Mentre le indagini per far luce sul terribile stupro a scapito di una donna 44enne, accaduto nella notte a cavallo tra giovedì 17 e venerdì 18 maggio nei pressi di Roma, proseguono senza sosta, emergono le dichiarazioni choc della vittima. Secondo il procuratore Francesco Menditto, il quadro sarebbe ormai completo ed il branco di bengalesi che avrebbe approfittato della donna, costretta a salire con la forza su una Fiata Panda rossa e stuprata, sarebbe sempre più alle strette. Teatro dell’assurdo episodio di violenza è stata una zona isolata nei pressi del casello A1 di Guidonia, sotto un cavalcavia dell’autostrada del Sole. Qui si è consumata la violenza rimasta impressa nelle mente della 44enne che in una intervista choc a Il Messaggero ha ripercorso le tappe della follia che ha travolto i suoi aguzzini. Il racconto fa rabbrividire: “Quella bestia mi mordeva le labbra, il volto, le braccia, dietro le spalle, sulle gambe, sembrava un leone famelico, puzzava di birra”, ricorda la 44enne. Nonostante lei vomitasse, ai suoi aguzzini sembrava non importare nulla. “Vomita pure, tanto t’ammazzo”, le avrebbe detto uno del branco. Ma l’orrore sarebbe andato avanti in quanto con due cellulari – uno per illuminare, l’altro per riprendere – il suo stupratore rideva di lei dicendole: “Lo metto su Facebook”.



LE MINACCE DI MORTE DURANTE LE VIOLENZE

La donna 44enne vittima dell’inaudito stupro vicino Roma, non riesce a togliersi di dosso quanto vissuto. “Mi sono lavata e rilavata, sterilizzata, ma quello schifo proprio non se ne va. Ho girato il mondo, viaggiando anche da sola, in Africa, in America, in Olanda, so farmi rispettare dagli uomini, ma questi erano belve”, dice. Eppure il vero orrore non era ancora arrivato poiché solo dopo la violenza sarebbero spuntati altri due uomini, ubriachi nonché conoscenti. Da lì a poco sarebbero giunte nuove minacce: “Mo’ che voi fa? O ci stai o, guarda, manco mi serve il coltello, ti stritolo con questa mano, e mi ha afferrato per il collo”. Chi le tirava le gambe, chi le sfilava una parte del pantalone, ed ancora schiaffi a non finire. “Io ho provato a difendermi”, ricorda la donna, “ma loro erano in quattro sopra di me”. E mentre andava avanti la violenza proseguivano anche le minacce di morte confermate da alcuni video del capobranco con alcune donne straniere che urlavano e chiedevano pietà.

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