Nunzia Canistro al centro delle polemiche. La vicesindaca eletta con una coalizione di centro a San Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, è stata ritratta ai fornelli con un grembiule con Benito Mussolini e si è scatenato il caos. La politica ha però voluto precisare con chiarezza su Facebook sulla vicenda, rispondendo alle accuse di Fascismo: “Prendo decisamente le distanze dalle polemiche, spesso strumentali, che riguardano una mia foto postata da un’amica, senza il mio consenso, che mi ritrae in un contesto privato, mentre partecipavo a una festa per il compleanno di un amico, indossando un grembiule che ritrae il dittatore Benito Mussolini”. E sottolinea: “La situazione, amichevole e priva di ogni ufficialità, mi ha portato dietro i fornelli per una estemporanea interpretazione del ruolo di cuoca, ruolo che non mi appartiene spesso per impegni vari. Non ho mai avuto pretese da chef, né tantomeno nostalgie per periodi storici che considero lontani dal mio modo di pensare e agire. Convinta democratica e antifascista, le mie convinzioni civili e politiche sono improntate all’abiura di ogni forma di prevaricazione, che è l’anticamera della dittatura. Non ho nostalgia del fascismo, così come non ho nessuna intenzione di farmi portavoce di personaggi che la storia ha condannato e che sono lontani dalle istituzioni democratiche e repubblicane”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



NUNZIA CANISTRO CON IL GREMBIULE DI MUSSOLINI

San Giovanni Rotondo, Puglia, città universalmente nota come quella di Padre Pio, visitata ogni anno da milioni di pellegrini. Un fantasma però si aggira per le vie della località, il fantasma di Benito Mussolini. E insomma, ormai il fascismo è tornato di moda lo dicono tutti. Addirittura il vice sindaco Nunzia Canistro, a capo di una giunta composta da liste civiche per cui lontane da qualunque partito e ideologia, è una di queste. Dimissioni immediate tuona l’associazione dei partigiani a cui non sfugge nulla, neanche in questo piccola località dell’estremo sud italiano. Motivo? La vice sindachessa ha osato farsi fotografare, a ristorante chiuso con solo alcuni amici e i proprietari con un grembiule da cucina in cui spicca l’immagine del Duce. “Nunzia Canistro è la vicesindaca della città voluta direttamente dal sindaco, Costanzo Cascavilla, rappresenta le istituzioni e tutti i cittadini. Chiediamo le dimissioni dela vicesindaca ‘nostalgica’, perché incompatibile con l’esercizio di un ruolo istituzionale” dice l’Anpi. Lei si difende parlando di una goliardata tra amici e al chiuso, inutile poi ricordare che quando era assessore alla toponomastica fece rimuovere l’assurda targa che troneggiava in città: “Piazza Don Giovanni Bosco già piazza della rivoluzione fascista”.



LA VICESINDACO È FASCISTA? LA PROVOCAZIONE

La si può definire una fascista? La foto apparsa sul suo profilo FB e subito rimossa è comunque un errore, un rappresentante dello stato non deve mai cedere a queste cosiddette “goliardate”. Lei alle accuse risponde così: “Dispiace che una situazione privata, in un luogo non pubblico, tra amici che si ritrovano per passare una serata in allegria e festeggiare il compleanno di una persona, si ritrovi, per una posa goliardica e finalizzata a strappare un sorriso bonario al festeggiato, al centro di una polemica che, se fosse stata rispettata la privacy e il consenso alle norme previste in materia, non sarebbe mai nata”. Ma per far rispettare la privacy in una era dominata dai social network bisogna evitare di farsi fotografare con un grembiule del genere, si sa che la privacy ormai è una cosa del passato, è stata violentata e cancellata dai social network. Un vice sindaco dovrebbe saperlo. “Non accetto lezioni da nessuno sul mio sentimento democratico e antifascista – dice ancora – Ho sbagliato a prestarmi a un gioco goliardico, ma le mie colpe sono tutte lì”. Caccia alle streghe o caccia alla stupidità? Cacciatori democratici o cacciatori ideologicamente che hanno stufato?

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