La visita del Papa a Nomadelfia è stato comunque un momento toccante e carico di significati, soprattutto per chi vive quotidianamente la comunità fondata da Don Zeno in provincia di Grosseto. Una terra dove tutti possono sentirsi a casa, ha sottolineato il Santo Padre, simile in questo senso di comunità a quella di Loppiano visitata poco dopo nella sua giornata pastorale. Il Papa ha enfatizzato i valori cristiani espressi dalla comunità di Nomadelfia, ed un momento di raccoglimento molto importante è stata proprio la preghiera sulla tomba di Don Zeno Saltini, in una giornata che ha saputo comunque esprimere momenti estremamente festosi, anche e soprattutto grazie alla partecipazione di oltre 3000 fedeli, oltre a quelli maggiormente dedicati alla spiritualità. (agg. di Fabio Belli)
FESTA A GROSSETO
Grande festa quest’oggi in Toscana, per la doppia tappa di Papa Francesco, prima a Nomadelfia, dove ha fatto visita ai fedeli cattolici della comunità fondata da Don Zeno vicino a Grosseto, e quindi a Loppiano, in provincia di Firenze. Una giornata di gioia per il Santo Padre e per coloro che hanno avuto la fortuna di incontrarlo, fra cui Sebastiano, un bimbo di 9 anni, che è riuscito addirittura a fare un giro sulla storica papamobile. Come rivelato da IlTirreno, il bambino si sarebbe avvicinato al Pontefice, chiedendogli se potesse salire sulla sua macchina. Clara e Nazareno, i genitori che hanno in affidamento il bimbo, raccontano che il figlio ha tirato per un braccio Bergoglio, e poi Sua Santità ha deciso di farlo salire: «Lasciatelo salire – ha detto – fatelo venire». Ovviamente in estasi il piccolo, che al termine dell’inatteso tour ha raccontato: «E’ stato il momento più bello della giornata». I genitori hanno confermato la versione di Sebastiano: «Era fuori di sé dalla gioia. E’ un bambino speciale, siamo molto orgogliosi di lui». Una giornata che non poteva essere più bella per questa famiglia di credenti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“LA COMUNITA’ DON ZENO HA SAPORE DEL VANGELO”
Per il Papa è stato un incontro sì breve, ma «carico di significato e di emozione che porterò con me nella preghiera assieme ai volti di una grande famiglia col sapore schietto del Vangelo»: Francesco è rimasto sbalordito dalla vicinanza all’origine del messaggio cristiano presente tra i volti e le esperienze delle famiglie della comunità fondata da Don Zeno. Come quei due bambini che questa mattina, dopo l’intervento del Papa, hanno regalato una pietra con scritto il nome “Francesco”, un libro con delle foto e una raccolta di immagini di Don Zeno. «Vi ringrazio per i regali ricevuti, sono doni di famiglia che vengono dal cuore, quindi sono semplici e ricchi di significato». Un richiamo continuo al Vangelo come «antidoto al mondo ostile», un plauso alla testimonianza gioiosa che traspare a Nomadelfia e un invito a rimanere nella scia del carisma di Don Zeno Saltini: «Così a Nomadelfia, in risposta a una speciale vocazione del Signore, si stabiliscono legami ben più solidi di quelli della parentela. Viene attuata una consanguineità con Gesù, propria di chi è rinato dall’acqua e dallo Spirito Santo e secondo le parole del divino Maestro: “Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre», conclude il Papa.
“LA LEGGE DELLA FRATERNITÀ”
«Di fronte a un mondo talvolta ostile agli ideali predicati da Cristo, non esitate a rispondere con la testimonianza gioiosa e serena della vostra vita, ispirata al Vangelo». Così ha parlato poco fa Papa Francesco, come riportato dall’edizione online de La Stampa. Sua Santità ha fatto visita quest’oggi a Nomadelfia, la comunità dei cattolici fondata da don Zeno Saltini negli anni ’30. Il Santo Padre è giunto questa mattina in provincia di Grosseto con l’elicottero, e al suo arrivo è stato accolto dal vescovo, don Ferdinando Neri, successore di don Zeno. In seguito, si è diretto al cimitero locale in auto, dove ha recitato una preghiera sulla tomba di Saltini (scomparso nel 1981), ed ha poi deposto una pietra con il proprio nome. Quindi il trasferimento al Poggetto e l’ingresso nella Sala Don Zeno, per il vero e proprio incontro con la comunità di Nomadelfia, dove tra l’altro ha fatto salire un bimbo della comunità sulla papamobile per un giro. Dopo aver rivolto il proprio pensiero ai presenti e dopo lo scambio dei doni, il Papa è partito alla volta di Loppiano, in provincia di Firenze, per visitare la Cittadella Internazionale del Movimento dei Focolari. (aggiornamento di Davide Gancristofaro)
SULLE ORME DI CHIARA LUBICH
Pochi minuti fa Maria Voce, la presidente del Movimento dei Focolari dopo la scomparsa della fondatrice Chiara Lubich, ha portato il saluto dell’intero movimento ecclesiale che termina di fatto la visita di Papa Francesco alla Cittadella Internazionale di Loppiano, presso il Santuario Maria Theotókos. Dopo la breve ma intensa visita a Nomadelfia sulle orme di Don Zeno Saltini, ancora la Maremma protagonista con il secondo momento atteso di questo viaggio apostolico “vicino” del Santo Padre: dopo l’adorazione del Santissimo Sacrament, Francesco è uscito davanti all’intera comunità dei focolari adunati per salutare la venuta del successore di Pietro. «Sono molto contento di trovarmi oggi in mezzo a voi qui a Loppiano, questa piccola ‘città’, nota nel mondo perché è nata dal Vangelo e del Vangelo vuole nutrirsi. E per questo è riconosciuta come propria città di elezione e di ispirazione da tanti che sono discepoli di Gesù, anche da fratelli e sorelle di altre religioni e convinzioni». Poi il saluto e l’omaggio alla grande fondatrice Chiara Lubich che così tanti segni ha lasciato nella comunità e nei suoi aderenti: «l’ispiratrice, la serva di Dio Chiara Lubich, vuole essere un’illustrazione della missione della Chiesa oggi, così come l’ha tracciata il Concilio Ecumenico Vaticano II. E mi rallegro di dialogare con voi per mettere sempre più a fuoco, in ascolto del disegno di Dio, il progetto di Loppiano a servizio della nuova tappa di testimonianza e annuncio del Vangelo di Gesù a cui lo Spirito Santo oggi ci chiama».
