#Metoo, Laura Boldrini e Asia Argento a New York per rappresentare l’Italia nel summit in programma al World Women Foundation di Tina Brown. L’ex presidente della Camera e la nota attrice racconteranno l’esperienza del movimento nella Penisola, con la figlia di Dario Argento in prima linea dopo aver svelato gli abusi del noto produttore Harvey Weinstein. “A New York c’è questo incontro con tantissime donne e alcuni uomini, noi andremo a rappresentare la questione in Italia. In Italia ci hanno detto le peggio cose, per questa specie di martirio siamo diventate delle eroine nel resto del mondo”, le parole di Asia Argento ai microfoni di Repubblica. E l’incontro con l’esponente di Liberi e Uguali è stato sorprendente per l’attrice: “Mi sono riconosciuta molto nella Presidente: questi attacchi, queste minacce di morte a me e alla mia famiglia. Mia figlia è stata minacciata, mi sono detta che forse facciamo paura a un sistema che è marcio. Abbiamo messo il dito in una piaga che fa male”. E la battaglia va avanti: “La mia battaglia è quella di tutte le donne: ha risvegliato in me un senso civile e un attivismo che prima non avevano ragioni d’essere” .
BOLDRINI: “HO CONOSCIUTO L’ANIMA GUERRIERA DI ASIA”
Ai microfoni di Repubblica è intervenuta anche Laura Boldrini, che ha parlato del #metoo e dei risvolti che implica: “La questione riguarda in generale le donne, come il sessismo e la misoginia vengano considerate in Italia problemi di ultimo livello. Ho visto cosa è successo ad Asia Argento quando lei con coraggio decise di dire la verità in merito a quello che aveva subito da Weinstein. E’ così che ho conosciuto l’anima di guerriera di questa donna”. E la situazione nella nostra Penisola è tutt’altro che marginale: “In Italia le donne non abbiano trovato la forza di denunciare e non denunciano perché hanno paura di non essere credute”. Infine, il racconto di un aneddoto dell’infanzia: “Io provengo da una famiglia di cinque figli, tre maschi e due femmine. Sono nata negli anni Sessanta, in quegli anni si usava che le femmine aiutavano la mamma:io e mia sorella ad un certo punto non abbiamo più accettato questa cosa e non abbiamo fatto più niente. Dopo qualche giorno di totale caos, i nostri genitori hanno capito e hanno detto che i turni si facevano su cinque e non più su due. Ho pensato che quella decisione ha inciso sulla mia autostima: facendo quelle cose, potevo cambiare le cose”.