Era presente anche Massimo Bossetti, in permesso speciale, ai funerali della madre Ester Arzuffi, scomparsa la scorsa domenica dopo un male che l’aveva colpita da tempo. Così come era accaduto per il padre Giovanni, scomparso nel 2015, Massimo, ritenuto l’assassino di Yara Gambirasio nei primi due gradi di giudizio e per questo condannato all’ergastolo, in occasione dei funerali della madre ha voluto parlare, seppur brevemente, salutando la donna e rendendole omaggio con un sentito “grazie mamma”. La cerimonia funebre è stata privata ed a porte chiuse e ha visto la presenza anche della moglie dell’uomo, Marita Comi, e della sorella Laura Letizia. Subito dopo la funzione, però, Bossetti ha abbandonato la chiesa di Mozzo e fatto ritorno in carcere, mentre, come riporta Tgcom24, gli agenti hanno preso tutta una serie di accorgimenti per sottrarre il detenuto dall’occhio indiscreto delle telecamere e dei flash di giornalisti e paparazzi. Per questo, come riporta Il Fatto Quotidiano, ci sarebbe stato anche qualche momento di tensione tra un amico di famiglia e una troupe televisiva in quanto l’uomo non voleva che venisse ripresa l’uscita del feretro. Sul posto c’era anche Pomeriggio 5 e le sue telecamere ed oggi la trasmissione di Barbara d’Urso aggiornerà i telespettatori con i retroscena dei funerali della madre di Bossetti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA DIFESA DELLA MADRE SUL CASO YARA

Ester Arzuffi è scomparsa domenica mattina, oggi si sono tenuti i suoi funerali nella chiesa parrocchiale del quartiere Dorotina, a Mozzo, ed era presente anche il figlio Massimo Bossetti, ritenuto colpevole dell’omicidio di Yara Gambirasio. La 71enne ha sempre creduto all’innocenza del figlio, come sottolineato con forte voce ai microfoni de Il Giorno in una intervistata datata 2014: “Sicuramente. E lo sarò sempre. So che è innocente. Lotto, combatto, perché so che mio figlio è innocente”. Ester Arzuffi ha poi sottolineato i tratti del carattere del figlio Massimo, incompatibile con il profilo del killer della povera ragazzina di Brembate: “Non ci penso minimamente. È fuori da ogni mio pensiero. L’assassino non è Massimo. L’assassino è fuori. Non è Massimo. Non è Massimo, lo dico ancora. Lo conosco. Io e mio marito lo abbiamo fatto e cresciuto: è un bonaccione, un buono, incapace di fare del male. Nel modo più assoluto. Lo dico perché conosco mio figlio”. (Agg. Massimo Balsamo)



BOSSETTI HA PARLATO DAL PULPITO

Ha destato grande scalpore nell’opinione pubblica la presenza di Massimo Bossetti ai funerali della mamma Ester Arzuffi. Come sottolineato da Il Corriere della Sera, però, non vi erano motivazioni di carattere disciplinare o giudiziario per negare al carpentiere di Mapello, condannato in appello all’ergastolo per l’omicidio della piccola Yara Gambirasio, la possibilità di dare l’ultimo saluto alla madre. Eppure Bossetti anche oggi ha rischiato di dover restare in cella: essendo il primo maggio giorno festivo, infatti, gli uffici giudiziari sono chiusi. Per questa ragione, dunque, per ottenere il permesso ad uscire dal carcere di via Gleno, con tanto di scorta, si è resa necessaria una vera e propria corsa contro il tempo. Bossetti per alcune ore ha temuto di non riuscire a prendere parte ai funerali, così come prima della morte della mamma ha avuto paura di non riuscire a raggiungerla in ospedale. Anche in questo caso, però, l’avvocato Salvagni è riuscito a farlo incontrare con la mamma: due colloqui da un’ora e mezza, fino a quando la Arzuffi si è aggravata (venerdì scorso) e allora a Bosseti è stato consentito di restare un po’ di più in sua compagnia. 



MASSIMO BOSSETTI AI FUNERALI DELLA MAMMA

C’era anche Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello accusato dell’omicidio della piccola Yara Gambirasio, ai funerali della mamma, Ester Arzuffi. La donna, che in questi anni ha sfidato gli inquirenti e la genetica negando che il figlio fosse stato concepito non insieme al papà “anagrafico”, Giovanni Bossetti, bensì con l’autista di Gorno, Giuseppe Guerinoni, come invece il test del Dna stabiliva, è morta domenica mattina a 71 anni, dopo una lunga malattia, al policlinico di Ponte San Pietro. Una presenza, quella di Bossetti all’interno della chiesa parrocchiale del quartiere Dorotina, a Mozzo (hinterland di Bergamo) – dove questa mattina si sono tenute le esequie – che ha attirato l’attenzione di giornalisti e fotografi. Bossetti, come riportato da Il Corriere della Sera, è arrivato a bordo di un cellulare della polizia penitenziaria intorno alle 9:15 di questa mattina. A scortarlo un agente, che lo ha cinto con il braccio sinistro proprio per proteggerlo dai flash mentre di fretta salivano le scalette laterali della chiesa. 

LE PAROLE DAL PULPITO DELLA CHIESA

Ma una volta entrato in chiesa, nonostante il suo status da detenuto, quella di Massimo Bossetti non è stata una presenza all’insegna dell’anonimato. L’uomo condannato in appello all’ergastolo per l’uccisione di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate scomparsa il 26 novembre 2010 e poi ritrovata senza vita in un campo di Chignolo d’Isola, ha anche parlato dal pulpito della chiesetta della Dorotina, tratteggiando il profilo della madre. Bossetti, stando a quanto riportato da Il Corriere della Sera, avrebbe terminato il suo elogio funebre con un definitivo:”Grazie mamma!”. Alla fine del suo discorso, Boseti avrebbe abbracciato alcuni parenti presenti alle esequie – private e chiuse alla stampa per volontà della Arzuffi – tra cui probabilmente anche la moglie Marita Comi e la sorella Laura Letizia. Non è la prima volta che a Bossetti viene concesso un permesso del genere: già in passato aveva preso ai funerali del papà anagrafico, Giovanni Bossetti, morto nel giorno di Natale del 2015, quando il processo di primo grado era ancora nel pieno del proprio svolgimento.