Una volta viste le motivazioni della sentenza, ricorreremo in cassazione“. Grande ressa dei giornalisti, ma i legali di Antonio Logli hanno comunque sottolineato di voler ricorrere rispetto alla condanna a 20 anni di reclusione per il loro assistito, considerato colpevole anche in appello dell’omicidio della coniuge, Roberta Ragusa. Non finisce qui, dunque, anche se da parte dell’accusa non c’è stata piena soddisfazione per i termini della condanna. Sarà decisivo l’ultimo grado di giudizio, ma in questo caso la presidente Maria Cannizzaro, la giudice a latere Silvia Mugnaini e la giuria popolare hanno ritenuto credibile il quadro accusatorio, ritenendo attendibile la testimonianza chiave di Loris Gozi. (agg. di Fabio Belli)

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“GIORNO DI GIUSTIZIA”

La conferma della condanna in appello per omicidio e distruzione di cadavere a carico di Antonio Logli, arrivata dopo sette ore di camera di consiglio della Corte d’Assise e di Appello di Firenze, non porrà certo fine a una lunga vicenda processuale, dato che i legali dell’uomo accusato dell’assassinio della moglie, Roberta Ragusa, probabilmente ricorreranno in Cassazione. Alla lettura della sentenza, tuttavia, l’uomo è rimasto in silenzio e impassabile, mentre i suoi avvocati sono usciti dall’aula senza rilasciare alcuna dichiarazione se non quella che attenderanno di leggere le motivazioni. L’avvocato di parte civile ha invece parlato con la stampa e ha detto che “oggi un figlio ha assistito alla condanna del padre, professionalmente siamo molto distanti perché questa donna meritava giustizia, ma è un giorno di dolore anche” ha detto riferendosi al 21enne che, durante tutto il tempo, è rimasto seduto accanto al papà e alla lettura della sentenza aveva gli occhi lucidi. Infatti, il figlio di Logli si è detto in più occasioni certo della sua innocenza e ha voluto darne prova restandogli vicino durante le lunghe ore di camera di consiglio. (agg. di R. G. Flore)

CONFERMATA CONDANNA DI 20 ANNI A LOGLI

Dopo quasi sette interminabili ore di camera di consiglio, è arrivato il tanto atteso verdetto di appello a carico di Antonio Logli, imputato per l’omicidio della moglie Roberta Ragusa: a Firenze, infatti, la Corte d’Assise e di Appello ha confermato in toto la condanna a 20 anni a carico dell’ex marito, come era accaduto anche con la sentenza di primo grado. I giudici del Tribunale toscano hanno ritenuto dunque Logli ancora colpevole di omicidio oltre che di distruzione del cadavere della donna. Il verdetto era comunque atteso ma, nonostante questo, Logli ha deciso di essere presente in aula rimanendovi per tutto il tempo, mentre era presente anche il figlio Daniele che, dal canto suo, anche in questa occasione ha ribadito di non credere ai rilievi degli inquirenti e di ritenere il padre innocente. Adesso, tuttavia, pare inevitabile che i legali di Logli presentino ricorso contro la decisione si rivolgano all’ultimo grado di giudizio, in Cassazione. (agg. di R. G. Flore)

ATTESA PER IL VERDETTO

Mancano poche ore al verdetto sulla scomparsa di Roberta Ragusa. Il marito Antonio Logli, condannato in primo grado a 20 anni per l’omicidio e la distruzione del suo cadavere, sta attendendo l’esito della camera di consiglio della Corte d’assise. Al Palazzo di Giustizia di Novoli si celebra il secondo grado di giudizio, in abbreviato, senza la presenza del pubblico. Eppure già dalle prime ore di questa mattina c’era una vera e propria ressa, anche di telecamere. Dopo l’arringa dell’avvocato della difesa Saverio Sergiampietri, sono arrivate le repliche delle parti civili. Quindi c’è stato l’intervento dell’avvocato Cavani. La Corte si è poi ritirata per la sentenza, attesa dalle 15.30 in poi, come riportato da La Nazione. Nell’aula 30 è pausa pranzo per Logli e il figlio hanno mangiato panini e bevuto succhi di frutta. Presente anche una cugina di Roberta: «Avrei voluto che mio nipote si fosse costituito parte civile». Il giovane, proprio alla vigilia dell’inizio di questo processo di appello, attraverso il suo legale Beatrice Vestri, aveva consegnato una memoria in aula davanti alla giuria. (agg. di Silvana Palazzo)

CASO RAGUSA, OGGI SENTENZA DI APPELLO

E’ arrivato l’atteso giorno della sentenza di secondo grado nel processo che vede imputato Antonio Logli, l’uomo accusato di essere l’assassino della moglie Roberta Ragusa, scomparsa in circostanze mai chiarite la notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012. Logli è stato già condannato a 20 anni di carcere in primo grado e l’accusa ha chiesto proprio la conferma della medesima pena inflitta nel dicembre del 2016 per le accuse di omicidio e distruzione di cadavere, oltre all’arresto. Se infatti nel primo grado i giudici avevano previsto nel loro verdetto solo il non allontanamento da casa nelle ore serali ed al di fuori dei comuni di Pisa e San Giuliano Terme, questa volta c’è in ballo anche la sua libertà personale. E’ su questo aspetto che oggi si dovrà esprimere la Corte d’Assise d’Appello di Firenze, come richiesto dall’accusa. Da alcune ore, come rivela Repubblica.it, i giudici si sono ritirati in camera di consiglio in attesa del verdetto che dovrebbe arrivare nel pomeriggio di oggi, intorno le ore 15:30 come da indicazioni della stessa corte. Antonio Logli, oltre a ritenersi sempre innocente rispetto alle gravi accuse che da sei anni a questa parte gli sono state mosse, si dice fiducioso nel buon esito del processo, che oggi si è ufficialmente concluso dopo l’arringa dei suoi due difensori, con la quale si è aperta oggi l’ultima udienza. La difesa dell’imputato ha ovviamente chiesto la sua assoluzione come ribadito ancora oggi dall’avvocato Severino Sergiampietri, “perché l’imputato non ha commesso il fatto, i testimoni dell’accusa sono poco attendibili”.

IL FIGLIO DANIELE IN AULA: LE PAROLE DELLE CUGINE DELLA VITTIMA

A sostegno dell’innocenza di Antonio Logli, nella precedente udienza del processo a carico dell’uomo, accusato dell’omicidio della moglie Roberta Ragusa, è stata presentata anche una memoria del figlio Daniele, oggi anche lui presente in aula insieme al padre. Nel medesimo palazzo di Giustizia attendono con ansia il verdetto anche le cugine della vittima, sempre in prima linea in tutti questi aggi di battaglia giudiziaria. Commentando la posizione del figlio di Roberta, una delle cugine, Maria, ha commentato come riporta Repubblica: “Daniele non crede che il padre sia colpevole e che la mamma sia andata via”. La donna avrebbe quindi smentito la posizione del ragazzo aggiungendo: “Bisognava ricercare la verità insieme e lui sa come io la pensi su questa faccenda. La vittima è Roberta, non lo dimentichiamo. C’è chi pensa ancora che si sia allontanata […] Daniele avrebbe dovuto costituirsi parte civile”. Ad oggi la parola “fine” non è ancora stata scritta su uno dei casi di cronaca che più ha colpito l’opinione pubblica, oggi in attesa di conoscere il verdetto: Antonio Logli colpevole o innocente? Tra poche ore la seconda “verità” processuale potrebbe ridare nuova speranza alla famiglia della vittima che da troppo tempo reclama giustizia.