La storia si ripete: un nuovo caso di maltrattamenti, dopo quello di Vercelli avvenuto qualche mese fa. Sarebbero oltre cento gli episodi documentati dai carabinieri sulla destra d’asilo di 45 anni di Varedo, attraverso intercettazioni e registrazioni. I militari hanno ricostruito un clima di «timore, sottomissione, e continua costrizione» nella classe della maestra, al punto tale che i bambini non riuscivano «più ad andare a scuola serenamente». Come riportato da Il Giorno, la maestra costringeva i piccoli a stare fermi immobili con le braccia conserte in quelle tre ore nelle quali si occupava di loro; li sottoponeva a ricatti psicologici e minacce se si ribellavano. È stato documentato ad esempio il momento in cui un bimbo sarebbe stato costretto ad asciugare con il suo asciugamano per il viso l’acqua del bicchiere che era caduta  a terra. Alcuni bambini hanno raccontato di non aver avuto il permesso di andare al bagno, quindi di essere stati costretti a trattenere i bisogni fino all’arrivo della seconda maestra. Dalle carte è emerso anche che la maestra avrebbe detto a un alunno: «Dillo a chi ti pare, non mi interessa se mi licenziano, e ti picchio». Il quotidiano ha aggiunto che i carabinieri al loro arrivo alla casa della maestra sono stati insultati dalla stessa, motivo per il quale è stata anche denunciata per oltraggio a pubblico ufficiale. (agg. di Silvana Palazzo)



CALCI E INSULTI RIPRESI DA TELECAMERE

Ancora un caso di violenze a scapito di piccole vittime, questa volta a Varedo, presso una scuola materna nella quale 15 bambini tra i 4 ed i 6 anni erano stati affidati al controllo di una maestra, ora finita ai domiciliari. L’insegnante sottoponeva i piccoli allievi, quotidianamente, ad ogni tipo di vessazione, costringendoli a stare immobili per ore e sottoponendoli a qualunque tipo di ricatto psicologico nel caso in cui osavano ribellarsi. Le accuse a carico della donna 45enne, sono naturalmente quelle di maltrattamenti su minori avvenuti lo scorso febbraio e sui quali sono ora in corso le indagini dei militari di Monza. Le segnalazioni, come accade in casi simili, erano partite proprio dai genitori delle piccole vittime, preoccupati alla vista dei propri figli terrorizzati e in lacrime. Per questo, gli inquirenti per die settimane hanno osservato attraverso una telecamera nascosta montata in classe quello che accadeva, documentando il comportamento tutt’altro che esemplare dell’insegnante “bulla” prima di procedere con l’arresto ai domiciliari. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



CLIMA DI TERRORE ALL’ASILO

Una maestra d’asilo è finita agli arresti domiciliari per maltrattamenti su minori. La donna, 45 anni, è accusata di aver aggredito verbalmente e fisicamente bambini tra i quattro e i sei anni in una scuola materna di Varedo, in provincia di Monza. Le segnalazioni di alcuni genitori hanno messo in moto le indagini svolte dai carabinieri di Desio, coordinate dalla procura di Monza. I militari l’hanno quindi arrestata, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip di Monza. Importanti per l’inchiesta si sono rivelate le intercettazioni: anche queste hanno permesso ai carabinieri di documentare «la condotta violenta, consistente in strattonamenti e schiaffi, verbalmente aggressiva». Nell’ordinanza di arresto la maestra d’asilo è descritta coma una donna «prevaricatrice e capace di determinare nei bambini una condizione di timore, sottomissione e continua costrizione».



MONZA, BOTTE AI BIMBI: MAESTRA AGLI ARRESTI DOMICILIARI

Un clima di terrore, fatto di minacce e insulti, si era creato in una classe della scuola materna di Varedo. I casi sono avvenuti nel mese di febbraio. A denunciarli è stato il dirigente didattico su segnalazione di alcuni genitori che avevano raccolto i racconti dei bambini, terrorizzati e il lacrime. Una telecamera nascosta, montata in classe, per due settimane ha documentato il comportamento della maestra d’asilo. L’insegnante si comportava come un “bullo” con i bambini: come riportato dal Corriere della Sera, si rivolgeva ai bambini con tono sprezzante, alzando la voce e disprezzando disegni e lavoretti che i piccoli avevano preparato. Ad una bambina, ad esempio, ha strappato il disegno che le aveva mostrato dicendo che era orribile. Un bambino che non stava fermo invece ha ricevuto un calcio dalla maestra, che imponeva un silenzio tombale in classe. E se i bambini si distraevano o parlano tra loro scattavano schiaffi e maltrattamenti. Un bimbo che in un’occasione si è addormentato per la noia, del resto l’attività didattica era pressoché assente, è stato strattonato dalla donna. I genitori hanno cominciato a nutrire sospetti vedendo che i loro figli non volevano più andare a scuola quando sapevano che era presente quella maestra, invece non si lamentavano se era presente un’altra collega.