Renato Schifani, ex presidente del Senato, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai pm di Caltanissetta. Il senatore di Forza Italia è indagato dopo le accuse di rivelazione di segreto istruttorio nell’ambito dell’inchiesta sull’ex presidente di Sicindustria Antonello Montante, accusato quest’ultimo di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione. Come riferiscono i colleghi dell’agenzia Ansa, Schifani ha altresì depositato ai magistrati una richiesta di trasferimento degli atti alla Procura di Palermo, visto che, secondo i suoi legali, i presunti reati di cui il forzista è accusato avrebbero avuto luogo appounto nel capoluogo siciliano. Così come Schifani, anche Arturo Esposito, ex capo dell’Aisi, e Angelo Curva, docente universitario, entrambi indagati per gli stessi reati, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L’ex direttore dello Sco della polizia, Andrea Grassi, e Andrea Cavacece, capo reparto dell’Aisi, hanno invece risposto alle domande dei magistrati, rimandando però le accuse al mittente.



“SONO ESTRANEO AI FATTI CONTESTATI”

Questa la precisazione dello stesso Schifani: «Oltre ad avere depositato la richiesta di trasferimento degli atti che mi riguardano alla procura di Palermo, ho ribadito comunque a verbale la mia totale estraneità ai fatti che mi vengono contestati». Secondo l’accusa, Schifani avrebbe in particolare riferito ad Angelo Cuva che il colonnelo Giuseppe D’Agata, anche lui arrestato, era invischiato in malaffari con Montante. Quest’ultimo avrebbe invece organizzato una sorta di rete di spionaggio, composta anche da elementi di spicco delle forze dell’ordine e dei servizi, per ottenere informazioni circa l’inchiesta aperta a Caltanissetta per associazione mafiosa: dopo aver tentato di inquinare le prove, Montante è stato portato ieri in carcere.

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