Nonostante il fallimento che ha gettato nello sconforto molti lavoratori e impoverito un tessuto industriale, non solamente veneto ma anche italiano, che ha perso uno dei suoi marchi più apprezzati nel mondo, non è ancora stata scritta la parola fine per la Melegatti. L’obiettivo della politica e delle organizzazioni sindacali è quello di non lasciare morire completamente l’azienda, salvaguardandone il valore: tra le ipotesi attualmente sul tavolo c’è anche quella di un esercizio provvisorio o di affittare uno dei rami d’azienda, cosa che permetterebbe di riprendere l’attività produttiva almeno in forma parziale. Tuttavia, queste ipotesi non sono certi favorite dalle scintille nate in Regione tra gli opposti schieramenti dato che esponenti del Pd veneto sarebbero propensi a valutare eventuali proposte di acquisto o di affitto del ramo d’azienda, mentre il deputato leghista Massimo Bitonci, ex sindaco di Padova, ha puntato il dito proprio contro i dem, parlando di un disastro causato da chi “ha destinato milioni per clandestini e immigrati irregolari e solo le briciole per il Made in Italy”. (agg. di R. G. Flore)



LA PREOCCUPAZIONE DEI SINDACATI

Il fallimento della Melegatti non mette il punto di chiusura definitivo su una storica azienda veneta e italiana, ma poco ci manca. I sindacati sono ovviamente preoccupati per le sorti dei lavoratori. L’Arena riporta le dichiarazioni di Maurizio Tolotto, Segretario generale della Fai-Cisl di Verona, che chiede di avviare il tavolo regionale “che finora non è decollato per indisponibilità della proprietà. Insieme ai tecnici della Regione e ai curatori si potrà valutare in che prospettiva muoversi e trovare la soluzione più adeguata nel tentativo di confermare almeno gli ammortizzatori”. Secondo Paolo Capone, Segretario generale dell’Ugl, “visto il fallimento e il conseguente minor valore dell’azienda occorre valutare in maniera scrupolosa eventuali nuovi piani industriali con l’intento di riavviare il ciclo produttivo”. Come si vede, quindi, non si perde la speranza di poter vedere nuovamente avviata l’attività della Melegatti.



MELEGATTI, LE PAROLE DI SILVIA RONCA

Un fallimento annunciato quella della nota ditta di Verona, Melegatti, famosa in particolare per i suoi pandori. Un’azienda distrutta che secondo Silvia Ronca, figlia dello storico presidente deceduto nel 2005, è da imputare all’attuale numero uno Emanuela Perazzoli, la seconda moglie del padre. Ha scelto Facebook per sfogarsi, anche se la donna di cui sopra non viene mai nominata direttamente, ma i riferimenti sono chiari e palesi. Un post condiviso da più di 130 persone, con più di 650 “like” e centinaia di commenti, molti dei quali sono della stessa Silvia, che di fatto ha rincarato la dose. In un commento di risposta ad un certo Andrea, si legge: «Ciao Andrea..mi dispiace ma chiamarlo sistema questa volta è sbagliato..qui c’è una persona con tanto di nome e cognome dietro a tutto..non è stata la crisi, la politica, le tasse a distruggere tutto..e purtroppo l’ho provato sulla mia pelle cosa vuol dire trovarsi sulla sua maledetta strada». Molti i commenti anche dei dipendenti della stessa azienda dolciaria, come ad esempio quello di Cinzia, che scrive: «A noi dipendente Melegatti un tuffo a cuore, proprio vero la signora ha vinto …ma prima o poi pagherà glielo auguro». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LO SFOGO SU FACEBOOK

Rompe il silenzio Silvia Ronca, figlia di Salvatore, nonché ex presidente di Melegatti scomparso nel 2005. E’ di ieri la notizia ufficiale del fallimento (clicca qui per il nostro approfondimentodella nota azienda veneta famosa per i suoi pandori. Un’indiscrezione che circolava ormai da diversi mesi, da quando cioè era iniziata la crisi economica della stessa azienda di dolci. Silvia ha deciso di utilizzare Facebook per esprimere il proprio pensiero su questa vicenda, lanciando delle accuse, senza mai nominarla, alla seconda moglie del padre. Come scrive La Repubblica, infatti, il post sembrerebbe proprio rivolto a Emanuela Perazzoli:«01/07/2005 sei morto la prima volta – scrive la Ronca – 29/05/2018 sei morto un’altra volta, con la differenza papà che, mentre nella prima piangeva solo la tua famiglia, quella VERA che ti amava, perché contro la malattia non ci si può che arrendere, nella seconda piange una città intera».

“LA LEGGE TUTELA I DELINQUENTI!”

Emanuela aveva preso le redini della società di pandori dal 2005, dopo la scomparsa del marito Salvatore, fino al tracollo di questi giorni. Ronca non nomina mai la Perazzoli, ma sono chiari i riferimenti anche nei commenti allo stesso post. «Famiglie distrutte e amareggiate – prosegue Silvia – e questo perché non hanno combattuto contro una malattia ma contro persone indegne, assetate di soldi e di potere, che sputano sui sentimenti della gente». Quindi un attacco ancora più diretto: «La rabbia è così forte che non posso TACERE..devo urlare al mondo che purtroppo la legge tutela i delinquenti..e lei anche questa volta ha vinto!!». Silvia chiosa così: «Nessuno più di me e della mia famiglia può capire contro chi avete cercato di lottare». La Melegatti è fallita dopo 124 anni di storia, lasciando 350 lavoratori senza occupazione.