«”Rallegratevi ed esultate” (Mt 5,12), dice Gesù a coloro che sono perseguitati o umiliati per causa sua. Il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità per la quale siamo stati creati. Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente. In realtà, fin dalle prime pagine della Bibbia è presente, in diversi modi, la chiamata alla santità. Così il Signore la proponeva ad Abramo: “Cammina davanti a me e sii integro”»: inizia così la terza Esortazione Apostolica di Papa Francesco, nel primo di 177 paragrafi dove viene raccontata, spiegata e illustrata la possibilità di una santità “alla portata di tutti” anche nel complesso mondo moderno sempre più secolarizzato. Una santità che si lega a doppio filo non ad una “coerenza etica personale”, ma in primo luogo al rapporto stringente e unico con il Figlio di Dio: nel terzo capitolo di “Gaudete et Exsultate” il santo Padre spiega come sia possibile “alla luce del Maestro” raggiungere la strada della santità. «Ci possono essere molte teorie su cosa sia la santità, abbondanti spiegazioni e distinzioni. Tale riflessione potrebbe essere utile, ma nulla è più illuminante che ritornare alle parole di Gesù e raccogliere il suo modo di trasmettere la verità», scrive il Papa nel paragrafo n.63.



ALLA LUCE DEL MAESTRO

Poi ha aggiunto «Gesù ha spiegato con tutta semplicità che cos’è essere santi, e lo ha fatto quando ci ha lasciato le Beatitudini (cfr Mt 5,3-12; Lc 6,20-23). Esse sono come la carta d’identità del cristiano. Così, se qualcuno di noi si pone la domanda: “Come si fa per arrivare ad essere un buon cristiano?”, la risposta è semplice: è necessario fare, ognuno a suo modo, quello che dice Gesù nel discorso delle Beatitudini. In esse si delinea il volto del Maestro, che siamo chiamati a far trasparire nella quotidianità della nostra vita». Un’attrazione per un Maestro che stupisce e coglie tutti di sorpresa, un Maestro che va “controcorrente” rispetto alla mentalità dominante tanto nella Palestina del 33 d.C. quanto nel 2018: «Nonostante le parole di Gesù possano sembrarci poetiche, tuttavia vanno molto controcorrente rispetto a quanto è abituale, a quanto si fa nella società; e, anche se questo messaggio di Gesù ci attrae, in realtà il mondo ci porta verso un altro stile di vita. Le Beatitudini in nessun modo sono qualcosa di leggero o di superficiale; al contrario, possiamo viverle solamente se lo Spirito Santo ci pervade con tutta la sua potenza e ci libera dalla debolezza dell’egoismo, della pigrizia, dell’orgoglio» . 



“DIFENDERE I DEBOLI NON È COMUNISMO”

Proseguendo nella profonda lettura dell’Esortazione Apostolica tutta dedicata alla Santità, Papa Francesco riflette su alcuni passaggi particolari della vita attuale della Chiesa, anche “minimi” se vogliamo rispetto alla vastità del Vangelo e della testimonianza di Cristo. Eppure colpisce l’interesse del Santo Padre per ogni aspetto del quotidiano, di pari passo con l’invito ad una santità che per l’appunto si incarna nella vita di tutti i giorni: «Anche i cristiani possono partecipare a reti di violenza verbale mediante Internet e i diversi ambiti o spazi di interscambio digitale. Persino nei media cattolici si possono eccedere i limiti, si tollerano la diffamazione e la calunnia, e sembrano esclusi ogni etica e ogni rispetto per il buon nome altru», scrive il Pontefice prima di affrontare in un capitolo spinoso e “divisivo” come quello dei migranti e dei deboli in generale. «Alcuni cattolici affermano che la situazione dei migranti di fronte al relativismo e ai limiti del mondo attuale, sarebbe un tema marginale, un tema secondario rispetto ai temi “seri” della bioetica. Che dica cose simili un politico preoccupato per i suoi successi si può comprendere, ma non un cristiano, a cui si addice solo l’atteggiamento di mettersi nei panni di quel fratello che rischia la vita per dare un futuro ai suoi figli».

IDEOLOGIE E DIFESA DEI “DEBOLI”

Non solo, secondo Papa Francesco queste «ideologie mutilano il cuore del Vangelo» e il suo magistero non è un «delirio a sostegno dei deboli», ma è molto di più: «Non si tratta dell’invenzione di un Papa o di un delirio passeggero» difendere le categorie dei più deboli, dei non nati, dei poveri eccetera. «Nocivo e ideologico è l’errore di quanti vivono diffidando dell’impegno sociale degli altri, considerandolo qualcosa di superficiale, mondano, secolarizzato, immanentista, comunista, populista», attacca fortissimo il Santo Padre contro una parte della cristianità anche molto polemica nei confronti dello stesso magistero di Bergoglio. In un altro passaggio spiega, «Non possiamo proporci un ideale di santità che ignori l’ingiustizia di questo mondo, dove alcuni festeggiano, spendono allegramente e riducono la propria vita alle novità del consumo, mentre altri guardano solo da fuori e intanto la loro vita passa e finisce miseramente». 

