Lo psichiatra negoziatore Di Giannantonio è intervenuto poco fa anche in una rapida intervista per NewsMediaset spiegando di non avere grandi rimpianti per la tragedia successa: «ho cercato di convincere Fausto Filippone a desistere dal proposito di suicidarsi prima di lanciarsi nel vuoto e farla finire», spiega l’esperto negoziatore ai colleghi di Mediaset a 48 ore ormai dalla strage di Francavilla. «Ero a un metro da lui, ci ho provato. Ma non c’era nulla da fare», ha poi aggiunto ancora Di Giannantonio. Nel frattempo le inchieste continuano per provare a capire cosa possa aver fatto scattare un’improvvisa “depressione psicotica” come è stato spiegato in queste prime difficili fasi dell’indagine: secondo lo psichiatra deve essere successo qualcosa 15mesi fa, come diceva Filippone nelle urla e “richieste” durante quelle tantissime ore appeso al viadotto sull’A14. È rimasto sospeso, spiegano gli inquirenti, per un improvviso senso si sopravvivenza ma dopo molte ore tutto è svanito e Fausto ha deciso di lanciarsi nel vuoto a pochi metri dalla bimba che poco prima aveva scaraventato giù dal cavalcavia. (agg. di Niccolò Magnani)
IL NEGOZIATORE: “IMPOSSIBILE STABILIRE UN DIALOGO”
Si continua a parlare della tragedia di Francavilla: Fausto Filippone, l’uomo che si è suicidato lanciandosi da un cavalcavia dell’A14 dopo aver lanciato la figlia di Ludovica dallo stesso, perché ha deciso di compiere questo estremo gesto? Non è in grado di dirlo con precisione neanche Massimo Di Giannantonio, ordinario di Psichiatria all’Università degli studi D’Annunzio di Chieti, il negoziatore che per ore ha tentato di stabilire un dialogo con il manager. Intervenuto a La Vita in Diretta su Rai Uno, l’uomo ha spiegato come nonostante i diversi tentativi di far desistere Filippone dal suo intento non ci si stato verso di aprire un dialogo: “Non stabiliva neanche un contatto visivo: ripeteva che era arrivato il momento di pagare per i gesti orribili che aveva compiuto. Diceva che lui era sempre stato una persona perbene e non si spiegava il motivo per cui aveva compiuto questi atti”. Smentita poi l’ipotesi che la figlia Ludovica, di 10 anni, si sia lanciata nel vuoto perché convinta dal padre:”E’ stata lanciata”, ha sentenziato il dottor Di Giannantonio. (agg. di Dario D’Angelo)
LA STRANA TELEFONATA ALLA NONNA
Continuano ad emergere ulteriori dettagli rispetto alla tragedia di Francavilla, che ha visto Fausto Filippone suicidarsi da un cavalcavia della A14 dopo aver lanciato nel vuoto la figlia Ludovica di 10 anni e forse aver ucciso anche la moglie Marina Angrilli, precipitata dal balcone al terzo piano della casa che i coniugi affittavano agli studenti. Ma c’è un dettaglio inquietante riguardante la piccola vittima, raccontato dal cognato di Filippone, il fratello della moglie Francesco Angrilli. Come riportato da Il Corriere della Sera, l’uomo ha dichiarato:”Fausto Filippone quaranta minuti più tardi (rispetto alla cadutaha chiamato la casa di nostra madre, nonna Anna. Con lei era rimasta la piccola Ludovica. Lui ha detto: Anna sto arrivando, fammi venire incontro mia figlia, l’aspetto all’incrocio, davanti alla pasticceria…Che fretta aveva?”. Ora purtroppo lo sappiamo…(agg. di Dario D’Angelo)
“LA BAMBINA SEMBRAVA STORDITA”
