«Abbiamo sentito un boato, pensato che fosse precipitato nel vuoto l’ascensore». Così raccontava ieri, come riportato da Il Messaggero, Neviana Morelli, una delle inquiline al secondo piano dello stabile di viale Regina Margherita in Roma, dove una donna di 77 anni ha perso la vita, cadendo nel vano dell’ascensore. Sono ancora molti i punti oscuri di questa vicenda, alimentati in particolare da un mestolo che i soccorsi hanno rinvenuto a fianco del cadavere dell’anziana. Sarebbe stato proprio quell’utensile da cucina,ad essere utilizzato dalla donna per forzare la grata in ferro dell’ascensore (un modello di vecchia data ma perfettamente funzionante), e quindi, gettarsi nel vuoto. Sembra che la donna fosse più stanca del solito nell’ultimo periodo, ed avrebbe di conseguenza pianificato il tutto, aspettando che l’ascensore salisse al settimo piano, per poi gettarsi di sotto. Gli inquirenti ci stanno lavorando, vogliono capire se la donna abbia qualche motivo per suicidarsi (da qualche anno aveva perso il marito), e non tralasciano ogni ipotesi. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



“NON SI DOVEVA APRIRE QUELLA PORTA”

Il Messaggero questa mattina prova a chiarire alcuni punti alquanto oscuri della tragica fine di Elena Pacifici, la 77enne piombata nel vuoto del vano ascensore: intanto è stato smentito che la donna stesse andando a trovare un’amica al sesto piano prima di cadere nel vuoto. La sorella conferma che nei pochi attimi in cui lei era uscita di casa, l’amata parente potrebbe aver vagato per il condominio senza apparente motivo: «Non volevo lasciarla sola, ero uscita solo pochi minuti. Ma quella porta non doveva aprirsi senza ascensore, era difettosa», ha spiegato ancora la sorella in lacrime ai colleghi del Messaggero. Si è infatti aperta una porta che avrebbe dovuto restare bloccata visto che l’ascensore si trovava al piano di sopra, il settimo. Un vicino di casa della povera donna deceduta in maniera cosi orribile, racconta un altro dettaglio: «Questo è un impianto vecchio, in linea di massima ha sempre funzionato, ma ogni tanto dava dei problemi, si fermava o troppo in alto o troppo in basso. E’ tutto a vista, con le corde che vanno su e giù, e in teoria dovresti accorgerti se l’impianto si sta muovendo». Il giallo del suicidio resta, ma anche le possibili negligenze di chi avrebbe dovuto controllare quell’impianto restano altrettanto gravi e da indagare a fondo per scoprire, eventualmente, se vi siano ipotesi di reato a riguardo. (agg. di Niccolò Magnani)



LA SORELLA: “ELENA STAVA BENISSIMO, MACCHÈ SUICIDIO”

Una morte sospetta è avvenuta ieri pomeriggio a Roma, una donna che è precipitata nel vano ascensore. Gli inquirenti stanno cercando di fare luce sull’accaduto, e due sembrerebbero essere attualmente le piste battute: il classico malfunzionamento dell’ascensore, che quando capita nel più delle volte risulta fatale, oppure, un suicidio. La donna aveva 77 anni, abitava al primo piano di un edificio signorile di Roma, e si era recata al sesto per trovare un’amica, che però non era in casa. Accanto al corpo dell’anziana deceduta è stato rinvenuto un cucchiaio, forse utilizzato per sbloccare la leva delle porte dell’ascensore. Se si trattasse di suicidio, sarebbe un piano molto articolato, visto che l’anziana avrebbe potuto farla finita semplicemente gettandosi da una delle finestre vicine alle scale. Come detto sopra, però, non è esclusa ogni pista, anche che la vittima fosse caduta in uno stato depressivo, e che avrebbe quindi deciso di togliersi la vita. «È stato quell’ascensore maledetto – gridava la sorella di Elena nell’androne del palazzo – me l’hanno massacrata e non me l’hanno nemmeno fatta vedere per l’ultima volta». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SI RAFFORZA LA PISTA DEL SUICIDIO

