Non è bastato l’intervento del Pronto Soccorso dell’ospedale di Pisa per salvare la vita a un neonato di due mesi, morto nel reparto di neonatologia poche ore dopo il suo arrivo. A portare il piccolo all’ospedale era stato il padre il quale, per un evento sfortunatissimo e tragico, è stato anche la causa della morte del figlio, secondo di due gemelli: sabato sera, mentre lo stava cullando per cercare di farlo addormentare come il fratello già assopito dentro la culla, il bambino gli è accidentalmente scivolato dalle mani, cadendo a terra e sbattendo la testa. L’uomo, tra l’altro, è di professione medico presso l’ospedale di Empoli; pur non constatando lesioni esterne nel capo del piccolo, ha opportunamente deciso di portarlo comunque al Pronto Soccorso, ma non è stato sufficiente a salvargli la vita. La morte è avvenuta, per un inaspettato e repentino deterioramento del quadro clinico, durante le prime ore di domenica mattina.



La polizia sta ora indagando sull’accaduto e, dopo aver acquisito la cartella clinica, pare aver trovato numerosi riscontri tra il racconto dell’uomo e i dati medici: anche per questo il padre stesso non risulta iscritto nel registro degli indagati. C’è anche la possibilità che la procura di Pisa decida di effettuare un’autopsia sul corpo del bimbo.



Terribile e dolorosissimo mettersi ora nei panni di quel papà che, anche se non indagato dalla giustizia umana, sarà seduto sul banco degli imputati della propria coscienza, (auto)flagellato da un veemente senso di colpa. Di fronte a fatti talmente misteriosi da sembrare insensati, è quasi impossibile comprendere cosa possa accadere nel cuore di un uomo in certi momenti. Noi siamo in un’epoca che sta cercando di cancellare con testardaggine la categoria dell’incidente, questi fatti inspiegabili che sfuggono ad ogni senso, ad ogni logica, ad ogni giustizia. Ma continuano ad esistere cose dolorose, perfino tragiche, che accadono e di cui non ha colpa nessuno: gli incidenti, appunto. Contro di essi continuiamo a levare una barriera di norme, colpevolizzazioni, denunce (soprattutto contro la scuola e la sanità), ma niente: gli incidenti continuano ad esserci. Perché accadano questi fatti, non si sa. Ma la ferita che aprono nell’animo di ne è anche solo sfiorato rischia di essere tragica e insanabile.

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