Salerno, neonato ustionato in ospedale dopo bagnetto: è grave. La vicenda risale a lunedì 28 maggio 2018, al nido del Ruggi della città campana: appena venuto alla luce, i membri dello staff sanitario gli hanno fatto il bagnetto nel Rooming Inn, ma l’acqua era troppo calda ed è rimasto ustionato su varie parti del corpo. I colleghi di repubblica.it sottolineano che il bimbo ha riportato ustioni sul 20 per cento del corpo. Subito dopo l’errore dell’equipe medica, il piccolo è stato trasferito all’ospedale Cardarelli di Napoli: per fortuna non dovrebbe essere in pericolo di vita. Ed è scoppiata la polemica, con la direzione generale dell’ospedale che ha avvito subito le procedure del caso per individuare i responsabili. L’ospedale ha diramato una nota sul sito internet: “La responsabile di reparto ha chiamato per consulenza il chirurgo pediatrico che, valutate le manifestazioni cutanee, ha ritenuto preferibile il trasferimento precauzionale presso la Tin dell’ospedale Cardarelli di Napoli al fine di garantire al piccolo la migliore assistenza possibile”.
I MEDICI: “ERRORE UMANO, CI SONO RESPONSABILI”
Il neonato ha riportato una ustione di secondo grado che ricopre il 20 per cento del corpo: interessata la zona degli arti inferiori e dei glutei. La direttrice della Tin ha informato Giuseppe Longo, direttore generale del nido dei Ruggi, che le condizioni del bimbo sono stabili: in questo momento si trova nella culla termica e respira autonomamente, oltre ad alimentarsi da solo. Nella giornata di ieri sono giunte inoltre le scuse da parte della Direzione Strategica e di tutta l’azienda, che hanno sottolineato che è iniziata l’indagine per risalire al responsabile di questa triste, sebbene involontaria, vicenda: “Non si tratta di un atto formale ma di un atto sostanziale: sono eventi che non dovrebbero mai capitare. Purtroppo, invece, è capitato un errore umano il che significa che ci sono delle vere e proprie responsabilità. L’Azienda procederà in tempi molto rapidi ad individuare gli eventuali responsabili ed attivare la commissione disciplinare”, le parole di Giuseppe Longo riportate da Repubblica.