Lo scorso 18 aprile, la Corte d’Assise di Roma emetteva la sentenza di primo grado nell’ambito del processo per l’omicidio del giovane Marco Vannini. Una sentenza che ha fatto molto discutere per via di quelle condanne lievissime che hanno riguardato gli imputati. Antonio Ciontoli, principale imputato e considerato il responsabile del delitto del giovane 20enne di Cerveteri, ucciso con un colpo di pistola nell’abitazione di Ladispoli della famiglia della fidanzata, Martina Ciontoli, è stato condannato solo a 14 anni di reclusione. Ad essere condannati anche Martina e Federico Ciontoli e la madre Maria Pezzillo ad appena 3 anni di reclusione. Viola Giorgini, fidanzata di Federico e presente anche lei al momento della morte di Marco, è stata invece assolta da ogni accusa. Una sentenza che ha addolorato ulteriormente i genitori della vittima, a partire dalla madre che in aula aveva fatto sentire il suo urlo di disperazione con un secco “Vergogna”, ribadito poi anche ai giornalisti. La redazione di Chi l’ha visto, che ha seguito il triste caso sin dai suoi esordi, è stata letteralmente sommersa da messaggi subito dopo l’emissione della sentenza e tra i tanti, a scrivere è stata anche una madre, anche lei rimasta particolarmente colpita dalla decisione dei giudici. Lei è Giuliana Bramonti ed è la madre di Carlo Macro, un giovane che, così come Marco Vannini, fu ucciso a Roma. Anche in quel caso, la sentenza per la morte del figlio fu alquanto lieve. “Ho deciso di contattare la redazione perché ho sentito la sentenza riguardo al caso di Marco Vannini. Quella sentenza è praticamente la fotocopia della sentenza che è stata data riguardo al caso di mio figlio Carlo. Fatalità, anche lo stesso giudice”, ha commentato la donna ai microfoni del programma Chi l’ha visto, in onda oggi nella striscia quotidiana.



APPELLO DELLA MADRE DI CARLO MACRO ALLA MADRE DI MARCO VANNINI

Come spiegato dalla stessa donna, intervistata dalla trasmissione di RaiTre, il figlio Carlo fu ucciso in un contesto di degrado e di illegalità. Il giovane era di ritorno a casa dopo aver partecipato ad un concerto e mentre rincasava sentì il bisogno di espletare un bisogno fisiologico e per questo di fermò in uno spiazzo ma nel mentre un uomo di nazionalità indiana venne fuori improvvisamente da una roulotte che era nella medesima zona e preso da un raptus lo colpì al cuore, uccidendolo senza alcun motivo. Tra l’indiano e la vittima, come spiegato dalla signora Bramonti, non c’era mai stato alcun contatto, né si erano mai visti. La persona che ha ucciso Carlo è stato condannato a 14 anni di reclusione, “esattamente come la persona che ha ucciso Marco Vannini”, ha commentato la donna che parla di “sentenze fotocopia”. Ad emettere entrambe le sentenze sarebbe stata la stessa presidente della Corte d’Assise Anna Argento e dallo stesso giudice. Le condanne sono state identiche, con una pena ridotta di 7 anni rispetto ai 21 richiesti dai pm. I due casi sono accomunati da due morti assurde e da un analogo iter processuale per entrambe le vittime. Anche per questa triste similitudine, la madre di Carlo ha voluto inviare tramite la trasmissione Chi l’ha visto un messaggio alla madre di Marco, Marina: “Se fosse possibile dare il mio supporto in qualsiasi modo e tanto coraggio e forze di volontà per andare avanti, anche se la vita diventa un’altra cosa da prima a dopo la morte del figlio. Si muore un po’ con il figlio. Per questo mi auguro per lei che la trovi. Le faccio tanti auguri per questo, che trovi la forza di andare avanti e di chiedere la giustizia di cui Marco ha diritto, così come io continuo a chiedere giustizia per Carlo”.

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