Si sono tenuti oggi i funerali di Carlo Castagna, colpito dalla strage di Erba per la quale sono stati condannati all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi. La moglie Paola Galli, la figlia Raffaella e il nipote Youssef furono brutalmente uccisi dalla coppia che poi tolse la vita alla vicina di casa Valeria Cherubini lungo le scale che dividono i due appartamenti, mentre il marito Mario Frigerio riuscì a sopravvivere. Tre gradi di giudizio hanno condannato la coppia per la strage di Erba. Ma se Carlo Castagna non ha mai avuto dubbi sulla colpevolezza di Rosa e Olindo, lo stesso non si può dire di Azouz Marzouk, il quale è invece convinto che suocera, moglie e figlio siano stati uccisi da altre persone. «Sono più sicuro della loro innocenza che della loro colpevolezza. Ci sono impronte non ancora identificate, non ci sono segni di effrazione. Vorrei incontrarli di persona per capire cosa li ha spinti a confessare. Va messa in carcere la persona che merita davvero di finirci» ha dichiarato a La Vita in Diretta.
STRAGE DI ERBA, OGGI I FUNERALI DI CARLO CASTAGNA
L’ultimo viaggio di Carlo Castagna è partito questo pomeriggio dalla chiesa di Santa Maria Nascente, la sua casa spirituale, dove ha trascorso tante ore della sua vita tra preghiere e volontariato. Molti cittadini ricordano ancora Castagna assessore a consigliere comunale sotto il vessillo della Dc. È sempre stato un uomo di fede, ancor prima della strage di Erba che gli ha portato via la figlia Raffaella, la moglie Paola Galli e il nipotino Youssef Marzouk. Venerdì sera è morto a causa di una leucemia fulminante. Carlo Castagna, a cui Erba ha dato oggi l’ultimo saluto, era convinto della colpevolezza di Olindo Romano e Rosa Bazzi, ma non era disposto a frantumare l’intera vicenda per cercare una spiegazione nella strage di Erba. «Questo voler trovare delle risposte a tutte queste domande è il modo più sbagliato per affrontare una richiesta di perdono e di contatto con i piani superiori» dichiarò in un’intervista a Siamo Noi di Tv 2000. E infatti decise di intraprendere un cammino importante ben lontano dalla vendetta.