Restano ancora molti gli aspetti da chiarire circa l’omicidio/suicido avvenuto nella giornata di ieri in quel di Francavilla, in provincia di Chieti, a cominciare dalle motivazioni che avrebbero spinto Fausto Filippone a gettare nel vuoto la figlia, e a suicidarsi subito dopo. Nelle scorse ore è stato interpellato dai colleghi de IlMattino il professor Massimo Di Giannantonio, psichiatria all’università di Chieti, che insieme al maresciallo dei carabinieri Alessio D’Alfonso, ha tentato di convincere Fausto a ripensarci. Decisamente inquietanti le parole circa la bambina, che stando al mediatore, appariva quasi in stato confusionale, catatonico: «Quando la pattuglia della Polizia stradale è arrivata sul posto – racconta al quotidiano partenopeo – ha visto la bambina sospesa nel vuoto accanto a lui, ma era come stordita, in totale stato di choc. In piedi sul vuoto, con una condizione emozionale di tipo inibitorio. E quando lui l’ha spinta giù non ha fatto un urlo, niente». Le mediazioni sono durate sette ore, ma a nulla sono valse, visto che sia la piccola quanto l’uomo sono morti. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“HO FATTO COSE ORRIBILI”
Massimo Di Giannantonio, ordinario di Psichiatria all’Università degli studi D’Annunzio di Chieti, è l’uomo che per ore ha tentato di far desistere Fausto Filippone dal proposito di suicidarsi e gettarsi dal viadotto Alento, lo stesso dal quale aveva lanciato la figlia Ludovica di 10 anni. Il negoziatore, intervistato da Il Corriere della Sera, ripassa quella drammatica trattativa:”Ci ha detto che era un uomo felice, che nella sua vita tutto era a posto, tutto era corretto, ma che quindici mesi prima erano intervenuti degli avvenimenti che l’avevano resa differente e che avevano stravolto tutto. Diceva che aveva compiuto dei gesti orrendi senza capirne la ragione. Continuava a guardare di sotto e a scusarsi. Diceva di non capire nel modo più assoluto i motivi per i quali aveva compiuto queste cose tremende. Cose per le quali, comunque, ripeteva, non c’era altra possibilità che farla finita. Commentava, a proposito del trovarsi in quella situazione, appeso alla rete del cavalcavia, di essersi trasformato in un fenomeno da baraccone, mentre lui era una persona perbene”. Un dramma personale all’interno di una tragedia familiare di immani proporzioni. (agg. di Dario D’Angelo)
IL MEDICO CHE HA SOCCORSO MARINA: “IL MARITO ERA STRANO”
La tragedia familiare consumatasi a Francavilla resta per ora senza un’apparente spiegazione? Perché Fausto Filippone ha deciso di lanciarsi dal viadotto Alento sulla A14? E perché prima di suicidarsi ha deciso di togliere la vita anche della piccola Ludovica, la sua bambina di 10 anni? E infine: quella della moglie Marina Angrilli dal balcone della casa al secondo piano di piazza Roccaraso, a Chieti Scalo, è stata una caduta accidentale o anche in questo caso è intervenuta la mano omicida di Filippone? Come riportato da Il Corriere della Sera, il primo a soccorrere la donna dopo la caduta è stato un medico, Giovanni Salvio, residente nella stessa palazzina. L’uomo non ha potuto fare a meno di notare lo strano comportamento di Filippone:”Intorno a mezzogiorno ho sentito un urlo straziante e poi un tonfo. Non c’era nessuno intorno a lei, solo dopo qualche minuto è arrivato quell’uomo, era molto nervoso, farfugliava, si teneva le mani tra i capelli e ripeteva: che sciagura, è caduta dal secondo piano, lei è mia moglie. Però restava sempre a qualche metro di distanza, malgrado lei perdesse molto sangue. Poi, mentre aspettavamo l’ambulanza, è venuto da me col cellulare in mano e mi ha detto: “Ti lascio questo numero, io devo andare a prendere mia figlia”. Un po’ insolito, per un marito a cui è appena caduta di sotto la moglie”. (agg. di Dario D’Angelo)
FILIPPONE E LA MOGLIE NON SI STAVANO SEPARANDO
