Occorrerà attendere ancora qualche settimana prima che gli accertamenti dei medici legali possano concludersi facendo così totale chiarezza sulla morte di Giuseppe De Vito Piscicelli. Secondo le prime informazioni, però come spiega Rai News, il 23enne trovato morto nella sua camera da letto ai Parioli sarebbe stato ucciso da un mix di alcol, droga e metadone. E’ questo l’ulteriore dettaglio che emerge dall’autopsia che ieri è stata svolta dal medico Luigi Cipolloni dell’Università La Sapienza. Ora si attendono i risultati degli accertamenti tossicologici per fare piena luce sulle cause della morte. Intanto a breve sarà sentita nuovamente la fidanzata della vittima, già indagata per omicidio colposo. Pare che gli inquirenti starebbero valutando se contestare anche l’ipotesi più grave di “morte come conseguenza di altro reato”. Resta tuttavia ancora tutto da chiarire se sia stata proprio lei a scrivere con pennarello rosso la scritta inquietante “mi hai lasciata sola, mi vendicherà”, sul petto del 23enne morto. A quanto pare, infatti, a piazzale Clodio non ci sarebbero ancora riscontri in merito all’autore. In merito Il Messaggero aveva spiegato che la giovane fidanzata aveva ammesso ai militari di essere stata lei a scrivere quelle parole parlando di un “gioco”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
FIDANZATA, QUELLA SCRITTA “PER GIOCO”
Giuseppe De Vito Piscicelli è morto all’alba di martedì scorso, stroncato nel suo letto da una massiccia dose di metadone e con una frase scritta a pennarello sul petto: «Mi hai lasciato sola tutta la notte. Mi vendicherò». Una frase scritta per «gioco», ha dichiarato la fidanzata, indagata per omicidio colposo. Per l’accusa, è stata lei a fornirgli almeno una parte del metadone. L’ennesima tragedia della droga è andata in scena in un lussuoso appartamento in via di Villa Grazioli, tra Salario e Parioli, quartieri eleganti della città dove il ragazzo è cresciuto. I genitori di Giuseppe lo hanno trovato morto nella sua camera alle 12.20. La prima ad entrare è stata la madre, preoccupata perché il 23enne non si era ancora alzato. Inutile i tentativi del personale medico del 118 di rianimare il ragazzo. Qualcosa però è apparso subito strano, a partire dall’inquietante scritta sul petto del giovane, seminascosta dalla giacca del pigiama e tracciata con un pennarello arancione. L’ha scritta la fidanzata, che per tutta la notte era rimasta con il compagno, andando via solo nelle prime ore del mattino. Non è chiaro se fosse già morto, se si stesse sentendo male o se fosse immerso in un sonno profondo.
PARIOLI, MORTO PER OVERDOSE: AGGREDITA TROUPE TGR
In attesa degli esami tossicologici, la prima parte dell’autopsia ha confermato che Giuseppe De Vito Piscicelli è stato ucciso da un’overdose di stupefacenti, metadone. Lo aveva preso la fidanzata nella comunità di recupero dove i due si erano conosciuti e dove sarebbero usciti sabato o domenica scorsi per un permesso. Perché ha potuto consumare il metadone lontano dalla struttura? Solitamente ci sono regole molto rigide che accompagnano la procedura. Va infatti consumato al Sert, diversamente uno potrebbe anche vendere la dose. Il pm che coordina le indagini, Mario Dovinola, contesta alla ragazza la morte in conseguenza di altro reato, cioè proprio la cessione del metadone al fidanzato. Giuseppe De Vito Piscitelli comunque discendeva da una famiglia nobiliare molto conosciuta a Roma Nord. Eppure ieri una troupe del Tg Lazio – come riportato dal Corriere della Sera – è stata aggredita da conoscenti della vittima durante un reportage del caso. Due giovani, forse conoscenti della famiglia del ragazzo, «hanno prima dato un calcio alla telecamera, danneggiandola, e poi minacciato l’operatore Giuseppe Perfetti, con queste parole: “Se non ve ne andate, vi spacco”. La troupe aveva appena cominciato a fare immagini della via dove è avvenuto il fatto di cronaca» si legge nella nota congiunta di Fnsi, l’Esecutivo Usigrai e il Cdr del Tg Lazio.