Cosa è il “lodo Bernardo”? E’ un emendamento passato nel 2009 all’interno del decreto anti crisi, il cui nome è quello del promotore, l’ex deputato dell’ex Pdl Maurizio Bernardo. In sostanza, in caso di indagini sui danni erariali in assenza di una denunzia formale fatta dall’amministrazione che ha subito il danno, le Corte dei Conti non possono intervenire. Si fa riferimento soprattutto a danni di immagine all’amministrazione locale colpita da assenteismo, o da furti e tangenti da parte dei dirigenti: solo il governo, nella fattispecie politici che governano tale amministrazione, li possono denunciare. Cosa centri tutto questo con il G8 e le violenze da parte della polizia nella caserma di Bolzaneto dove vennero rinchiusi centinaia di manifestanti ritenuti responsabili di torture da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo è difficile da capirlo, come lo si legge oggi su Repubblica.
LODO BERNARDO, COS’È E PERCHÉ CORTE DEI CONTI È CONTRO
Nell’articolo infatti si legge che si può punire l’impiegato assenteista che finge un giorno di malattia ma non il poliziotto responsabile di violenze. A aprire la questione la Corte dei Conti di Genova che ha sollevato una questione di legittimità davanti alla Corte costituzionale. Il lodo Bernardo, si legge ancora, “vincola la contestazione di danno d’immagine ai soli reati contro la pubblica amministrazione. Risultato: tutte le forme di abusi e violenze come quelle commesse a Genova a Bolzaneto e alla scuola Diaz restano impunite”. Sinceramente sembra un accostamento del tutto fuori ogni logica, ma piuttosto la protesta dei magistrati che con il lodo Bernardo si sentono derubati del loro potere e allora non trovano di meglio che tirare fuori ancora una volta il G8. Punire o no un poliziotto per violenze infatti non è impedito da nessuno, mentre il lodo Bernardo si occupa di altro. Dunque, il fatto che si possa punire un impiegato assenteista e non un poliziotto violento sarebbe una “conclusione che appare manifestamente illogica, irrazionale, intrinsecamente contraddittoria e contraria al più elementare senso di giustizia”. Vedremo cosa dirà la Corte di Cassazione.