Si era appena conclusa la Giornata Mondiale della Gioventù che quell’anno, il 2016 si era tenuta in Polonia, a Cracovia. Un milione e mezzo di giovani stavano cominciando a tornare alle loro case in tutto il mondo, ma una sola non sarebbe mai tornata a casa viva. Susanna aveva solo 19 anni e fu colpita da meningite fulminante, morì in pochi giorni. Il 4 agosto i funerali, alla chiesa di San Policarpo a Roma. Il padre Enrico Ruffi lascia tutti i presenti senza parole: “Abbiamo tanto dolore ma nessuna rabbia”. A lei adesso ha dedicato un libro scritto con grande forza d’animo e tanto amore, uscito in questi giorni, “L’alleluja di Susanna” (Edizioni San Paolo) nella cui foto di copertina si vede Susanna camminare sulle pietre di un ruscello in un bosco, il capo chinato in modo meditativo, sola. Una foto che racconta una storia: anche se ignara del suo futuro, Susanna sembra meditare su vita e morte, sulla propria fragilità e la grandezza di Dio in quello scorcio di bellezza naturale; sola, affidata a Dio che evidentemente la voleva con Sé. Nel libro il rapporto con Dio e l’entusiasmo per papa Francesca della ragazza.



L’ALLELUJA DI SUSANNA

Dice il padre che Susanna aveva raccolto l’appello di Francesco sul serio: voleva cambiare il mondo. E pensare che era nata e cresciuta in una famiglia sostanzialmente atea, diventando nonostante questo animatrice parrocchiale. Nel libro, il padre riporta le parole di un amico: “Uno degli amici di Susy, Andrea, a nome di tutti ha trovato queste parole per te: “Se anche il tuo corpo non c’è più, la tua anima è insieme alle nostre. E quando i nostri corpi non ci saranno più, sarà come se non ci fossimo mai separati perché le anime di tutti noi sono sempre state insieme. Veglia su di noi da lassù, perché noi ti saremo sempre vicini da quaggiù. Ti vogliamo tanto bene”. Nella prefazione il cardinale Bassetti, presidente della Cei, scrive che “la vicenda del ritorno (o del mancato ritorno) dalla Gmg risulta quasi marginale, inquadrata com’è in un più ampio disegno provvidenziale, privo di qualsiasi dubbio e incertezza quanto scevro di ogni concessione alla sdolcinatezza. Fatti, esperienze, sogni e intuizioni di futuro si susseguono in un’altalena somigliante alle canzoni che piacciono a Susanna, restituendo a mano libera le visioni e le esperienze della giovane donna e di sua sorella Margherita, educate in una famiglia a suo modo coerente e aperta alla vita”. Susanna è stata sepolta con il braccialetto che portava alla Gmg di Cracovia, dove sta scritto: “Gesù confido in Te”. 

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