Prendendo spunto dalla lettura degli Atti degli apostoli della liturgia di oggi, il papa stamane a Casa Santa Marta ha parlato del momento del suo congedo. Immediatamente i presenti hanno pensato a possibili dimissioni nello stile del suo predecessore, ma ovviamente non c’è nulla del genere in programma. “Io ho fatto questa strada, continuate voi” dice San Paolo nella lettura quando va via dalla comunità di Efeso, rivolgendosi agli anziani per recarsi a Gerusalemme dove comincerà l’ultima parte della sua vita. Si può leggere, quanto detto da Bergoglio, come quello che sarà il suo ultimo momento prima di lasciare questo mondo, ed è un pensiero che la dice lunga su di un uomo che ha dedicato tutta la sua vita al servizio della Chiesa con la consapevolezza essersi trattato solo di un tratto di strada in una storia millenaria a cui spetterà ad altri il compito di portarla avanti. E infatti il papa dice che quelle parole sono il testamento di San Paolo, ma “Quanto lontano è questo testamento dai testamenti mondani: “Questo lo lascio a quello, quello a quell’altro, quello a quell’altro…”, tanti beni. Non aveva nulla Paolo, soltanto la grazia di Dio, il coraggio apostolico, la rivelazione di Gesù Cristo e la salvezza che il Signore aveva dato a lui”.
PAPA FRANCESCO A SANTA MARTA: “VESCOVI PER IL GREGGE”
Paolo, spiega il papa, è costretto dallo Spirito, sa che andando a Gerusalemme sarà arrestato e andrà incontro al martirio, ma è questa l’esperienza del vescovo, “che sa discernere quando è lo Spirito di Dio che parla e che sa difendersi quando parla lo spirito del mondo”. Il vescovo deve desiderare ciò che ha desiderato l’apostolo, “né argento, né oro né il vestito di nessuno”: “l’unico assillo è affidare a Dio i presbiteri, nella certezza che il Signor li custodirà e aiuterà. Concludendo di chiedere la grazia perché tutti possiamo congedarci allo stesso modo: “Il suo amore grande è Gesù Cristo. Il secondo amore, il gregge. “Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge”. Fate la veglia sul gregge; siete vescovi per il gregge, per custodire il gregge, non per arrampicarvi in una carriera ecclesiastica”.