Alle ore 12.41 una scossa di terremoto di grado M 3.0 ha allarmato la zona del Centro Italia in provincia di L’Aquila in Abruzzo, coinvolgendo anche le vicine province di Rieti (Lazio) e Macerata (Marche): si tratta del consueto e solito sciame sismico nelle aree già colpite due anni e mezzo fa ad Amatrice, anche se per fortuna non ci sono danni o conseguenze negative per quanto avvenuto pochi istanti fa. Non ci sono segnalazioni particolari anche se Vigili del Fuoco e Protezione Civile sono al lavoro per eventuali nuove segnalazioni dalle singole località colpite dall’intenso terremoto aquilano. L’ipocentro è stato calcolato dal centro Nazionale INGV a circa 10 km di profondità sotto il livello del terreno: sul fronte epicentro invece, il sisma è avvenuto a circa 3 km da Pizzoli, toccati anche i comuni di Barete, Scoppito, Cagnano Amiterno, L’Aquila, Capitignano, Tornimparte, Montereale, Lucoli, Antropico, Borbona, Campotosto, Borgo Velino, Micigliano. Alle ore 6.59 di questa mattina, l’area di Macerata è stata interessata da un altro terremoto di minima intensità, M 2.4 Richter, senza alcuna conseguenza o danno provocato.
SICILIA, SCOSSA M 2.3 AD ADRANO (CATANIA)
Dopo il centro Italia è certamente la Sicilia l’area più sismicamente attiva di tutto il Paese: dopo il terremoto recente a L’Aquila, segnaliamo sempre con i dati forniti dal centro nazionale INGV un sisma di grado M 2.3 in provincia di Catania, a circa 9 km da Adrano. Nessuna conseguenza negativa, nessun danno a cose, strutture, persone o cose: i dati sismici rivelano un ipocentro a circa 8 km di profondità sotto il livello del terreno, mentre lato epicentro i comuni coinvolti – pur senza alcun danno – sono stati Adrano, Bronte, Biancavilla, Ragalna, Santa Maria di Licodia, Belpasso, Nicolosi, Paternò, Maniace, Randazzo, Zafferana Etnea, Pedara, Milo, Centuripe, Trecastagni, Camporotondo Etneo, San Pietro Clarenza.