Il Parco Verde di Caivano torna agli altari della cronaca e di nuovo per motivi ignobili: nel luogo dove imperversano micro-criminalità, Camorra, spaccio di droga e consumo di stupefacenti, purtroppo il degrado urbano raggiunge anche episodi frequenti e non controllati di abusi e violenze su giovani e giovanissime. Quanto avvenuto negli scorsi mesi, le indagini dei Carabinieri di Casoria (Napoli) hanno oggi reso noto a tutti: una ragazza di 15 anni è stata violentata, abusata e stuprata più volte pare dal giovane zio, o almeno questa è l’accusa formulata contro l’uomo residente nel Parco Verde di Caivano, nel Napoletano, lo stesso complesso di edilizia popolare finito sotto i riflettori per l’omicidio della piccola Fortuna Loffredo (qui sotto un breve riassunto della vicenda, ndr). Secondo quanto spiegato dai militari, l’indagine è scattata dopo che la ragazzina – oggi 15enne e all’epoca dei fatti tra i 13 e i 14 – ha raccontato tutto ad un’amica e ad una assistente sociale. La denuncia è poi formalmente partita dalla madre della ragazza che finora rimane nell’anonimato: accertamenti durati mesi con gli abusi che sarebbero avvenuti tutti entro marzo 2017, al termine dei quali la Procura di Napoli nord ha emesso immediata ordinanza di custodia cautelare con carcere per lo zio abusatore.
NUOVI ORRORI A CAIVANO
Il Parco Verde è quello stesso complesso “degli orrori” che emerse, per la prima volta alla cronaca nazionale, dopo il 24 giugno del 2014: quello è il giorno in cui la piccola “Chicca”, Fortuna Goffredo, a 6 anni venne uccisa dopo l’ennesimo stupro del vicino di casa e amico di famiglia, Raimondo Caputo detto “Titò”. L’ha scaraventa dall’ottavo piano: in un primo momento le accuse sembravano nette contro il padre di Chicca, poi però anche sfruttando l’enorme eco che ebbe il caso straziante sulle cronache nazionali,si riuscì a fare chiarezza sull’orrendo caso di omicidio misto a pedofilia. Caputo era infatti accusato anche di aver abusato sessualmente della stessa Chicca e di due delle tre figlie minori della ex compagna, Mariana Fabozzi; proprio la donna, imputata per non aver impedito gli abusi, è stata condannata a dieci anni. Titò invece ebbe lo scorso 7 luglio 2017 la condanna dell’ergastolo per l’omicidio di Fortuna: quello stesso Parco Verde di Caivano, oggi, torna triste protagonista per l’ennesima vicenda di violenza domestica e pedofilia in un’area dove il degrado regna padrone da decenni.