Strage di Piazza della Loggia, 44 anni fa l’attentato terroristico a Brescia. Nella centrale piazza bresciana, una bomba nascosta in un cestino dei rifiuti fu fatta esplodere nel corso di una manifestazione contro il terrorismo neofascista. Il corteo, indetto dai sindacati e dal Comitato Antifascista, vide la presenza anche di volti politici noti come Adelio Terrroli (PCI) e Gianni Pannella. L’esplosione dell’ordigno provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre centodue. Dopo anni di indagini e di dubbi, sono stati riconosciuti colpevoli e condannati per la strage alcuni membri del gruppo Neofascista Ordine Nuovo: Ermanno Buzzi, Maurizio Tramonte, Carlo Digilio, Marcello Soffiati. E’ stato condannato anche Carlo Maria Maggi come mandante. Una pagina nera della storia di questo Paese, un attentato che viene affiancato agli altri del anni di piombo: la strage di Piazza Fontana del 1969 (17 morti), alla strage del treno Italicus del 4 agosto 1974 (12 morti) e alla strage di Bologna del 1980 (85 morti).



MATTARELLA: “FEDELTA’ A DEMOCRAZIA CONTRO INTOLLERANZA”

Per ricordare la tragedia di 44 anni fa sono stati organizzati numerosi eventi a Brescia, con la Casa della Memoria che ha organizzato un ciclo di iniziative culturali per contribuire a tramandare la memoria collettiva, sottolinea giornaledibrescia.it. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come riporta l’Ansa, ha parlato nel giorno di questa tragica ricorrenza e ha ricordato: “Per sconfiggere chi intende seminare ancora intolleranza e paura, dobbiamo tenere alta la comune sensibilità democratica e restare fedeli ai principi che ispirano la nostra convivenza. E’ questo lo spirito che rende questa importante giornata di ricordo un momento di impegno dell’intera comunità nazionale. Ora la memoria dei fatti di Brescia, che si legano alla catena del terrore di quegli anni, sollecita tutti noi a rafforzare sempre più la nostra cultura democratica, a costruire insieme il bene comune, a trasmettere alle nuove generazioni i valori di una civiltà che rispetta la libertà e le differenze”.

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