Una sorta di “regia interna” che da quasi tre anni crea sistematicamente avarie, incidenti, malfunzionamenti e quant’altro alla flotta di mezzi in dotazione all’Atac: è questa l’ipotesi sulla quale sta lavorando la Procura di Roma a seguito della denuncia fatta da un manager della municipalizzata capitolina, secondo cui i suddetti episodi non sarebbero dovuti solamente a una gestione carente a allo stato avanzato di età di bus e affini, ma a un sistematico sabotaggio compiuto dagli stessi operai in quella che è una sorta di lotta intestina dovuta al malcontento. In base a delle statistiche contenute in alcuni dei documenti depositati, si nota come negli ultimi tre anni vi sia stato un esponenziale aumento dei guasti, con particolari picchi negli ultimi dodici mesi: nel mirino degli inquirenti, tuttavia, non ci sarebbero solo i lavoratori della stessa Atac ma pure dei dipendenti di ditte esterne e che si trovano a contratto con l’agenzia che gestisce i trasporti pubblici nella Capitale. Se le ipotesi si rivelassero corrette, verrebbero confermati i sospetti per cui la nuova linea dell’azienda per combattere l’assenteismo dei dipendenti e anche la scarsa produttività di alcuni potrebbe aver indotto qualcuno ad agire contro la stessa Atac attraverso un sabotaggio “a bassa intensità” ma costante e perpetrato in tutti i modi possibili. (agg. di R. G. Flore)



ATAC, IL MANAGER ATTACCA: “BUS SABOTATI DA OPERAI”

Il caos (e caso) Atac prosegue su tutta la linea, tra una buona notizia – la messa in congelamento del blocco mezzi e default azienda dichiarato dal Mit – e una pessima, ovvero la denuncia di un manager dell’azienda trasporti di Roma sulla possibilità di sabotaggi “interni” a bus e tram in questi ultimi mesi. Partiamo dalle “brutte”: alcuni manager dell’Atac sospettano che siano proprio operai interni ad aver sabotato in molti casi il parco mezzi della Capitale per protesta contro le decisioni e gli scenari che si sono aperti in questi tanti anni di gestione “allegra” della partecipata del Campidoglio. Sfilano in questi giorni in Procura a Roma i vari vertici Atac che attaccano duramente alcuni dipendenti per incendi e danneggiamenti su autobus e tram: non c’è solamente il incredibile incendio dell’autobus in via del Tritone, appena dietro alla Camera qualche settimana fa. Altri incendi “sospetti” e danneggiamenti profondi per altri bus in questo inizio 2018 fino agli ultimi della scorsa settimana: non solo, circa un mese fa 9 tram che collegano Piazza Venezia e Trastevere sono andati in avaria perché i freni erano bloccati da pezzetti di plastica e legno. Come riporta Repubblica, ieri a Piazzale Clodio sono stati sentiti tre dirigenti della partecipata dei Trasporti che hanno consegnato ai giudici diverse statistiche “strane” sulle quali si cerca di capire se vi siano davvero dei percorsi di sabotaggio concordato all’interno della manovalanza Atac o se invece l’intero caos generato non sia frutto di una mera malagestione che porta ad un parco mezzi “antiquato” e sottosviluppato in numeri.



SALVI (PER ORA) I MEZZI: OGGI CARTE IN TRIBUNALE

«È notizia delle ultime settimane che l’Atac ha deciso di installare nei depositi delle sedi distaccate telecamere per scongiurare furti e sabotaggi che, secondo l’azienda, sarebbero la causa dei vari disservizi che ci sono stati»: lo riporta Repubblica, facendo capire come in una azienda in crisi nera di fondi e debiti si spendano ben 38mila euro per eventuali sabotaggi da scoprire, invece che intervenire per una radicale rivoluzione di una delle aziende pubbliche a Roma con più dipendenti. Sta ai giudici ora verifica e nel caso intervenire su presunti “sabotatori”, mentre intanto altri giudici hanno ricevuto oggi le carte dell’azienda per l’altra ben più grave e inquietante vicenda: il possibile fallimento e default della società di trasporti che muove la Capitale. La notizia di ieri è che il Ministero dei Trasporti ha sospeso la procedura relativa all’accertamento dei requisiti finanziari di Atac: in sostanza, si rimanda e congela la possibilità di bloccare l’intero servizio dei trasporti vista la situazione di somma indigenza che gravita attorno all’Azienda Trasporti della Capitale. Un parere dell’Avvocatura di Stato richiesto dal Mit configura un «via libera al ‘congelamento’ dell’iter fino all’esito del procedimento di concordato avviato dalla municipalizzata dei trasporti di Roma. La quale, a prescindere dalle garanzie finanziarie, potrà continuare a far circolare i mezzi pubblici in città e che, intanto, si prepara ad un appuntamento cruciale con il Tribunale fallimentare», riporta l’Ansa. Per ora sono salvi i mezzi pubblici ma lo sviluppo di Atac e delle sue pesanti difficoltà è destinato a perdurare almeno per qualche altro mese..

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