Emerge la gravità della situazione legata al 118 tramite le parole di Mario Balzanelli presidente nazionale del Sis 118. Questi ha fatto capire come in otto anni sia stato smantellato il sistema di soccorso salva-vita mettendo a duro rischio la vita di chi chiama quello che definisce lui stesso come un ‘‘terno a lotto”. Un po’ a sorpresa le cose vanno peggio al nord rispetto al sud dove invece il personale sanitario sembra essere presente maggiormente. Al meridione però c’è una situazione complicata per quanto riguarda il numero di ambulanze a disposizione. Ci troviamo di fronte a un momento di assoluta emergenza e che va subito messo all’attenzione del Sistema Sanitario Nazionale. E’ un momento in cui cercare di trovare una risposta seria perché sicuramente le ambulanze sono di primaria importanza, pronte a intervenire quando si tratta di salvare la vita alle persone. Una situazione su cui di certo non si può scherzare. (agg. di Matteo Fantozzi)
PARLA MARIO BALZANELLI
Mario Balzanelli, il presidente nazionale del Sis 118, lancia l’allarme: il 118 è quasi vicino al collasso. Il numero uno del servizio di emergenza ha infatti descritto una situazione decisamente allarmante, dove mancano ambulanze, medici e infermieri. «Negli ultimi 7-8 anni il sistema di soccorso salva-vita è stato smantellato – la denuncia di Balzanelli, come riportato dall’edizione online del quotidiano Il Messaggero, che poi prosegue – per il 118 si spende l’1,7% di tutta la spesa sanitaria nazionale, e negli ultimi anni è stato chiuso il 50% delle Centrali operative». La situazione, paradossalmente, è peggiore al nord rispetto al sud, visto che in Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria e via discorrendo, mancano i medici e gli infermieri: «E così succede che a Milano su centinaia di ambulanze, quelle medicalizzate, cioè con medico e infermiere a bordo, sono solo cinque».
“AL NORD NON CI SONO I MEDICI, AL SUD…”
La maggior parte delle ambulanze, secondo Balzanelli, ha al loro interno solamente «soccorritori, volontari o persone che hanno seguito corsi certificati di rianimazione e che non possono intubare, dare farmaci, insomma salvare la vita alla gente». Al sud, invece, vi sono medici e infermieri, ma mancano i mezzi, e le ambulanze arrivano spesso e volentieri in ritardo, proprio perché sono poche: «A Taranto chi chiama il 118 sta tranquillo perchè il medico arriva sempre, come in Calabria e Sicilia, dove però c’è carenza di ambulanze e quindi sono sempre in ritardo mettendo a rischio la vita dei cittadini». Eppure il Decreto Ministeriale del 2015 prevedeva che ogni 60mila persone vi fosse un mezzo di soccorso con un team specializzato al suo interno, ma evidentemente non è così, e la situazione descritta è alquanto preoccupante.