Nell’omelia della messa mattutina tenuta stamane presso Casa Santa Marta, papa Francesco ha preso spunto per iniziare dalla prima lettura, la lettera di Pietro in cui invita i cristiani a camminare verso la santità. Vivere da cristiano, ha detto Bergoglio, è la stessa cosa che vivere da santo: “Tante volte, noi pensiamo alla santità come a una cosa straordinaria, come avere delle visioni o preghiere elevatissime … o alcuni pensano che essere santo significhi avere una faccia da immaginetta, … no. Essere santi è un’altra cosa”. Che cosa è? E’ quello che dice Pietro: “Ponete tutta la vostra speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si manifesterà”. Cioè camminare verso la luce. Essere in tensione verso l’incontro con Gesù, averlo sempre presente, a volte la luce ci abbaglia ma noi sappiamo la strada, ha spiegato.
PAPA FRANCESCO, “LA SANTITÀ È VIVERE DA CRISTIANI”
Altro elemento necessario, ha detto ancora, “è essere liberi e sentirsi liberi, non conformarsi, come scrive Pietro” ai desideri e agli schemi del mondo: “Non entrate negli schemi del mondo, non entrate negli schemi, nel modo di pensare mondano, nel modo di pensare e di giudicare che ti offre il mondo, perché questo ti toglie la libertà”. E’ quello che si legge nel libro dell’Esodo, quando il popolo di Dio aveva paura e voleva tornare indietro in Egitto “dove mangiavano cose buone, ma alla mensa della schiavitù”. Invece bisogna continuare a camminare guardando avanti. “Ci sono due parametri per sapere se siamo in cammino verso la santità: prima di tutto se guardiamo verso la luce del Signore nella speranza di trovarlo” ha concluso il papa “e, poi, se, quando vengono le prove, guardiamo avanti e non perdiamo la libertà rifugiandoci negli schemi mondani, che “ti promettono tutto e non ti danno niente”.