Papa Benedetto XVI sta per tornare in tutte le librerie con il volume imminente “Liberare la libertà. Fede e politica nel terzo millennio” dedicato al delicatissimo e mai banale rapporto tra fede, ragione vita pubblica. In un momento in cui la nostra nazione in particolare vive una delle fasi più aride e povere della politica di ogni tempo, il testo del Papa Emerito arriva come un fulmine a ciel sereno che solo i più miopi potrebbero descrivere come un “trattato teologico” dell’anziano Pontefice. Tutt’altro, è un volume che promette tutta la freschezza e la gioia dell’essere cristiano in ogni ambito della vita pubblica, dunque anche la politica: «Se togli la libertà, togli la dignità» fu il motto che guidò il grande missionario irlandese del VI secolo San Colombano», scrive S.E. Mons. Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia e Segretario Personale del Papa emerito Benedetto XVI nell’intervento pubblicato questa mattina dal Corriere della Sera. Secondo Gänswein quella frase è tra i capostipiti del Papato di Ratzinger e lo si capisce anche dal volume a breve nelle librerie: «se ci distacchiamo dal concetto di verità, ci distacchiamo dalle fondamenta. Quello sul fuoco è uno dei più significativi detti di Gesù sulla pace, ma mostra contemporaneamente che carica conflittuale abbia la pace autentica. Quanto la verità valga sofferenza e anche conflitti. Dimostra come non si possa accettare la menzogna pur di “vivere tranquilli”. Nessuno ha più il coraggio di dire che ciò che dice la fede è verità», spiega Benedetto XVI nel suo volume sulla libertà da liberare ultimamente.



LA PREFAZIONE DI PAPA FRANCESCO

Secondo il segretario personale di Papa Ratzinger, tutta l’opera profonda del Pontefice tedesco sulla politica in senso lato intende mettere in rilievo  le frontiere di questo spazio culturale unico rispetto a tutte le altre culture. Esattamente come Benedetto XVI volle esprimere in maniera intrepida quel famoso 12 settembre 2006 nel discorso di Ratisbona (per cui l’Islam lo mise nell’obiettivo degli “scandali cristiani” contro la religione musulmana): «evidenziò come l’affermazione decisiva dell’argomentazione dell’imperatore Manuele II contro la conversione mediante violenza fosse, proprio partendo dalla sua immagine cristiana di Dio, quella per cui “non agire secondo ragione, non agire con il logos, è contrario alla natura di Dio”. E concludeva: “È a questo grande logos, a questa vastità della ragione, che invitiamo nel dialogo delle culture i nostri interlocutori”», scrive ancora Gänswein. La prefazione del volume dedicato alla libertà e alla politica è di quelle prestigiose e conferma lo stretto rapporto tra i due, pur dovute le distanze in metodo e tradizione di studi: Papa Francesco scrive all’inizio del libro di Benedetto XVI «il rapporto tra fede e politica è uno dei grandi temi sempre al centro dell’attenzione di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI e attraversa l’intero suo cammino intellettuale e umano. E così, con un salto di trent’anni, egli ci accompagna alla comprensione del nostro presente, a testimonianza dell’immutata freschezza e vitalità del suo pensiero» In conclusione, il Santo Padre scrive al suo predecessore «oggi più che mai si ripropone la medesima tentazione del rifiuto di ogni dipendenza dall’amore che non sia l’amore dell’uomo per il proprio ego, per “l’io e le sue voglie”»

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