Una nuova udienza del processo sulla morte di Martina Rossi conferma i dubbi sulla pista del suicidio. La giovane genovese, precipitata dal sesto piano di un hotel delle Baleari il 13 agosto 2011, non ha mai mostrato tentazioni di suicidio o una fragilità psicologica tale da far temere un gesto autolesionistico. Lo ha raccontato in aula lo psicologo che ha avuto in cura la ragazza l’ultimo anno di liceo, il dottor Pietro Ciliberti, e la prima delle amiche chiamate a testimoniale. Martina soffriva di crisi di ansia e attacchi di panico che il medico curò con psicofarmaci non particolarmente potenti. Quando i due si rividero, dopo che lei si era già iscritta all’università, i disturbi erano passati. Allo psicologo, come riportato da La Nazione, risulta che Martina fosse completamente guarita quando partì per la vacanza a Palma di Maiorca nel corso della quale perse la vita. Della sua morte sono accusati Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i due ragazzi di Castiglion Fibocchi che avrebbero tentato di stuprarla, inducendola a cadere mentre provava a sfuggire alle loro molestie scavalcando il balcone della stanza d’albergo.
MARTINA ROSSI, MORTA IN SPAGNA PER SFUGGIRE A STUPRO
In aula è intervenuta una delle amiche del cuore della studentessa genovese, che la conosceva fin da quando frequentavano la scuola media. «Non posso credere che abbia compiuto un gesto del genere», ha raccontato a La Vita in Diretta, ribadendo quanto dichiarato nell’udienza di oggi. Anche lei parla di una ragazza normale, timida nell’approccio con l’altro sesso ma decisa a ottenere quella che voleva. L’amica ha ridimensionato anche i due tentativi autolesionistici emersi nel corso delle indagini: la madre che l’avrebbe trattenuta dal gettarsi dal balcone nella casa delle vacanze a Imperia (sarebbe stato tutto un equivoco) e i tagli col vetro di un bicchiere durante una festa. Assenti invece due importanti consulenti: Marco Sartini, l’ingegnere che ha realizzato la perizia sulla caduta della giovane, e il tossicologo che in seguito all’analisi dei campioni biologici raccolti prima della sepoltura di Martina ha riscontrato che la giovane quella notte non aveva assunto né stupefacenti né alcolici. Entrambi, come riportato da Arezzo Notizie, saranno presenti alla prossima udienza, accompagnati coattivamente.