Daniele Carli, l’uomo che lo scorso venerdì ha dimenticato la sua bambina Giorgia, un anno, nella sua auto recandosi al lavoro, è ora indagato per omicidio colposo. In realtà Carli si è già autocondannato per la morte della sua piccola avvenuta nel parcheggio della fabbrica in cui il papà lavora, a San Piero a Grado, provincia di Pisa. L’uomo, come ogni mattina, avrebbe dovuto accompagnare la piccola all’asilo nido di Riglione, ed invece quella mattina è passato davanti all’edificio ma ha proseguito dritto, fino a raggiungere il posto di lavoro nel quale è entrato alle 8.30. Solo alle 15.30, quando la madre si è recata all’asilo per riprendere la bimba, ha appreso dalle educatrici che nessuno l’aveva mai portata. Quindi la telefonata preoccupata al marito e la scoperta, intorno alle 16.00 del corpo ormai senza vita della figlioletta, rimasta chiusa in auto per ore, sotto il sole cocente. Ora sarà l’autopsia affidata dal pm Giancarlo Dominijanni al medico legale Luigi Papi a fare luce sulle cause del decesso della piccola Giorgia. E’ un passaggio fondamentale, questo, per permettere l’esatta ricostruzione della dinamica e dei tempo. L’esame autoptico era previsto per ieri mattina, come riporta La Nazione, dunque non resta ora che attendere i risultati i quali porteranno solo nuovi dettagli scientifici in più ma nessuna altra attesa verità, trattandosi di fatto di un atto dovuto.
IL PADRE SOTTO CHOC
Dopo il primo momento di choc, il padre della bimba dimenticata in auto e morta, Daniele Carli, non si dà pace per quanto accaduto. Indagato dalla Procura per omicidio colposo, l’uomo si è addossato tutte le colpe tanto da continuare a ripetere, rivolgendosi alla moglie: “Non so come fai a guardarmi ancora negli occhi: ho ucciso nostra figlia”. A raccogliere il suo comprensibile sfogo, nei giorni scorsi, è stato il quotidiano La Nazione. Anche per questa ragione al suo fianco è sempre presente anche una psicologa nel tentativo di dargli conforto, mentre nella sua casa di Musigliano di Cascina continua il pellegrinaggio di amici. Al suo fianco anche la moglie, che non lo ha mai lasciato solo per un solo istante. Gli inquirenti, intanto, avrebbero ben chiara la triste dinamica, confermata anche dalle testimonianze della madre della piccola e delle educatrici dell’asilo nido. Per quanto riguarda la versione dell’uomo, per il momento si dovrà attendere, come ha lasciato intendere un investigatore che ha confidato al quotidiano: “Non è in grado di sostenere un colloquio, figurarsi se può essere preso a verbale”. Inevitabile, tuttavia, una indagine penale.