Dare la precedenza ai figli dei residenti in Veneto da almeno 15 anni in riferimento all’iscrizione all’asilo nido viola la Costituzione. Lo ha stabilito la Consulta con sentenza che è stata depositata nella giornata odierna che spiega come la legge voluta due anni fa dal governatore Zaia andrebbe a violare il principio di uguaglianza sancito nell’articolo 3 della Costituzione e “persegue un fine opposto a quello della tutela dell’infanzia” garantito dall’articolo 31. La legge originaria risale al 1990 e riconosceva la precedenza all’ammissione all’asilo nido ai bambini “menomati, disabili o in situazioni di rischio e di svantaggio sociale”. Quindi era stata poi soggetta a modifica due anni fa con precedenza a bambini portatori di disabilità ma anche a “figli di genitori residenti in Veneto anche in modo non continuativo da almeno quindici anni o che prestino attività lavorativa in Veneto ininterrottamente da almeno quindici anni”. Con la sua bocciatura, dunque, il criterio della residenza prolungata non ha più valore né verrà applicato. Ecco cosa occorre per poter essere ammessi all’asilo nido: essere residenti, anche solo da un giorno, nella Regione. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA DECISIONE DELLA CORTE COSTITUZIONALE

15 anni di residenza protratta in Venetonon basta per avere la precedenza di accesso agli asili nido, o meglio, è un requisito incostituzionale. A deciderlo è la Corte Costituzionale, rispondendo ad una richiesta di legge del 2017 da parte della Regione Veneto. Secondo la CC, la norma va in contrasto con il principio di eguaglianza, visto che «La residenza – si legge sul testo ufficiale della Gazzetta – rispetto ad una provvidenza regionale, appare un criterio non irragionevole per l’attribuzione del beneficio. La legge regionale di settore – prosegue il testo – ammette agli asili nido pubblici tutti i bambini che ne abbiano bisogno del tutto a prescindere dalla residenza dei genitori». In poche parole la Corte non vede alcun rapporto fra la residenza prolungata in Veneto, e il bisogno di iscrivere il bimbo al nido, inoltre, tale richiesta, contrasta con la funzione educativa dello stesso istituto.



LE PAROLE DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE, ZAIA

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha commentato tale sentenza con un pizzico di amarezza, dicendo: «Mi dispiace che, troppo spesso, quando si fa qualcosa per la gente che risiede nei territori scatti, quasi in automatico, un’ingiusta accusa di razzismo, perché così non è». Il Governatore si pone quindi una domanda: «Mettiamo che ci si trovi in una situazione di posti in esaurimento in un asilo, una sorta di overbooking. A parità di reddito Isee, cosa è più equo fare? Scegliere un residente da anni o uno appena arrivato?». Secondo la Regione Veneto la residenza è un elemento concreto ed equo per poter fare la giusta scelta, a differenza invece di quanto stabilito dalla Corte Costituzionale: «Ne prendo atto – conclude Zaia – ma siamo di fronte a una ghettizzazione al contrario, dove l’ultimo arrivato può superare la fila senza colpo ferire»..

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