Dopo essere stato rinviato a giudizio in Australia con le gravi accuse di pedofilia, i legali del cardinale George Pell sono scesi in campo per chiedere che il processo possa svolgersi quanto prima. A darne notizia è l’agenzia di stampa Ansa che specifica come lo stesso cardinale abbia presieduto ad una prima udienza amministrativa che si è svolta presso il Tribunale dello Stato di Victoria. Sarebbero molteplici i motivi per i quali il suo legale, l’avvocato Robert Richter, abbia chiesto che venissero accelerati i tempi, a partire dall’età del suo stesso assistito. “Numero uno, il mio cliente ha 76 anni” – ha esordito l’avvocato – “e, numero due, tutti devono andare avanti con le loro vite”, ha poi aggiunto. Pell, dopo aver ottenuto un congedo dal Papa dal suo ruolo in Vaticano, intende tornare a svolgere regolarmente le sue funzioni dopo l’assoluzione. Intanto dovrà prima affrontare due processi distinti e separati e la prossima audizione amministrativa dovrebbe essere in programma per il prossimo 16 maggio. Intanto dopo la notizia del suo rinvio a giudizio, il cardinale non può lasciare l’Australia ed in caso di spostamenti deve fornire un preavviso di 24 ore alla polizia, né avere contatti con testimoni che lo accusano. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

“ACCANIMENTO SENZA TREGUA”

Parliamo di fatti risalenti al periodo 1976-1980, quando era sacerdote a Ballarat), e al periodo 1996-2001, quando era arcivescovo a Melbourne. Accuse pesanti, molestie e stupro, dalle quali si difese già nel giugno del 2017: E’ stato rinviato a processo con l’accusa di abuso sessuale il cardinale australiano George Pell e la notizia sta facendo il giro del mondo. “Respingo le accuse contro di me, la sola ipotesi di abusi sessuali mi ripugna: ho informato il Papa e tornerò in Australia perché sono ansioso di presentarmi davanti ai giudici per difendermi strenuamente. Rientrerò a Roma solo quando tutto sarà finalmente chiarito”, evidenziando un “accanimento senza tregua” dai parte dei media per le indiscrezioni trapelate, come sottolineato da Repubblica. Sul cardinale però pesano anche le accuse di aver coperto gli atteggiamenti di alcuni preti pedofili della sua diocesi di Melbourne, dove è stato prima vicario episcopale e poi arcivescovo metropolita.(Agg. Massimo Balsamo)

SANTA SEDE: “ATTENDIAMO CON FIDUCIA”

Si tratta dell’esponente della Chiesa cattolica di più alto livello mai coinvolto in accuse di pedofilia. Il Cardinale Pell, prefetto della segreteria per l’economia sospeso susta richiesta dall’incarico, è stato rinviato a processo con l’accusa di violenza sessuale su un minore, l’unica delle molte accuse, anche quelle di aver coperto abusi di altri esponenti della Chiesa, che gli è valsa l’accusa. Più della metà delle accuse poi era già decaduta durante le udienze preliminari. Dal Vaticano giunge una nota senza particolari commenti: “La Santa Sede prende atto della decisione emanata dall’autorità giudiziaria in Australia riguardante Sua Eminenza il Cardinale George Pell. L’anno scorso il Santo Padre gli aveva concesso un periodo di congedo per potersi difendere dalle accuse che gli erano state contestate. Tale disposizione rimane tuttora valida” (agg. Paolo Vites)

PELL: MI DICHIARO INNOCENTE

Il cardinal Pell si è sempre professato completamente innocente ed estraneo alle gravi accuse che lo hanno travolto in questi ultimi anni: dalla copertura di casi di pedofilia a dirette accuse su abusi su minori compiute dal prefetto della Segreteria per l’economia in Vaticano. Papa Francesco nei mesi scorsi aveva accettato la sua richiesta di congedo per potersi dedicare alla difesa punto su punto contro il magistrato di Melbourne e oggi la stessa Santa Sede ha voluto subito commentare la notizia del rinvio a giudizio con una nota del portavoce Greg Burke. «La Santa Sede prende atto della decisione emanata dall’autorità giudiziaria in Australia riguardante sua eminenza il cardinale George Pell. L’anno scorso il Santo Padre gli aveva concesso un periodo di congedo per potersi difendere dalle accuse che gli erano state contestate. Tale disposizione rimane tuttora valida», conclude il portavoce della Sala Stampa vaticana. In una nota della diocesi di Sydney si ricorda, assieme alla notifica di processo per il Cardinal, che «George Pell ha sempre collaborato con la Polizia di Victoria e ha costantemente ribadito la sua innocenza. E’ tornato volontariamente in Australia per difendersi da queste accuse. Si difenderà dalle rimanenti accuse», essendo decadute più della metà dei possibili capi d’accusa. (agg. di NIccolò Magnani)

RINVIO A GIUDIZIO PER PEDOFILIA

Era tornato in Australia di sua precisa volontà dichiarando di volersi difendere da ogni accusa di abusi sessuali. Il cardinale George Pell, una delle massime autorità della curia vaticana, si trovava infatti da tempo a Roma, dove ricopriva l’incarico di prefetto della segreteria per l’economia, in pratica chiamato a rimettere in sesto i disastrati conti della Chiesa romana. Ma da tempo in Australia si parlava di presunti abusi sessuali da lui coperti, a cui si sono aggiunte le accuse di violenze da lui stesso compiute su minori. Si è sempre dichiarato innocente, il 76enne alto prelato, ma ha deciso di sottoporsi a ogni indagine. E dopo oltre 4 settimane di udienze, è arrivata la decisione del giudice che segue il caso: rinvio a processo. Decine le testimonianze raccolte in questo periodo di tempo, con accuse gravissime. Abusi sessuali ai danni di minori avvenuti tra la fine degli anni Settanta e Ottanta a Ballarat, suo paese di nascita, e tra la fine degli anni Novanta e gli inizi del 2000 nella diocesi di Melbourne, dove Pell era arcivescovo. Inoltre è accusato anche di aver coperto molti casi compiuti da altri sacerdoti, anche uno stupro.

IL CARDINALE VA A PROCESSO

In realtà il cardinale va a processo con una sola accusa, di violenza sessuale da lui compiuta, tutte le altre accuse sono state respinte. E’ alquanto bizzarro che di fronte a una mole di testimonianze e accuse così alta, si decida il processo per un solo capo di accusa. Probabilmente è quello dove esisterebbero prove più concrete, ma allo stesso tempo sembra che il giudice stesso sottintenda che tutto il resto sia una montatura. E allora come capire che anche questo unico caso non sia tale? Quando il giudice, Belinda Wallington, ha chiesto al Porporato come si dichiarasse, il Cardinale, ex arcivescovo di Sydney e Melbourne, membro del Consiglio dei cardinali di papa Francesco (C9), una delle figure più importanti della Curia romana, si è alzato e ha detto con voce ferma: «Non colpevole».  Il prefetto su permesso del papa si trova in stato di congedo dal suo incarico proprio per seguire queste accuse, ai tempi disse che “Queste materie sono oggetto di indagine da due anni, ci sono state fughe di notizie ai media, c’è stata una character assassination senza tregua. Guardo al giorno in cui mi potrò difendere davanti alla corte. Sono innocente, le accuse sono false e considero l’idea stessa di abuso sessuale un crimine orribile”.