Si rafforza purtroppo la pista che porta al suicidio per la 77enne piombata giù dal vano ascensore nel palazzo romano: secondo quanto riporta Askanews, E.P. abitava al primo piano del civico 117 dove si trovava il suo appartamento. Eppure, il volo tremendo a drammatico è avvenuto dal sesto piano: i carabinieri stanno dunque cercando di capire cosa ci fosse andata a fare al sesto piano la signora che a questo punto potrebbe davvero aver tentato e ottenuto il “folle gesto” suicida. L’ascensore era fermo al settimo piano e gli investigatori vogliono accettare se quella porta davvero è stata forzata oppure se si tratti di un mero drammatico incidente. Conferme però non ce ne sono e occorre cautela prima di saltare a rapide ed errate conclusioni, specie in rispetto della famiglia che in un momento del genere deve già sopportare la scomparsa sconvolgente della propria cara. (agg. di Niccolò Magnani)

NON ESCLUSA IPOTESI SUICIDIO

Ha destato stupore e sgomento, per via della dinamica, la morte di una 77enne a Roma, caduta nel vano ascensore dello stabile in cui viveva: infatti, per motivi che sono ancora tutti da accertare, la porta del suddetto ascensore pare si fosse aperta nonostante la cabina si trovasse al piano superiore. In attesa dell’esame legale di rito, allo strazio della sorella della vittima e degli altri inquilini di questo palazzo in Viale Margherita, si uniscono alcuni dubbi degli inquirenti che pare non abbiano ancora escluso del tutto la pista del possibile suicidio. Accanto al corpo senza vita della 77enne sarebbe stato ritrovato un utensile che, questa è una delle ipotesi al vaglio, potrebbe anche essere stato impiegato per aprire con la forza le porte scorrevoli del vano. Ma si tratta ancora di una delle possibili piste che vengono seguite e che potrà essere avvalorata solamente dopo che sarà chiaro anche il modo in cui la donna è volata nel vuoto. (agg. di R. G. Flore)

77ENNE CADE NEL VANO ASCENSORE E MUORE

Un incidente che purtroppo non capita raramente, e una morte fra le più terribili, quella di cadere nella tromba dell’ascensore. E’ successo ancora una volta oggi, a Roma, in un palazzo di Viale Margherita. La vittima è una anziana di 77 anni che ha aperto le porte dell’ascensore e non si è accorta che la cabina non era presente: ha fatto per entrare come sempre, ma è terribilmente precipitata nel vano vuoto per ben sei piani. Sul posto vigili del fuoco, carabinieri e ambulanze. Adesso è da capire la dinamica di quanto successo, infatti questi incidenti dipendono dal tipo di ascensore (non si volesse mai che ci fossero dei lavori in corso e la cabina dell’ascensore fosse ferma in fondo al vano e non si fossero avvertiti gli inquilini, questo sarebbe imperdonabile e verrebbe trattar come omicidio).

L’INCIDENTE TERRIBILE IN VIALE MARGHERITA

Dipende dal tipo di ascensore dicevamo: quelli più a rischio sono i vecchi modelli, che si trovano ancora in moltissimi palazzi dei primi del Novecento, quelli che bisogna aprire manualmente le porte. Purtroppo il palazzo dove è avvenuto l’incidente sarebbe uno di questi. E’ vero che le cabine di questi modelli sono piuttosto rumorose quando arrivano al piano della richiesta, però tenendo conto che la vittima era anziana, potrebbe non aver sentito comunque nulla. I più sicuri sono le ultime generazioni, quelli le cui porte si aprono solo all’arrivo della cabina, praticamente impossibile dunque caderci dentro se non arriva. Ma come detto è tutto da capire, potrebbe essersi verificati una serie di guasti che qualunque fosse il modello avevano bloccato la cabina sottoterra. Non è mai abbastanza la sicurezza che si dedica agli ascensori.