IL PAPA SULLE ORME DI DON ZENO SALTINI
Il viaggio ufficiale di oggi in Maremma di Papa Francesco prevedeva due tappe fondamentali, Nomateflia e la visita al Movimento dei Focolari nella Diocesi di Firenze: mentre sta per cominciare il secondo momento previsto con la visita a Loppiano e nella diocesi di Fiesole (dove visiterà la Cittadella Internazionale del Movimento dei Focolarini), si è concluso da poco l’intervento del Pontefice a Nomateflia, in quella comunità “studiata” da tanti e criticata da molti dove dei cristiani cattolici praticanti anni fa, sulla scia dell’idea di Don Zeno Saltini, diedero vita ad una comunità civile e sociale che perdura dal 1931. «Sono venuto qui tra voi nel ricordo di Don Zeno Saltini e per esprimere il mio incoraggiamento alla vostra comunità da lui fondata», ha cominciato così il Pontefice il discorso davanti all’intera comunità cattolica di questo comune in provincia di Grosseto, tanto piccolo eppure tanto famoso in tutto il mondo. «È una realtà profetica che si propone di realizzare una nuova civiltà, attuando il Vangelo come forma di vita buona e bella; Vi ringrazio tanto per il calore e il clima di famiglia con cui mi avete accolto è stato un incontro breve ma carico di significato e di emozione; lo porterà con me, specialmente nella preghiera. Porter i vostri volti: i volti di una grande famiglia col sapore schietto del Vangelo», ha raccontato ancora Papa Francesco davanti alla comunità riunita e in festa per l’arrivo del Santo Padre.
CHE COS’È NOMADELFIA?
Lo ha fatto capire bene lo stesso Francesco qual’è lo spirito e l’intento che muove questa comunità da quasi 90 anni: «La legge della fraternità, che caratterizza la vostra vita, è stato il sogno e l’obiettivo di tutta l’esistenza di Don Zeno, che desiderava una comunità di vita ispirata al modello delineato negli Atti degli Apostoli. […] avevano un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune», ripete il Papa nel suo intervento conclusivo. Il Santo Padre aveva poco prima pregato sulla tomba del Sacerdote toscano che nel lontano 1931 fondò questa comunità chiamata così con un neologismo creato dall’antico greco, con significato di «legge di fraternità». Come ha spiegato bene l’Avvenire nel preparare la visita di Papa Francesco, «i membri di Nomadelfia lavorano all’interno della comunità senza compenso economico. Il lavoro infatti qui è vissuto come atto d’amore gratuito e come responsabilità condivisa. La proprietà dei beni è collettiva, con l’impegno a possedere solo il necessario ad una vita dignitosa». Le famiglie qui non vivono isolate nella loro quotidianità ma in gruppi familiari di 4 o 5 nuclei che condividono tutto della vita di tutti i giorni.
«La responsabilità educativa è condivisa da tutti i membri della comunità; una responsabilità che si estende anche all’esterno, attraverso l’accoglienza di bambini in stato di abbandono», hanno ricordato le autorità di Nomadelfia anche oggi davanti al Papa. Francesco è rimasto colpito e sbalordito da quanto visto: come in effetti agisce il cristianesimo, non con un discorso ma con una vita reale di tutti i giorni, il Santo Padre non ha fatto altro che constatare come «don Zeno seppe individuare una peculiare forma di società dove non c’è spazio per l’isolamento o la solitudine, ma vige il principio della collaborazione tra diverse famiglie, dove i membri si riconoscono fratelli nella fede». Ora il trasferimento a Loppiano presso il Santuario Maria Thetokos dove incontrerà la comunità della Diocesi di Fiesole e il Movimento dei Focolarini fondato da Chiara Lubich.