La strage di Ustica poteva essere evitata: è questo il senso della sentenza della Cassazione a sezioni Unite che ha condannato lo stato a risarcire Itavia. Come riportato da Il Corriere della Sera, i togati sostengono che se i ministeri della Difesa e delle Infrastrutture si “avessero adottato le condotte loro imposte dagli specifici obblighi di legge, l’evento non si sarebbe verificato”. Questo poiché, si legge, “attraverso un’adeguata sorveglianza della situazione dei cieli sarebbe stato possibile percepire la presenza di altri aerei lungo la rotta del Dc9 e, quindi, adottare misure idonee a prevenire l’incidente, ad esempio non autorizzando il decollo, assegnando altra rotta, avvertendo il pilota della necessità di cambiare rotta o di atterrare onde sottrarsi ai pericoli connessi alla presenza di aerei militari o, infine, intercettando l’aereo ostile con aerei militari italiani». Da qui la decisione della Cassazione di dichiarare inammissibile il ricorso presentato dai ministeri contro la sentenza della Corte d’Appello di Roma del 2013, che aveva stabilito un risarcimento proprio di 265 milioni di euro nei confronti della compagnia fallita in seguito alla strage di Ustica. (agg. di Dario D’Angelo)
STRAGE DI USTICA, MINISTERI CONDANNATI AL RISARCIMENTO
Lo stato dovrà risarcire Itavia, la compagnia aerea famosa per la strage di Ustica. A dirlo è stata la Cassazione a sezioni Unite, che ha confermato di fatto la responsabilità del Ministero della difesa e delle infrastrutture, per quanto accaduto il 27 giugno del 1980, l’abbattimento dell’aereo DC9 sui cieli siciliani. Ora toccherà ai giudici della III sezione civile stabilire se i 265 milioni di euro chiesti come risarcimento, saranno una cifra equa oppure troppo eccessiva. Stando alla suprema corte, i ministeri sono ritenuti responsabili perché hanno omesso «Attività di controllo e sorveglianza della complessa e pericolosa situazione venutasi a creare nei cieli di Ustica». In poche parole, avrebbero dovuto evitare il volo di linea, o per lo meno, non farlo passare in quello spazio aereo, sapendo della tesissima situazione internazionale di quegli anni. Il 27 giugno di 38 anni fa, un volo partito da Bologna e diretto a Palermo, fu colpito da un missile senza alcun preavviso da parte degli addetti ai lavori italiani.
A QUANTO AMMONTA IL RISARCIMENTO?
Itavia aveva già incassato ai tempi 3 miliardi e ottocento milioni di lire, quindi la III sezione civile della Cassazione, come si legge sull’edizione online de Il Fatto Quotidiano, ha chiesto alle Sezioni Unite di decidere se la stessa compagnia aerea fallita, dovesse ricevere un ulteriore risarcimento danni. Tra l’altro, i 265 milioni di euro richiesti come risarcimento, risultano essere in gran parte interessi che continuano a decorrere, visto che ormai sono quasi 4 decenni che questa vicenda giudiziaria va avanti. Nel dettaglio, 27.5 milioni di euro erano il risarcimento del danno, 105 milioni la rivalutazione dello stesso, e 132 di interessi.