A distanza di quasi quattro anni dalla morte del piccolo Gianmarco, il neonato deceduto il 14 giugno 2014 presso l’ospedale Sant’Orsola di Bologna, quattro giorni dopo un parto indotto ed eseguito in libera professione, il caso si chiude con una assoluzione a carico del medico Tullio Ghi. Il ginecologo, come rammenta Il Resto del Carlino, era stato accusato di omicidio colposo insieme all’ostetrica Francesca Tartaglia per la morte del piccolo ma, secondo quanto stabilito oggi dal gip Alberto Gamberini, il professionista è assolto da tutte le accuse perché “il fatto non sussiste”. In merito alla posizione del ginecologo, tenuto conto delle sue presunte responsabilità, il pubblico ministero Roberto Ceroni aveva chiesto al giudice la condanna ad un anno. Assolta anche l’ostetrica, come richiesto dalla stessa Procura. La decisione del gip è giunta al termine del processo che si è svolto con rito abbreviato e caratterizzato da una vera e propria guerra di perizie tra cui quella chiesta dallo stesso giudice al fine di fare luce sul caso ma che sarebbero andate alla fine a smentire la tesi dell’accusa. Secondo il pm Ceroni, infatti, la morte del neonato sarebbe sopraggiunta in seguito alle fratture al cranio provocate dall’utilizzo ripetuto e quindi improprio della ventosa.



GUERRA DI PERIZIE TRA ACCUSA E DIFESA

Il ginecologo Tullio Ghi, oggi assolto dall’accusa di omicidio colposo del piccolo Gianmarco, è stato seguito nella sua battaglia legale dagli avvocati Gino Bottiglioni e Stefano Bruno, i quali avevano presentato una loro perizia al fine di smentire la tesi dell’accusa. Alle due precedenti perizie se ne era aggiunta una terza, da parte del gip, che aveva deciso di intervenire con una perizia d’ufficio. Il legale Bottiglioni ha spiegato come proprio questa ultima perizia abbia contribuito a smentire le accuse del pm rispetto ai profili di colpa che la Procura aveva individuato ma “ne aveva introdotto uno nuovo relativo all’uso dell’ossitocina per regolarizzare le contrazioni del parto”. Dunque, nella perizia del giudice, secondo il legale di Ghi, “non c’era nessun addebito per l’uso della ventosa, che è stato ritenuto corretto”. Di contro, si sosteneva che il parto del piccolo “doveva proseguire senza l’uso dell’ossitocina, che serve ad accelerare le contrazioni. Evidentemente, però anche questo profilo di colpa, sulla base anche delle nostre argomentazioni, è stato ritenuto insussistente”, ha concluso. Lo stesso avvocato ha infine commentato anche la possibilità di un parto cesareo che tuttavia non fu eseguito in quanto “non c’erano le indicazioni per farlo”.

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