Nei giorni scorsi presso la stazione di Cremona si è consumata una brutta aggressione ai danni di un capotreno, preso a calci e pugni al culmine di un diverbio tra lui e la moglie dell’aggressore sul figlio disabile. Secondo quanto ricostruito dalla società Trenord, la cliente con un ragazzo disabile in carrozzina sarebbe giunta sul binario 23 alla stazione di Milano proprio mentre le porte del treno stavano per chiudersi. Per questo, secondo la società che gestisce il servizio ferroviario regionale in Lombardia, avrebbe tentato di impedire la chiusura delle porte ed una volta riaperte, sarebbe intervenuto il capotreno accogliendo entrambi i viaggiatori diretti a Cremona. L’uomo avrebbe però fatto presente alla donna di aver avuto un comportamento poco appropriato soprattutto ai fini della sicurezza ed ha al tempo stesso informato la signora della presenza di un servizio dedicato proprio ai viaggiatori con disabilità. Quindi ha fatto in modo che a Cremona il treno arrivasse su un binario accessibile ed adeguato alla presenza di carrozzine. Una volta giunto a Cremona, però, il capotreno sarebbe stato “improvvisamente e selvaggiamente aggredito da un uomo, che ha continuato a colpirlo anche dopo averlo fatto cadere a terra”.
LA VERSIONE DELL’AGGRESSORE E DELLA MOGLIE
Del caso se ne è occupata questo pomeriggio la trasmissione Pomeriggio 5 che ha accolto in collegamento proprio l’aggressore, padre del ragazzo disabile, insieme alla moglie. Andrea, questo il suo nome, in collegamento con la trasmissione ha spiegato di voler chiedere nuovamente scusa al capotreno e di voler dare la sua versione. Secondo la ricostruzione, pare che l’uomo abbia voluto vendicarsi in quanto a sua detta il capotreno non avrebbe fornito l’aiuto adeguato alla moglie. “Non ho nulla di personale con questo signore, chiedo scusa a lui e alla sua famiglia”, ha esordito oggi l’aggressore a Pomeriggio 5. “Mi sono vergognato anche davanti alla mia famiglia ma non giustifico né chiederò mai scusa per tutto quello che è successo”, ha aggiunto Andrea. Ad intervenire è stata anche la madre del disabile, Daniela, la quale ha spiegato di non aver trovato persone disponibili ed umane sul treno. A detta della donna, sarebbero stati i passeggeri già sul treno a tentare di aprire le porte e non lei. Il capotreno sarebbe giunto arrabbiatissimo dicendo che non avrebbe potuto farla salire perché giunta in ritardo. Dopo pochi minuti avrebbero aperto le porte ma il capotreno non l’avrebbe aiutata. “Pensavo che il capotreno mi riservasse un vagone adatto a disabili, invece è salito, ha fatto chiudere la porta ed è andato via di corsa”. Avvertito il marito, l’uomo avrebbe perso la testa e sarebbe andato a prendere la moglie ed il figlio alla stazione. A sua detta sarebbe stato il capostazione e non il capotreno a dare una mano appena arrivato a Cremona. “Non giustifico il gesto, ma si è trattato di un dispetto”, ha chiosato, dopo aver dato la sua versione dei fatti. “Moralmente ho sbagliato ma il suo è stato solo un urlo alla disperazione”, ha aggiunto.