«Era il 4 maggio del 2009 (esattamente 9 anni fa) quando decisi, spinto da un gruppo di “amici”, a candidarmi alla carica di sindaco del “mio” borgo». Inizia così la lettera che il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ha scritto alla propria comunità per congedarsi. Eletto nel consiglio regionale del Lazio, da domani dovrà dire addio al ruolo di primo cittadino amatriciano: «Abbandonai il mondo professionistico del calcio – prosegue Pirozzi – le mie ambizioni personali, per dedicarmi alla “nostra” Amatrice. Oggi, a nove anni di distanza, è il mio ultimo giorno da sindaco. Come sapete, una norma legislativa vieta ad un sindaco, anche se di un “piccolo” comune, di ricoprire contemporaneamente la doppia carica in Regione. Una norma, sì una norma, che seppur discutibile, la dice però lunga su qual è l’ente territoriale che incide in maniera diretta e decisiva sulla “vita” dei comuni». L’inizio è di quelli toccanti, ma forse lo è ancor di più la fine di questa profonda riflessione: «Questo luogo diventerà il contenitore che raccoglierà le testimonianze di tutti coloro che ci hanno aiutato – il pensiero conclusivo del nel consigliere regionale – Amatrice sarà “guarita” dalle “ferite del mostro” il giorno che sarà pronta ad aiutare indistintamente chiunque si trovi in difficoltà. Nella vita non bisogna solo ricevere ma bisogna anche e soprattutto dare. In fondo questo è quello che mi ha insegnato il terremoto. Chiudo, dicendo che una comunità per avere un futuro deve ripartire dalla memoria, appunto la memoria della solidarietà».



9 ANNI DA SINDACO DI AMATRICE

Ultimo giorno da sindaco di Amatrice per Sergio Pirozzi. Il primo cittadino laziale, simbolo del terremoto che il 24 agosto del 2016 flagellò il centro Italia, e in particolare il paese dell’amatriciana, è stato eletto nel consiglio regionale del Lazio, e vista l’incompatibilità fra i due ruoli, è stato costretto a lasciare il comune che tanto ama. Pirozzi si è congedato con una lettera rivolta alla propria comunità, in cui ci tiene a sottolineare una questione: «Il mio non e’ un abbandono, ma un ulteriore atto di amore verso la mia terra – scrive Sergio – resterò per sempre ad Amatrice, con la mente e con il cuore, soprattutto per difendere, vivendola, il diritto di “vita” delle terre “marginali e periferiche” di tutto il Lazio e anche d’Italia. Sarò sempre accanto alla “mia” squadra di amministratori-amici e soprattutto al mio amico Filippo Palombini (vice-sindaco ndr) che mi sostituirà in quest’ultimo anno di mandato». Pirozzi è stato eletto il 4 maggio del 2009, esattamente nove anni fa, e dopo il terribile terremoto del 2016 si è sempre battuto in prima persona per ricostruire la sua Amatrice, invocando gli aiuti dello stato. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SI DIMETTE PIROZZI

Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, si è dimesso dal suo incarico. Il primo cittadino del paese simbolo del terremoto che alla fine dell’agosto del 2016 devastò il centro Italia, è stato eletto nel consiglio regionale del Lazio, e per questioni di incompatibilità ha dovuto abbandonare il suo incarico. Per congedarsi, Pirozzi ha voluto scrivere una lettera ai propri amati cittadini, spiegando il motivo del gesto: «Una scelta che non significa ‘abbandono’ – ci tiene a sottolineare l’ormai ex sindaco amatriciano – ma rinascita». Il neo-consigliere regionale, sottolinea la grande opportunità di questo nuovo incarico proprio per la sua Amatrice: «Quante volte abbiamo manifestato per difendere il ‘nostro’ ospedale – prosegue – quante volte abbiamo chiesto ‘pari dignità’, quante volte abbiamo urlato e difeso il nostro sacrosanto diritto di vivere, come dico spesso, ‘ai confini dell’Impero Romano’? Tante, troppe, ed erano sempre rivolte allo stesso interlocutore: la Regione Lazio».



“MI MANCA IL MONDO DEL PALLONE…”

Pirozzi, che lascia la gestione amministrativa di Amatrice al vice sindaco Filippo Palombini, ricorda anche la sua grande passione per il calcio, lui che è un allenatore professionista: «Abbandonai il mondo professionistico del calcio – scrive – le mie ambizioni personali, per dedicarmi alla ‘nostra’ Amatrice. Ho fatto le mie scelte, ascoltando il cuore, mettendo davanti a tutto la mia Amatrice – prosegue – non rinnegherò mai la scelta fatta, anche se, a dire la verità, un po’ quel rettangolo verde mi manca». Una nuova vita quindi per Pirozzi, uno dei primi a metterci la faccia durante quei tragici eventi di fine agosto, nonché uno dei primissimi ad alzare la voce chiedendo allo stato che la propria popolazione non venisse abbandonata.