I genitori di Ludovica Filippone non si stavano separando: la notizia viene rilanciata dal Corriere della Sera che ha raggiunto la mamma di un’amichetta di scuola della bimba lanciata dal cavalcavia in A14. Spesso Ludovica e la figlia di Azzurra Santoro giocavano insieme e la donna era divenuta amica della sig.ra Filippone: mai avrebbe immaginato quanto avvenuto ieri a Francavilla anche perché non sembravano proprio esserci di prodromi nei comportamenti di Filippo e Marina. «Era una famiglia normalissima non mi sarei mai aspettata che accadesse una cosa del genere. Il padre era una persona serenissima. Non è vero, come hanno detto, che era una persona imbronciata. I genitori di Ludovica non si stavano separando. Non c’erano segnali strani», spiega Azzurra ai colleghi del CorSera. La piccola vittima viene descritta come una ragazzina sveglia e dolcissima, «era sempre tranquilla e intelligentissima. Allegra, dolce e sempre sorridente. Mai nessuna tristezza, era adorata dai genitori», rilancia ancora l’amica della donna caduta ieri dal balcone in circostanze ancora misteriose. Addirittura venerdì scorso Ludovica e la figlia della signora Santoro hanno dormito assieme nella casa dei Filippone dopo un concerto: nulla è avvenuto, tutto tranquillo nella norma. Poi 48 ore dopo l’impossibile e imponderabile tragedia.. (agg. di Niccolò Magnani)
“ERA UNA FAMIGLIA NORMALISSIMA”
È stata una drammatica domenica a Francavilla al Mare, in provincia di Chieti, dove un uomo si è lanciato nel vuoto dopo aver gettato la figlia da un’altezza di 40 metri. La bambina di 10 anni è morta sul colpo, ma è stato difficile recuperare il suo corpo, finito in mezzo alla boscaglia. Il padre invece, Fausto Filippone, si è suicidato dopo sette ore di trattative con un mediatore. Appeso alla recinzione del viadotto dell’A14, ha poi deciso di farla finita. Una tragedia inspiegabile al momento, probabilmente riconducibile a quella della moglie dell’uomo, avvenuta poche ore prima. La donna è precipitata dal balcona di casa ed è morta poche ore dopo in ospedale. Per ore sono circolate notizie frammentarie, alcune delle quali inesatte, sulla vicenda. Uno dei famigliari ha fatto chiarezza: «Era una famiglia normalissima e di sani principi», ha raccontato il fratello della donna, Francesco Angrilli. Ora l’inchiesta dovrà fare chiarezza su questa tragedia familiare.
TRAGEDIA SUL VIADOTTO: LA RICOSTRUZIONE DELLA POLIZIA
All’indomani dell’omicidio-suicidio la Polizia spiega in una nota che dagli accertamenti svolti finora non sono emersi problemi rilevanti, o che possano giustificare i gesti compiuti all’interno del nucleo famigliare. Segnalano però un episodio recente, il decesso della madre di Fausto Filippone, a cui era particolarmente legato, ma non è chiaro se questo lo abbia destabilizzato, visto che non aveva esternato importanti segni di sofferenza. Durante la trattativa però ha lanciato un foglio dal viadotto con una lista di nomi cui si stanno svolgendo i dovuti riscontri. La polizia ha fornito anche la cronologia dei fatti: tutto è cominciato nella tarda mattinata di ieri, quando c’è stato un intervento per la caduta dal balcone di una donna, Marina Angrilli, poi deceduta in ospedale. Dalle 13 sono partite le segnalazioni dagli automobilisti in transito sulla A14 che hanno visto un’auto ferma sulla carreggiata. Lì è stato visto l’uomo con la figlia, entrambi seduti sopra la barra superiore del guard rail, a ridosso della rete di recinzione. I poliziotti hanno visto l’uomo lanciare la bambina dal viadotto. I soccorritori hanno provato ad avvicinarsi, ma lui ha minacciato di lanciarsi ogni volta. Dopo ore di trattativa, alle 20 circa, si è lanciato finendo poco distante dal corpo della figlia. Il personale medico sul posto non ha potuto fare altro che constatare il decesso delle due persone. Le salme sono state messe a disposizione del magistrato di turno.