Leggevo che negli ultimi anni va di moda distruggere i monumenti. Qualunque campo tu voglia oggi osservare potrai incontrare questa sfrenata voglia di fare a pezzi tutto ciò che rappresenti il passato. Prendete ad esempio il rap in Italia: oggi basta impressionare più degli altri per emergere. In molti fanno i soldi così. La musica non c’entra proprio nulla. TruceBaldazzi si starà mangiando le mani. E’ una gara? Sì. A chi la spara più grossa? Esattamente. Tutto questo andazzo porterà alle solite conclusioni. Non ci resta dunque che a(r)marci, già suggerisce qualcuno. Sono d’accordo, ma di strumenti musicali. L’alternativa è vestire i panni del fariseo. Mentre la città brucia si potrebbe predicare che qualcosa non va ma che noia sarebbe: il deserto. Meglio una bella chitarra elettrica e suonare mentre la città brucia, il palcoscenico cade a pezzi e la gente come al solito non capisce niente. La mia città decadente si chiama calcio italiano. La mia arma o strumento musicale si chiama Juventus. Ve la ricordate l’estate del 2011, sì? Distruggere è fondamentale, non è un peccato. Cancellare, abbattere, annullare, demolire, sterminare, eliminare, annientare tutto quel senso di buonismo misto a menefreghismo che aveva ridotto la Vecchia Signora a una Nonna in minigonna tipo quelle che si possono incontrare il mercoledì sera al Byblos in Milano fu cosa buona e giusta. All’epoca andava di moda l’operazione simpatia e tutte quelle balle che le palle nostre gonfiavano stagione dopo stagione.



Antonio Conte fece la cosa che i pugliesi sanno fare meglio: bucare. Bastò uno spillo, giusto due parole, per forare quell’accozzaglia di false identità che tanto male stavano facendo a quella Vecchia Signora, chiamata Juventus. Delle volte basta un piccolo f(i)orellino e ci si può rilassare in riva al mare mentre i controsensi utili vengono salvati e quelli inutili si estinguono da sè. L’uso delle armi, nel caso, è solo una logica conseguenza. Conte lo sa bene. Al tempo non si volle più togliere la maschera da guerrigliero, che per forza di cose stava indossando. Fraintese. Eccome se lo capisco. Delle volte pure a me sembra esserci ben poco oltre la vittoria. E’ così bella. Il problema è che alla chitarra elettrica serve l’elettricità. E quella non è gratis, nient’affatto. Costa, come forse Douglas Costa ha capito dopo un anno a Torino. Per questo essere la Juventus è decisamente più conveniente e interessante. Essere la Juventus ti permette di capitalizzare al meglio ogni situazione. Sempre. Saper aspettare il momento giusto per colpire. Sempre. Avanti il prossimo dunque, avanti ancora una volta non perché abbiamo voglia di fare la guerra e nemmeno perché ci piace distruggere tutto. Avanti perché così è e così sappiamo che è. Sempre. E questo è qualcosa di infermabile, non c’è fine e mai ci sarà. Per cui non c’è più fino alla fine forza Juventus, oggi c’è la fine della fine. Forza Juventus. Sempre.

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