LA NUOVA ESORTAZIONE APOSTOLICA DI PAPA FRANCESCO

Papa Francesco ha pubblicato sul sito ufficiale del Vaticano la nuova Esortazione Apostolica, dal titolo “Gaudete et Exsultate” dedicata al tema centrale della Santità nel mondo di oggi. Si tratta della sua terza Esortazione dopo “Amoris Laetitia” ed “Evangelii Gaudium” e ovviamente dopo le due encicliche “Laudato sì” e “Lumen Fidei” scritti in questi 5 intensi anni di Pontificato targato Papa Bergoglio. In questi minuti la nuova Esortazione di Papa Francesco è illustrata in Vaticano dall’Arcivescovo Angelo De Donatis vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma e dal giornalista Gianni Valente, assieme all’esponente dell’Azione Cattolica Paola Bignardi. Si tratta di una riflessione sul fronte della santità, della chiamata di Dio nei giorni convulsi e secolarizzati del nuovo millenni: sono cinque capitoli e 177 paragrafi dove il Santo Padre invita tutti i cristiani ad essere santi oggi. Non è una chiamata per pochi un privilegio per alcuni, ma è «una via per tutti, da vivere nella quotidianità, visto che Il Signore chiede tutto, e quello che offre è la vera vita, la felicità… Egli ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente», scrive Francesco nel primo capitolo di presentazione del nuovo testo ufficiale. Qui il testo integrale dell’Esortazione Apostolica “Gaudete et Exsultate”

LA SANTITÀ ALLA PORTATA DI TUTTI

I temi affrontati da Papa Francesco sono moltissimi all’interno della larga sfera che fa richiamo a quella “santità” che Gesù Cristo da sempre lancia all’uomo come provocazione e libera adesione nel seguire il proprio Vangelo. «I santi non sono già beatificati o canonizzati, non esiste piena identità senza appartenenza a un popolo. Perciò nessuno si salva da solo, come individuo isolato..». Secondo il Papa la santità si vede nel popolo di Dio paziente: «nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere… Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, “la classe media della santità”». Parole semplici, quotidiane, per esprimere un concetto dalla profondità vastissima ma anche dalla “realizzabilità” assai più semplice di quanto si possa immaginare: per essere santi occorre essere non perfetti ma sinceri e umili nel riconoscere la propria piccolezza di fronte alla grandezza di Dio e la propria richiesta continua di essere perdonati nelle nostre malefatte e peccati. «La santità «andrà crescendo mediante piccoli gesti. Per esempio: una signora va al mercato a fare la spesa, incontra una vicina e inizia a parlare, e vengono le critiche. Ma questa donna dice dentro di sé: “No, non parlerò male di nessuno”. Questo è un passo verso la santità. Poi, a casa, suo figlio le chiede di parlare delle sue fantasie e, anche se è stanca, si siede accanto a lui e ascolta con pazienza e affetto. Ecco un’altra offerta che santifica…», scrive ancora il Papa nel paragrafo 16 del testo integrale della nuova “Gaudete et Exsultate”.

I NEMICI DELLA SANTITÀ

È interessante vedere anche gli effetti e i possibili “agenti negativi” che potrebbero mettere a repentaglio il percorso di santità cui ogni uomo è chiamato nel corso della sua vita: secondo Papa Francesco ci sono due “sottili nemici” che hanno attraversato la storia della Chiesa e dominano ancora oggi incarnati nei problemi della modernità che non sono certo quelli del Medio Evo o del Rinascimento. «Gnosticismo e Pelagianesimo sono due forme di sicurezza dottrinale o disciplinare che danno luogo ad un elitarismo narcisista e autoritario dove, invece di evangelizzare, si analizzano e si classificano gli altri, e invece di facilitare l’accesso alla grazia si consumano le energie nel controllare». Il monito del Papa arriva fino al dentro intimo della Chiesa, alla vita di tutti i giorni della realtà quotidiana e testimone di Cristo; «È «tipico degli gnostici credere che con le loro spiegazioni possono rendere perfettamente comprensibili tutta la fede e tutto il Vangelo. Assolutizzano le proprie teorie e obbligano gli altri a sottomettersi ai propri ragionamenti». Francesco mette poi in guardia da quei falsi profeti che pensano di sapere tutto e avere risposte per ogni cosa: «Dio ci supera infinitamente, è sempre una sorpresa e non siamo noi a determinare in quale circostanza storica trovarlo, dal momento che non dipendono da noi il tempo e il luogo e la modalità dell’incontro. Chi vuole tutto chiaro e sicuro pretende di dominare la trascendenza di Dio».