Il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, nel commentare l’inchiesta Black Job, ha definito “devastante” la situazione trovata sul fronte degli Ispettorati del Lavoro dove le tangenti e il mondo della corruzione erano tutt’altro che un’anomalia. «Ci sono funzionari pubblici che invece di fare gli interessi della comunità si mettono al servizio dei privati. È una situazione devastante: imprese che hanno appoggi politici e amministrativi grazie all’amico ‘buono’ riescono a ottenere illeciti benefici, mentre imprese oneste guardano attonite quello che accade», ha detto il procuratore nel duro giudizio in chiusura delle indagini. L’operazione di Foggia è stata invece denominata “Mercanti nel tempio” e avrebbe scoperto tra gli altri reati, come uno dei consulenti (al momento non indagato ma con posizione al vaglio degli inquirenti) per poter far superare un concorso ad un figlio di ispettore si era interfacciato con alti funzionari della Marina Militare. Non solo, in cambio quell’ispettore avrebbe rallentato un procedimento su irregolarità «legate alla sicurezza e all’assunzione di lavoratori in nero», riportano le carte della procura foggiana. (agg. di Niccolò Magnani)
“SISTEMA COLLAUDATO”
L’assessore regionale Mariella Ippolito dopo l’operazione “Black Job” del nucleo economico e finanziario della Guardia di Finanza di Catania ha disposto l’invio immediato di un sostituto alla direzione dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro della città etnea. «Forniremo ogni forma di collaborazione utile agli organi inquirenti e adotteremo i provvedimenti conseguenziali», ha commentato in merito all’indagine. A Catania arriverà Venerando Lo Conti, attuale direttore dell’Ispettorato del Lavoro di Palermo. «La designazione di un sostituto consentirà la piena funzionalità del servizio nel rispetto della legalità», ha concluso l’esponente della Giunta Regionale. L’inchiesta comunque fa scalpore: il Gip Giuliana Sammartino ha dipinto i tratti di un sistema ben collaudato nel mondo della politica catanese e siciliano, che sarebbe stato in grado di far sparire fascicoli, di favorire amici e grandi elettori, in cambio di voti. Questi sono confluiti prima nel centrosinistra, dove Marco Forzese era candidato a sostegno di Fabrizio Micari, e poi nel centrodestra, alle politiche, dove l’ex deputato regionale era transitato con l’ennesimo cambio di casacca. I politici siciliani tirati in ballo nelle conversazioni captate sono però estranei alle indagini: non si può escludere, come riporta Live Sicilia, che Forzese e Nino Nicotra millantassero contatti che non hanno e promesse che non erano in grado di mantenere. (agg. di Silvana Palazzo)
IL CASO DI CALCERARO: GRAZIATO PERCHÉ GRANDE ELETTORE?
Emergono nuovi dettagli circa l’inchiesta Black Job della Guardia di Finanza di Catania, che ha portato ad indagare 13 persone di cui quattro ai “domiciliari”, tutte figure di spicco dell’Ispettorato del lavoro. Le forze dell’ordine hanno reso noto come avvenivano di fatto i reati, sottolineando diversi episodi sospetti. C’è ad esempio quello riguardante l’imprenditore Calceraro, titolare di un bar tabacchi, a cui l’Ispettorato del lavoro aveva comminato una sanzione da 6.000 euro. Peccato però che l’ex deputato regionale Marco Lucio Forzese, decise di abbonare tale pena a Calceraro, perché considerato un grande elettore, quindi persona di fiducia che gli avrebbe garantito diversi voti alle elezioni. Il politico era in stretti rapporti con il dirigente dell’Ispettorato, Amich, come confermato anche dalla disponibilità dello stesso Forzese di “garantire” un posto all’amico presso la Regione Sicilia. Questo è solamente uno dei moltissimi casi avvenuti fra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 sia a Catania, ma anche a Foggia, dove sono finite sotto indagine altre 13 persone. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ANCHE DOMENICO AMICH AI DOMICILIARI
Oltre all’ex deputato Marco Forzese e all’ex consigliere di Catania Antonino Nicotra, è stato messo agli arresti domiciliari Domenico Amich, direttore dell’Ufficio Territoriale del Lavoro di Catania e responsabile legale dello stesso ufficio. Le indagini della Procura di Catania e Foggia hanno messo gli occhi anche sulle attività presunte illecite del direttore sanitario dell’Asp di Catania, Franco Luca, oltre ad altri due professionisti e due imprenditori per i quali il Gip ha emesso un provvedimento ufficiale di interdizione dalla professione. Il blitz avvenuto questa mattina ha di fatto condotto i vari arrestati e indagati alle accuse, a vario titolo, di corruzione continuata, soppressione di atti, falsità materiale e ideologica di atti pubblici in relazione a vicende che avrebbero tutte legami con gli Ispettorati Territoriali del Lavoro di Catania. Per quanto riguarda invece la provincia di Foggia, le misure cautelare riguardano tutti pubblici ufficiali, professionisti e consulenti: secondo l’accusa del procuratore, i pubblici ufficiali dell’Ispettorato del Lavoro foggiano «si mettevano d’accordo con la parte ispezionata per accomodare eventuali controlli ed eventuali sanzioni da corrispondere»., come riporta Tg Com24. (agg. di Niccolò Magnani)
CORRUZIONE: 9 INDAGATI A CATANIA, 13 A FOGGIA
Maxi blitz questa mattina a Catania e a Foggia. Coinvolte 26 persone, di cui quattro arrestate, a cui si contestano i reati di corruzione. Nel dettaglio, nove persone sono indagate in Sicilia e 4 sono finite agli arresti domiciliari, mentre altre 13 sono sotto indagine in Puglia. Le prime sono finite sul registro degli inquirenti per corruzione continuata, soppressione di atti, falsità materiale e ideologica di atti pubblici, nell’ambito di un’inchiesta sul locale Ispettorato del Lavoro. A Foggia, invece, si contestano i reati contro pubblica amministrazione, il patrimonio e la fede pubblica. Attenzione in particolare all’indagine catanese, dove sono coinvolti anche l’ex deputato regionale dei centristi Marco Forzese, e l’ex consigliere di Forza Italia, Antonio Nicotra.
I REATI COMMESSI FRA LA FINE DEL 2017 E L’INIZIO DEL 2018
Come sottolineato dai colleghi de La Repubblica, risultano sul registro degli indagati anche Domenico Amich, direttore dell’Ufficio Territoriale del Lavoro di Catania, Franco Luca, direttore sanitario dell’Asp di Catania, e la responsabile dell’Ufficio Legale del medesimo Ispettorato. I reati sarebbero stati commessi fra la fine del 2017 e l’inizio di questo anno, e i militari della Guardia di Finanza stanno perquisendo la sede di Catania dell’ufficio provinciale del lavoro, per sequestrare eventuali atti. Reati molto simili quelli compiuti in Puglia, dove le misure cautelari sono state emesse nei confronti di professionisti, pubblici ufficiali e consulenti, che si mettevano d’accordo con coloro che dovevano controllare.