La vicenda di Frosinone, con un carabiniere picchiato da un richiedente asilo nigeriano, sta trovando grande spazio nell’opinione pubblica. La politica nelle ultime ore ha commentato il fatto e sono giunte dure condanne sull’episodio: “Il richiedente asilo nigeriano che ieri a Frosinone ha devastato un ufficio postale e poi ha aggredito e ferito un Carabiniere, cercando di colpirlo con una spranga mentre era già a terra, va espulso subito, già oggi, senza se e senza ma. Solidarietà al carabiniere ferito e sconcerto per questa brutale violenza, l’ennesima commessa da un richiedente asilo: ne abbiamo accolti oltre 600mila, quasi tutti africani sub sahariani che non fuggivano da nessuna guerra, nei cinque anni dei Governi del PD, ne abbiamo accolti 11mila in questi primi quattro mesi e mezzo, e quale conto – non solo economico, perché non mi riferisco solo ai 5 miliardi l’anno che spendiamo per mantenerli – in termini di sicurezza e di violenze e crimini abbiamo pagato?”, queste le parole dell’esponente della Lega Roberto Calderoli. Queste, invece, le parole di Giorgia Meloni: “Solidarietà al carabiniere brutalmente aggredito a Frosinone da un nigeriano – richiedente asilo – mentre tentava di sedare una lite all’ufficio postale. Nella mia Italia tutto ciò è INACCETTABILE!”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CARABINIERE PICCHIATO DA NIGERIANO
Processo lampo e condanna altrettanto lampo: che bello, la giustizia finalmente funziona in Italia. E anche una condanna non da poco: due anni e mezzo di carcere per aver aggredito un carabiniere, è quanto è stato sentenziato per un nigeriano ventenne dopo che aveva dato in escandescenza nell’ufficio postale di Frosinone. Il bancomat non funzionava, sembra, e lui ha cominciato a urlare, insultare, minacciare. Un carabiniere è intervenuto per riportare la calma, ma è stato brutalmente colpito dal nigeriano, sembra che avesse in mano anche una spranga. Il problema è che il giovane è stato sì condannato, ma anche immediatamente rilasciato. In più è un richiedente asilo, per cui non potrà essere espulso dal nostro paese. Una brutta stria, destinata solo a far montare la rabbia verso i migranti, ma quello che fa più paura sono le parole, anzi minacce, del segretario della Lega Matteo Salvini: «Processato stamattina, è stato condannato ma subito rimesso in libertà, e non può essere espulso perché richiedente asilo. Roba da matti. Ma la musica presto cambierà!».
GLI ATTACCHI DELLA POLITICA
Ecco, la musica cambierà perché fra poco Salvini sarà, come sembra, ministro degli interni. Assisteremo a espulsioni di massa? O avremo carceri intasate da migranti? Parole slogan, come quelle che gli hanno fatto vincere le elezioni, o una brutta realtà che si avvicina? Basti pensare che in poche ore le parole di Salvini su Facebook hanno ottenuto 18.500 like e 5400 condivisioni. Era meglio stare zitti, piuttosto che arrivare come a Macerata dove sull’onda della rabbia per la morte di Pamela è successo quello che è successo. E’ intervenuta al proposito anche Giorgia Meloni: «Solidarietà al carabiniere brutalmente aggredito a Frosinone da un nigeriano – richiedente asilo – mentre tentava di sedare una lite all’ufficio postale. Nella mia Italia tutto ciò è inaccettabile». Far montare la rabbia e l’odio non è quello che dovrebbero fare i politici.