La disperazione di un uomo che non accettava la morte del proprio figlio, nato prematuro con un tumore e morto dopo poco un delicato intervento, si è trasformata in inaudita violenza. E’ accaduto a Palermo, dove i medici hanno tentato tutto il possibile pur di salvare il piccolo, senza però farcela. Appresa la notizia del decesso, l’uomo si sarebbe scagliato su quattro medici, aggredendoli con violenza, tra le vittime anche il primario di Chirurgia pediatrica. Dopo l’intervento del dirigente dell’ospedale, arriva anche quello del deputato M5s, Giorgio Trizzino, direttore dell’ospedale Di Cristina in aspettativa, il quale ha precisato, come riporta TgCom24: “nella nostra società sembra farsi strada il ‘divieto di morire’. Non dobbiamo consentire speculazioni di alcun tipo nei confronti della classe medica e contrastare in ogni modo quel fenomeno indecoroso di avvocati che ho personalmente trovato nelle corsie di degenza a proporre ai pazienti ed ai loro familiari azioni legali prive di ogni fondamento giuridico”. Ad intervenire anche il direttore generale dell’Istituto Gaslini di Genova che ha compreso il dolore del genitore senza però giustificare la sua reazione violenta. “Di fatto, però, medici e operatori – a cui va la mia più profonda solidarietà e vicinanza – sono diventati ormai il parafulmine di dolore, disperazione ma anche di episodi di violenza gratuita che non intendiamo più far passare sotto traccia”, ha tuonato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“ESCALATION INTOLLERABILE”
Un nuovo episodio di violenza, in ospedale a Palermo, si è registrato nelle passate ore, quando un genitore affranto per la morte del figlio, nato prematuramente e morto nonostante sia stato sottoposto ad un delicatissimo intervento chirurgico, si è sfogato aggredendo quattro medici dell’ospedale Di Cristina nel capoluogo Siciliano. A riportare la notizia, in tutta la sua doppia drammaticità è PalermoToday, che racconta i fatti avvenuti nella notte a cavallo tra venerdì e sabato. Il piccolo, affetto da una grave patologia, era stato trasferito d’urgenza dal Cervello all’Ospedale dei Bambini. Qui i genitori del neonato sarebbero stati messi al corrente delle possibili conseguenze che il delicato intervento chirurgico al quale il figlio stava per sottoporsi avrebbero potuto avere. Come preventivato dagli stessi medici, l’operazione non ha avuto un esito positivo ed il piccolo purtroppo è deceduto subito dopo. Una volta appresa la notizia, la reazione del padre sarebbe stata estremamente violenta e l’uomo si sarebbe scagliato proprio contro i sanitari accanendosi in particolare con uno di loro e mandandolo al pronto soccorso per via di un trauma cranico. Il caos in corsia, dunque, ha preso il sopravvento tanto da rendere necessario l’intervento delle Forze dell’ordine per sedare la situazione.
PADRE DENUNCIATO, LE PAROLE DEL DIRIGENTE OSPEDALIERO
Dopo la violenta aggressione, la posizione dell’uomo, malgrado fosse comprensibilmente sconvolto per la morte del figlio neonato, è ora al vaglio degli inquirenti. Il padre è stato infatti denunciato dal direttore generale dell’Arnas Civico, Giovanni Migliore per interruzione di pubblico servizio ma anche da parte del dirigente del reparto di Terapia intensiva, Giuseppe Re, per lesioni e aggressione a pubblico ufficiale. Lo stesso Migliore, al fine di fare totale chiarezza sull’accaduto, ha chiesto che il piccolo venisse sottoposto ad autopsia. In una nota inviata a PalermoToday, lo stesso dirigente ospedaliero ha denunciato questa “escalation di aggressioni ai medici e agli operatori degli ospedali”. “Non è più una questione di singoli e sporadici casi, ma sta assumendo sempre più i contorni di un fenomeno che non è più tollerabile”, ha aggiunto Migliore annunciando poi la promozione di un comitato “per la sicurezza negli ospedali e nei luoghi di cura e l’avvio di una campagna di sensibilizzazione per educare al rispetto delle strutture sanitarie e dei professionisti che svolgono la loro opera al servizio del malato”. Proprio i medici, a sua detta, negli ultimi anni sarebbero diventati un bersaglio fin troppo semplice da colpire.