Il giallo di Loano, una cittadina in provincia di Savona, non si conclude con il ritrovamento del corpo di Ivana Siviero, l’impiegata milanese che verrà restituita dal mare nel giugno del 2015. Sarà uno solo dei tasselli che collegherà presto le indagini a Emilio Stefano Savasta, datore di lavoro e compagno della vittima, e di Stefano Cerri. Tre nomi che hanno in comune persino la morte, anche se avvenuta in diversi luoghi e tempi. Il caso di Ivana Siviero e Stefano Savasta verrà approfondito questa sera, lunedì 28 maggio 2018, all’interno della puntata de Il Terzo Indizio, il programma guidato da Barbara De Rossi su Rete 4. Ivana infatti viene ritrovata a Loano con indosso solo gli indumenti intimi e ciò che desta i sospetti degli investigatori è un segno sul collo che potrebbe essere stato provocato dalle vittime oppure dalla mano di qualcuno.



Si vagliano diverse piste, anche che la donna sia caduta caduta in mare dopo essere stata ai bagni Oasi di Pietra Ligure, dove verranno ritrovati le chiavi dell’auto ed i suoi vestiti. Si ipotizza pure che l’imprenditrice possa essersi suicidata, ma non trascorre molto tempo prima che il suo nome venga collegato ad un altro caso, avvenuto a Milano nel 2009 e che riguarda l’omicidio di Stefano Cerri. Senza considerare le numerose denunce che Ivana farà nel tempo contro il compagno Stefano Savasta, morto nel 2014. La relazione fra i due procede fra violenze ed ossessioni e questo vale una denuncia per stalking a Savasta, che tuttavia non si fermerà anche quando Cerri entrerà nella vita della donna come nuovo compagno, come ricorda Il Secolo XIX.



LA RICOSTRUZIONE DELLA MORTE DI IVANA SIVIERO

La ricostruzione della morte di Ivana Siviero inizia dalla morte dell’ultimo compagno, Stefano Cerri. L’imprenditrice 50enne ha infatti alle spalle un matrimonio ed una relazione durata 11 anni con Stefano Savasta, piena di gelosie e ossessioni. La paura della donna di rimanere vittima di una tragedia si fa sempre più chiara e pressante, soprattutto quando Savasta assolderà tre uomini perché aggrediscano il rivale, che verrà ucciso grazi a numerosi colpi di piccone e spranga. Il suo corpo tuttavia verrà ritrovato diversi anni dopo, anche se Savasta diventerà il principale indiziato pur in assenza di un corpo. Savasta verrà infine condannato all’ergastolo grazie ad un’inchiesta della procura che lo indicherà chiaramente come mandante dell’omicidio di Cerri, ma la sentenza passerà in giudicato alla morte dell’uomo.



Il ritrovamento di Cerri avviene infatti grazie alla confessione di Marky Hernandez Rodriguez, uno dei tre dominicani incaricati dell’omicidio della vittima e che, come sottolinea La Repubblica, indicherà un anno dopo il decesso del mandante dove si trovi il corpo dell’imprenditore. Quando Savasta muore durante una fuga verso Bologna, subito dopo la sentenza definitiva che lo condanna all’ergastolo, Ivana Siverio si sente finalmente libera. Ormai tranquilla che non ci sarebbero state più ripercussioni e vendette da parte di quell’uomo che aveva amato e odiato allo stesso tempo per tanti anni. A sottolinearlo è il difensore della donna a Il Secolo XIX, l’avvocato Barbara Carraro, che sulle prime rimarrà interdetta di fronte all’ipotesi di suicidio per la morte di Ivana. Quest’ultima infatti aveva ripreso i rapporti con il marito, che andava a trovare a Pietra Ligure ogni settimana, e sembrava tranquilla. Forse solo un po’ scontenta del lavoro, ma niente che potesse giustificare la volontà di togliersi la vita.