La richiesta di rinvio a giudizio per Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier Matteo, fatta dalla Procura di Firenze al gip in merito alla presunta emissione di fatture false tramite l’azienda Eventi 6 per un affare di vaste dimensioni (ovvero l’outlet The Mall del gruppo Kiering-Gucci) non ha scomposto più di tanto gli avvocati della difesa che, anzi, hanno sottolineato come la loro stessa volontà sia di andare a processo quanto prima per dimostrare l’innocenza dei due indagati. Ad ogni modo, una figura-chiave nell’inchiesta è quella di Luigi Dagostino, conosciuto come “il re degli outlet” e che, a differenza dei genitori di Renzi, deve rispondere non solo della medesima accusa ma anche di quella di truffa. I fatti, relativi al 2015, vedrebbero (stando almeno alla ricostruzione finora fatta dai pm fiorentini) i coniugi Renzi accordarsi per emettere due fatture, di cui una da 140mila euro, in merito a uno studio di fattibilità che però non sarebbe mai stato compiuto in merito al The Mall di Leccio Reggello: e sarebbe in questo momento che compare il nome dell’imprenditore pugliese Dagostino che, sempre secondo la tesi dei pim, avrebbe fatto mettere in pagamento le suddette fatture e generando un profitto ingiusto ai genitori dell’ex segretario del Pd. Inoltre, lo stesso Dagostino avrebbe abusato del suo ruolo di amministratore della società da lui presieduta anche dopo essersi dimesso da tale carica, motivo per cui nel suo caso è stata ipotizzata anche la fattispecie della truffa. (agg. R. G. Flore)
LA DIFESA, “RICHIESTA DEI PM COMPATIBILE”
La richiesta di rinvio a giudizio a carico di Tiziano Renzi e Laura Bovoli, genitori dell’ex premier, è giunta al gip nella giornata di oggi da parte della procura fiorentina. Entrambi sono chiamati a rispondere di emissione di fatture false attraverso l’azienda di famiglia Eventi 6 e la Party srl. La procura di Firenze ha altresì chiesto il rinvio a giudizio anche a carico di Luigi Dagostino, loro ex socio, sul quale pendono le medesime accuse con l’aggiunta di quella per truffa. L’inchiesta aveva sottolineato un incasso illecito per quasi 200 mila euro. Già qualche tempo fa, era stato lo stesso Tiziano Renzi ad auspicare l’inizio di un processo al fine di potersi difendere dalle accuse. Oggi, a ribadirlo è stato anche il legale dei genitori di Matteo Renzi, l’avvocato Federico Bagattini, che ha così commentato, come riporta Corriere.it: “La notizia della richiesta di rinvio a giudizio diffusa dalla stampa e della quale la difesa non ha conferma ufficiale è ampiamente compatibile con la nostra richiesta di andare a processo formulata qualche tempo fa. Siamo certi di poter dimostrare in sede processuale l’assoluta correttezza dei comportamenti tenuti dai signori Renzi”. Tiziano Renzi aveva avanzato la sua richiesta di essere processato in una lunga lettera pubblicata a pagamento su un quotidiano nella quale sosteneva: “Non ho niente da temere, non avendo commesso alcuno dei reati che mi sono stati contestati. Ma voglio essere processato davanti alla Giustizia italiana per ciò che ho fatto, non sui giornali per il cognome che porto”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
PM DI FIRENZE: RINVIO A GIUDIZIO PER GENITORI DI MATTEO
E’ stato chiesto il rinvio a giudizio per Tiziano Renzi e Laura Bovoli, i genitori dell’ex premier e segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi. I due sono accusati di aver emesso delle fatture false attraverso l’azienda di famiglia Eventi 6 e la Party Srl, riguardante l’affare degli outlet del gruppo Kering (Gucci). I pm fiorentini Christine von Borries e Luca Turco hanno chiesto il processo anche all’ex socio dei genitori di Renzi, Luigi Dagostino, che deve rispondere delle stesse accuse più di un’altra truffa, come sottolineato da Il Fatto Quotidiano. Nel mirino degli inquirenti c’è un assegno da 200mila euro ricevuto nell’estate del 2015, da due società con a capo proprio Renzi senior.
LA SCOPERTA A FINE 2017
Pare che tale fattura sia stata emessa per uno studio di fattibilità di un’area food nei pressi del The Mall di Leccio Reggello, che però non sarebbe mai stato effettuato. Dagostino ha quindi permesso ai genitori di Matteo Renzi di ottenere un ingiusto profitto, ai danni della società che ha effettuato il pagamento, la Tramor, amministrata prima del passaggio a Kering, dallo stesso Dagostino. Tale magheggio è venuto alla luce a fine del 2017, quando il nuovo ad ha modificato la dichiarazione dei redditi del 2015, dopo aver individuato una fattura «non supportata da adeguata documentazione, dato che non rinveniva né il contratto di affidamento a tale società né lo studio di fattibilità menzionato».