Appare oggi del tutto incomprensibile la tragedia che ha portato alla morte di Francesco Brescia, il poliziotto 24enne che si è tolto la vita con la pistola di ordinanza, nel pomeriggio di ieri, presso la casa della fidanzata a Trieste. Incomprensibile lo è soprattutto alla luce della apparente mancanza di preoccupazioni per il giovane originario di Monopoli, in provincia di Bari e che da soli 15 giorni aveva superato brillantemente il corso ottenendo come primo incarico l’assegnazione presso il commissariato San Marco di Venezia. Francesco da sempre sognava di diventare un poliziotto e proprio ora che c’era riuscito non si comprendono le ragioni di quel gesto drammatico, avvenuto proprio nel suo giorno libero e con la stessa arma di ordinanza. La sua morte ovviamente ha lasciato tutti interdetti, a partire dagli amici così come i colleghi ed ovviamente i parenti della vittima, in cerca di una ragione plausibile dietro quel gesto disperato che attualmente non trova alcuna spiegazione. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
APERTE TUTTE LE PISTE
Francesco Brescia, il poliziotto che si è ucciso sparandosi un colpo di pistola alla testa, lavorava da sole due settimane al commissariato di Venezia. Ha usato l’arma di ordinanza per togliersi la vita, ma non sono chiare le ragioni del gesto. Nulla lasciava presagire un simile epilogo per il giovane originario di Monopoli, che da poco si era trasferito a Venezia e fino a mercoledì aveva lavorato senza lasciar trasparire alcun sentimento di disagio o malessere. Ieri in occasione del suo giorno libero, ne aveva approfittato per andare a trovare la fidanzata a Trieste, dove si è consumata la tragedia. Come riportato da Blitz Quotidiano, la notizia della morte di Francesco Brescia è rimbalzata rapidamente prima in questura a Venezia e poi nelle varie chat WhatsApp. I colleghi del commissariato sono sotto choc. Al momento tutte le ipotesi sono aperte. (agg. di Silvana Palazzo)
TRIESTE, POLIZIOTTO 24ENNE SI SPARA E MUORE
In 15 giorni è entrato in servizio per la prima volta, a 24 anni, nel corpo di polizia, è riuscito ad andare a trovare la fidanza e, infine, si è tolto la vita: le assurde e tragiche due settimane di Francesco Brescia, 24enne pugliese originario di Monopoli, sono state rese note questa mattina dal Gazzettino e dal Messaggero. Una tragedia vera e propria che non vede al momento una spiegazione a quanto avvenuto nella stessa casa in cui c’era anche la giovane fidanzata. Come spiegano i colleghi del Messaggero, Francesco aveva appena superato il corso per diventare poliziotto ed era stato inviato e assegnato, come primo incarico nel commissario San Marco di Venezia. Aveva appunto appena compiuto 24 anni e si era trasferito da Monopoli, dove è nato, a Trieste, nella casa della sua fidanzata. Poi però il suicidio pochi giorni dopo aver comunicato il suo primo servizio da agente semplice nella Laguna: ieri pomeriggio la tragedia con la pisola di ordinanza puntata verso la tempia e lo sparo che ha annebbiato tutto. Al momento, secondo le prime stime dei colleghi di Trieste entrati in azione ieri sul luogo del suicidio, non vi sono elementi che spieghino il gesto: non ci sono messaggi o biglietti d’addio e alla fidanzata, pare, non avesse accennato nulla.
COMMISSARIATO SOTTO CHOC
La ragazza è completamente sotto choc, come del resto i suoi colleghi di Venezia: nessuno, pare, si sarebbe mai sognato che Brescia fosse così in crisi e così depresso da poter tentare un gesto del genere. Nessuno sa spiegarselo e nessuno lo poteva prevedere, anche perché come spesso accade in questi casi una volta presa la decisione del folle gesto nessuno deve essere “informato” per non poter poi impedire il suicidio in maniera attiva. Come riporta giustamente Fanpage, «nessuna ipotesi è da scartare, anche se, come detto, nessuno dei colleghi veneziani (per quanto Francesco in due settimane non avesse ancora fatto in tempo a creare dei legami di amicizia solidi) sarebbe riuscito a intuire nulla sulla sua sofferenza». I colleghi a Venezia, come già detto, sono sotto choc e non riescono a spiegarselo anche se dovranno per forza raccontare ai colleghi triestini se vi sono state avvisaglie o momenti “strani” in questi primi 15 giorni di servizio che hanno portato Francesco a compiere un gesto del genere.