Poesie sui muri a Milano, in aula Ivan Tresoldi: i versi dei suoi murales scritti tra 2011 e 2014 hanno portato al processo il writer poeta. Come riportato dall’Ansa, l’artista è finito sul banco degli imputati per imbrattamenti. Il pubblico ministero Elio Ramondini ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio del poeta di strada per circa venti lavori comparsi in diverse zone della città lombarda. Quali sono le poesie in questione? Sono dei brevi versi composti da una sola strofa, basti pensare alle seguenti: “una pagina bianca è una poesia nascosta”, “chi getta semi al vento farà fiorire il cielo”, “ognuno merita il regime che sopporta”. La vicenda giudiziaria è partita in seguito alla denuncia di un gruppo di guardie ecologiche per una scritta comparsa sul muro di fronte alla Biblioteca Bicocca.



“NON DETURPO, SONO UN ARTISTA”

Oggi, giovedì 31 maggio 2018, Ivan Tresoldi è stato chiamato dal Tribunale di Milano a rispondere delle sue opere. Il writer poeta si è difeso così: “Io non deturpo lo spazio pubblico, le mie vernici sono ad acqua e le opere si cancellano col tempo”, riporta Fanpage. E ha sottolineato: “Agisco sempre dopo avere condiviso le sue intenzioni con gli abitanti della zona. Non sempre c’è bisogno di un’autorizzazione formale per effettuare certi interventi basta quella verbale, ma conclamata, dei cittadini”. Difeso dall’avvocato Angela Ferravante, Ivan Tresoldi dovrà tornare in aula il prossimo 4 giugno 2018 per le discussioni del pubblico ministero e della parte civile. La prima mostra personale dell’artista risale al febbraio del 2009 allo Spazio Oberdan a Milano, seguito dalla partecipazione alle giornate del Festival internazionale delle poesie di Genova. Nel 2013 Ivan Tresoldi ha promosso il Primo Festival Internazionale di Poesia di Strada a Milano ed è inoltre apparso in copertina per il numero 98 dell’inserto culturale LaLettura del Corriere della Sera. Recentemente ha collaborato con la trasmissione televisiva Che tempo che fa.

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