrà affiancato anche un imam, di modo che possa apprendere realmente i significati della regione islamica.