“Da ragazzino sognavo di giocare nell’Everton, ma non ce l’ho mai fatta, poi il mio sogno è stato che mio figlio Alfie diventasse lui un giocatore di calcio”. Tom Evans, vestito elegante di tutto punto, pronuncia queste parole sul palco di una serata di gala organizzata dalla squadra di calcio dell’Everton, “l’altra squadra” di Liverpool, la città della famiglia Evans. Tom appare magrissimo, pelle e ossa e nonostante sia l’ospite d’onore della serata, non sorride mai. Troppo devastante il calvario a cui è stato sottoposto nelle ultime settimane, fino alla morte pochi giorni fa del figlioletto. E’ la sua prima apparizione pubblica da quel momento in cui ogni speranza sua e della moglie si è infranta contro il volere di giudici e medici. A Tom Evans viene dedicato il premio che rappresenta lo spirito della squadra, il “Chairman’s Blue Blood”, una riconoscenza per chi si distingue per il suo impegno umano e civile nello spirito della squadra. A consegnarglielo il presidente Bill Kenwright, un omone che quasi spezza in due Tom nel suo abbraccio, un uomo che è sempre stato vicino alla famiglia Evans anche sostenendoli economicamente da quando Tom gli telefonò chiedendo aiuto.



ALFIE EVANS, EVERTON PREMIA PAPÀ TOM

“A novembre dell’anno scorso parcheggiai la macchina e stavo entrando allo stadio” racconta Kenwright “quando un ragazzo mi ha avvicinato. Mi ha detto della sua situazione e di suo figlio che si trovava all’ospedale Alder Hey”. Aggiungendo: “L’unica cosa che notai era quanto fosse magro e stanco, malnutrito, ma aveva la maglietta dell’Everton e non mi chiese niente, voleva solo che quanta più gente sapesse di suo figlio. Non poteva venire alle partite, in seguito scoprii che passava 24 ore su 24 con il figlio e veniva alla fine delle partite con i suoi amici solo per diffondere quanto stava succedendo. L’unica cosa che so dei fan dell’Everton è che sono leali, risoluti e per Dio, si prendono cura della squadra fino alla fine dei loro giorni. Suo padre e sua madre stavano sempre con il figlio sognando di portarlo a una partita dell’Everton”. Sabato scorso, dice ancora, mentre stavamo andando alla partita abbiamo saputo della morte di Alfiue e tutti i fan della squadra sono scoppiati a piangere. Tom Evans, evidentemente scosso, ha detto quanto il presidente Kenwright sia stato per lui “il nonno che non ho mai avuto”. Ha detto quanto avesse sognato che suo figlio potesse diventare come Wayne Roonie, leggendario giocatore della squadra. “Il mio sogno era di portare Alfie con me allo stadio e urlare, urlare tutta la partita e tornare a casa senza voce come me. Per noi sarà sempre il nostro “guerriero azzurro” (dalla maglia della squadra, ndr)”.  Ieri sera durante la partita Roma-Liverpool tra i tifosi giallorossi c’era uno striscione che salutava Alfie. Per una volta gli hooligan di Inghilterra e Roma hanno dimostrato di avere un cuore più grande di giudici e medici.



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